Charles Goddertz, da Broadway alla sua dedizione al tip tap

Con Charles Goddertz, performer e insegnante di tap dance di fama mondiale, rimaniamo in area newyorkese, dopo l’intervista fatta a Justin Boccitto.

1. Photo by courtesy of  Charles Goddertz.

Charles Goddertz, texano di origine, è docente di tap dance presso la Steps on Broadway. Famoso per aver recitato, a Broadway e in tour nazionali, in musical come Seesaw, Hello Dolly! e On the Town. Ha inoltre ballato nel film disney Enchanted. A livello internazionale è docente ospite in stage e workshop in Canada, Panama, Messico, Germania, Svizzera e Italia.

Salve Charles Goddertz, grazie infinite per questa intervista, una grossa opportunità per Tutto Mondo News. Sono molto felice di incontrarla ancora una volta dopo Il Moscato Tap Fest tenutosi a Milano nel 2016.

Cosa significano per lei tip tap e danza jazz e che cosa ama di essi?

«Tap e Jazz Dance sono per me lo spettro completo di ognuna di queste discipline. Dal theatre tap al rhythm tap e hoofing, theatre jazz, classic jazz e lyrical jazz. Ho iniziato tap a cinque anni, aggiungendo theatre jazz a otto anni e danza classica intorno ai dieci. A quel tempo solamente pochi bambini della mia città natale Porth Arthur, Texas, erano iscritti a vere e proprie lezioni di danza. Ma intorno ai dodici anni la mia insegnante in città, Florence Coleman, formò una classe di otto allievi per soli maschi e ciò era molto progressista per gli anni Cinquanta. Da allora, ho attinto a tutta la formazione e a tutte le conoscenze acquisite negli anni per sostenere prima una carriera come performer e successivamente come insegnante.

2. Charles a otto anni, photo by courtesy of  Charles Goddertz.

Dopo essermi ritirato da Broadway, sono stato conseguentemente assunto per insegnare tip tap alla StepsNYC dai fondatori Patrice Soriero e Carol Paumgarten. Ho in seguito insegnato tap per NYU, Broadway Dance Center, Dance Educators of America, Dance Masters of America e, in giro per il mondo, in Svizzera, Germania, Canada, Messico, Panama, El Salvador e persino Roma e Milano.

Le due cose che amo della danza sono la sensazione di volare quando è eseguita a un certo livello di aplomb e l’applauso del pubblico perso nell’espressione innata dell’artista e delle sue performance, perfettamente intrecciata e veicolata attraverso corpo, mente e anima. E, nel caso della tap dance, corpo, mente, anima e suole!».

Qual è stato il suo spettacolo preferito in cui ballare, durante la sua carriera, e perché?

«Devo ammettere che ne ho quattro, e li elencherò nell’ordine in cui li ho fatti. All’inizio dell’estate, per i summer stock theatre, ho avuto la fortuna di ballare in Sweet Charity. Charity era un musical di Bob Fosse con il jazz in stile Fosse. I ballerini formati nel Fosse jazz capiranno perché questo fu uno dei miei spettacoli preferiti. West Side Story aveva le fantastiche coreografie di Jerry Robbins apparentemente il paradiso delle performance.

3. Charles (a sinistra)  e il suo partner a dieci anni, photo by courtesy of  Charles Goddertz.

Poi ci fu Seesaw. L’unico show in cui ho mai ballato tap, per Tommy Tune. Durante le prove ho insegnato a un amico ballerino afroamericano i passi di tip tap e la coreografia, poiché lui non aveva una formazione nella tap dance. Con mia grande sorpresa, Tommy onorò il mio amico Ken Rodgers e me con una feature di tip tap, elencata nel programma come “The Bangle Brothers”. Mi è piaciuto ballare per Tommy Tune, lui era un portento creativo! Ho anche amato la partitura musicale di Cy Coleman e Dorothy Fields. Infine, Hello Dolly con l’attrice e cantante afroamericana Pearl Bailey e la Dolly Levi originale, Carol Channing. Gower Champion era il regista e coreografo per Dolly e il “waiters gallop” è una coreografia da annoverare nei classici senza tempo dell’American Broadway Musical Theatre!».

4. Photo by courtesy of  Charles Goddertz.

Charles, ha qualche ballerino, performer, e musical preferito?

«Sì! I musical sono A Chorus Line, Cabaret, Billy Elliot, Pippin, Chicago e West Side Story. Il mio primo spettacolo, quando mi trasferii in città nell’autunno del 1968, fu West Side Story con le coreografie originali di Jerry Robbins. È stata una gioia enorme cantare e ballare in questo show.

I miei ballerini e performer preferiti sono i modelli a cui mi sono ispirato da giovane e futuro ballerino. Jacques d’Amboise, ballerino classico del New York City Ballet sotto la direzione di George Balanchine. Se non avete mai visto Jacques sul grande schermo, ballare sulla spiaggia nel ruolo di Billy nel Musical Carousel, cercatelo su YouTube. Da togliere il fiato! Fred Astaire era tra i preferiti di Balanchine e lo è anche per me. Così come Honi Coles, Mikhail Baryshnikov e Gregory Hines. Gregory e Baryshnikov che ballano insieme nel film White Nights sono un vero tour de force. Honi Coles e Tommy Tune ballando tap insieme nello spettacolo di Broadway, My One and Only, hanno offerto un momento magico di ritmo e anima che era ammaliante.

Alcuni dei miei preferiti, fra i tap dancer affermati e i maestri del presente, sono Dianne Walker, Brenda Bufalino, Ayodele Casel, Sarah Reich, Melinda Sullivan, Christopher Erk, Anthony Morigerato, DeWitt Fleming, Jared Grimes, Kazunori Kumagai, Dormishia Sumbry Edwards, Omar Edwards, Derick Grant, Jason Samuels Smith, Ted Louis Levy, Marshall Davis Jr. e Savion Glover.

Charles Goddertz

5. (da destra) Charles, Ayodele Casel e due allieve di New York, photo by courtesy of  Charles Goddertz.

Mi piacciono inoltre i tap team di Joseph e Josette Wiggins, Chloe e Maud Arnold e i due fratelli italiani, Emanuele e Leonardo D’Angelo, i quali sono Campioni del mondo di tip tap ed hanno partecipato al programma NBC World of Dance. E ho avuto la grande fortuna e il piacere di ballare con la loro mamma e insegnante di danza, Graziella Di Marco, nelle mie classi di tip tap allo Steps Studio qui a New York City, prima dei fratelli. Ci sono molti altri grandi tap dancer nel mondo oggigiorno, troppi da elencare qui.

E a quelli che dicono che il tip tap è un’arte morente, dico che il tap è vivo e vegeto e fiorente in America e nel mondo, cosa che mi ricorda le famose parole di un brano scritto da un amico “bambini di dieci o undici anni e persone di ottantasette, tiptappano via la loro tristezza”. Andate a vedere una performance di tap dance in forma concertistica, a Broadway, in Streaming o su YouTube, Facebook e Instagram. Vi divertirete e sarete affascinati dal livello di competenza e creatività della famiglia del tap internazionale di oggi. E per chi di voi non balla tap, provate a inserire un piccolo molleggio nei vostri passi e provate il tip tap. È stato detto dai Maestri, “se puoi camminare, puoi ballare tap”».

Charles, mi ricordo la nostra conversazione al Moscato Tap Fest, e, tra gli aneddoti riguardanti la sua vita come ballerino, abbiamo parlato della sua formazione con Jack Stanly. Com’è stato studiare con lui?

«Jack Stanly era un vero maestro di danza e ha fatto da mentore a me e a molti altri ballerini che hanno poi perseguito una carriera a Broadway, a Las Vegas, in tv e nei film. Aveva un partner, Jack Potteiger, un ballerino classico professionista. Insieme erano un duo dinamico e di successo. Il prolifico coreografo Danny Daniels, conosciuto per The Tap Dance Kid a Broadway con cui è stato scoperto Savion Glover e il film Pennies From Heaven, durante il nostro incontro e venendo a sapere che Jack Stanly e Potteiger erano miei insegnanti mi disse “abbiamo bisogno di te qui a New York”. Sapevo che il mio destino era stabilito e New York sarebbe diventata la mia casa. Sono adesso un residente di New York da trentacinque anni».

Charles Goddertz

6. Charles e Jack Stanly, photo by courtesy of  Charles Goddertz.

Come musical performer, lei non è soltanto formato in tip tap ma persino in danza classica e jazz. Ha inoltre avuto l’opportunità di studiare con professionisti del calibro di Luigi e Matt Mattox. In che modo la danza jazz ha influenzato il suo stile?

«Sì, ho avuto l’opportunità di studiare con Matt Mattox nello studio sulla Quattordicesima Strada e Sesta Avenue. Il nome dello studio era Morelli. Vincent Morelli era il suo proprietario, un ex ballerino classico che affittava i suo spazi ad altri insegnanti ed è lì dove ho incontrato Matt Mattox e studiato con lui. Dopo un anno di lezioni con Matt, lui fece le valigie e lasciò New York per Londra e Parigi, dall’altro lato dell’oceano. Per me questa è stata la prima volta in cui ho passato il mio tempo a studiare e ballare nello stile della modern classic jazz dance. E se la mia memoria non mi inganna, lo stile di Mattox deriva dalla danza jazz originatasi dallo stile di Jack Cole negli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta.

Ho inoltre avuto il piacere di studiare con Luigi negli anni Sessanta e Settanta. Ho inizialmente incontrato Luigi e partecipato alle sue lezioni presso lo Showcase Rehersal Studios mentre assistevo Jack Stanly per il suo workshop estivo qui nella grande mela. A quel tempo Stanly aveva spostato i suoi affari a Miami, in Florida, e Luigi mi chiamò “il ragazzo dalla Florida”. Successivamente, quando ero a New York e ballavo a Broadway, ripresi lo stile di Luigi e scoprii che le mie mani e le mie braccia erano in realtà uno svantaggio per un ballerino di fila. Troppo stilose. Così mi rimisi all’opera per disfare ciò che avevo imparato, essendo Broadway il luogo dove giaceva il mio cuore.

7. Photo by courtesy of  Charles Goddertz.

Mi sono anche formato nella scuola di Martha Graham nella tecnica Graham e nella tecnica Dunham di Haitian Primitive. Ms. Dunham e i suoi ballerini possono essere visti danzare nel classico senza tempo Stormy Weather, con le stelle del tap dell’epoca: Bill “Bojangles” Robinson, a cui è dedicato il National Tap Dance Day per il suo compleanno, il 25 Maggio, e i sensazionali Nicholas Brohers!».

Parlare con lei Charles è come esplorare una enciclopedia di musical e tip tap poiché lei è stato parte di spettacoli importanti come On The Town, con Bernadette Peters, o Hello Dolly! Con Carol Channing e Pearl Bailey. Ha qualche ricordo, a proposito di questi show o di altri, che vorrebbe condividere con noi?

«Dunque, ti ringrazio Roberto e sì, ho un ricordo o due che posso condividere qui. Nelle performance con Pearl Bailey nel ruolo di Dolly Levi, avevo una battuta “lei è qui” mentre gesticolavo verso la cima di una scalinata per il suo ingresso all’Harmonia Gardens Restaurant nello spettacolare numero Hello Dolly. Lei sarebbe magicamente apparsa in cima alla scalinata sotto scroscianti applausi, e avrebbe cominciato a scendere la scale cantando hello Rudolph, hello Stanley, il quale ero io, ahahah!

Una sera non apparve! Corsi su per le scale cercandola. Dovetti improvvisare una battuta o due mentre la drammaticità e l’apprensione riguardo la sua ubicazione crescevano sul palco e nel pubblico. Corsi nuovamente giù per le scale e poi fuori e dentro dal palco per trovarla e per ammazzare il tempo quando, per mio grande sollievo in quanto avevo esaurito le mie aggiunte improvvisate, apparve in cima alle scale. Ms. Bailey allora, uscendo dal personaggio, spiegò a tutti noi che l’ascensore, che avrebbe dovuto portarla dal suo camerino al palco, improvvisamente smise di funzionare e causò quindi il suo ritardo per il suo ingresso. Il pubblico rise e noi proseguimmo, nuovamente, con lo spettacolare brano di Jerry Jerman, Hello Dolly e con le coreografie, vincitrici di un Tony Award, di Gower Champion.

8. Charles e Pearl Bailey in Hello Dolly, photo by courtesy of  Charles Goddertz.

Dopo le performance e gli inchini, Ms. Bailey cantava anche un paio di brani, come in un numero da nightclub e a volte si univa a lei suo marito, il batterista e bandleader Louie Bellson. Louie suonava e buttava giù uno o due break ritmici con le percussioni dall’orchestra, passandoli così dalla buca al palco.

E, per chi non lo sapesse, il favoloso tap dancer Bill Bailey, quello che fece il primo moonwalk nel 1910 al famoso Apollo Theatre ad Harlem e nel film Cabin In The Sky, era il fratello di Pearl Bailey e può essere visto, mentre esegue il moonwalk, su YouTube. Michael Jackson ha riciclato il moonwalk, rendendolo famoso nel suo video Billie Jean, nel 1983. Gregory Hines una volta disse, scherzando in scena durante una sua performance, “i Tap Dancer semplicemente si rubano l’un l’altro i passi” ahahah! Vero, ma ogni tap dancer aggiunge la sua speciale miscela ai passi. E il tap, i movimenti di danza e i passi non possono avere copyright.

Ho inoltre ballato in Hello Dolly con l’originale Dolly Levi, Carol Channing e senza saperlo messo in ombra Ms. Channing e sono sopravvissuto per raccontarlo. Altri non ci sono riusciti! Fiuu! Siamo diventati persino amici e partner di danza, quando uscivamo a ballare insieme, in quei giorni, danzando guancia a guancia!».

Charles Goddertz

9. Charles al Marquis Broadway Theatre , photo by courtesy of Charles Goddertz.

Professionalmente parlando, lei era già attivo durante la Tap Renaissance e l’interesse crescente, nei confronti del tip tap, negli anni Ottanta e Novanta e lei ha visto e anche preso parte alla sua resurrezione. Quali o chi, secondo lei, erano gli elementi prominenti che hanno portato il tap a una nuova vita?

«Direi i musical No No Nanette con Ruby Keeler, Eubie con Gregory e Maurice Hines, Seesaw con Tommy Tune, My One and Only con Tommy Tune e Honi Coles, per il quale Honi vinse un Tony Award, Sophisticated Ladies con Gregory Hines e Hinton Battle, vincitore di un Tony per il suo ruolo in Black and Blue, sono certamente stati l’inizio e la continuazione della Tap Renaissance negli anni Settanta e Ottanta. In questo periodo, Gregory Hines introdusse nuovamente i vecchi maestri afroamericani del tap degli anni trenta, Quaranta e Cinquanta e, nel 1992, recitò a Broadway nel musical di successo Jelly’s Last Jam, la storia della leggenda musicale Jelly Roll Morton.

A mio avviso Gregory Hines, che ha recitato nei film White Nights e Tap, è la forza pre-eminente e prominente della Tap Renaissance. È grazie a lui se conosciamo la storia del tap e delle sue stelle afroamericane dell’inizio del Ventesimo secolo e anche prima. Era un uomo meraviglioso a cui fui presentato dal suo amico, storico e insegnante di tip tap, Melba Huber. Lo incontrai nuovamente più avanti, a Redding, Pennsylvania. Laggiù insegnavo tap e Joe Lanteri, attualmente il direttore artistico e co-proprietario della Steps, insegnava jazz, in un workshop per giovani. Gregory venne dalla città e si esibì quella sera. Era gentile, affascinante accondiscendente verso i bambini, i genitori, e chiunque era in un paio di scarpe da tap. Durante il suo primo incontro aveva una battuta standard, “Ciao, sono Gregory Hines e sono un Tap Dancer”. La quintessenza della classe!».

Charles Goddertz

10. (from right) Charles, Gregory Hines and Joe Lanteri, photo by courtesy of  Charles Goddertz.

Che cosa pensa a proposito della nuova generazione di tap dancer, da Savion Glover a Jason Samuels Smith e, più recentemente, le Syncopated Ladies? Come la tap dance sta diventando sempre più importante e riconosciuta come forma d’arte?

«Ho sempre amato Savion Glover e lui è sempre stato molto prolifico nel suo viaggio nel tip tap. Gregory ed altri lo hanno definito il miglior tap dancer dell’era della tap renaissance. E sono d’accordo! Mi piacciono anche i tap team: la Tap Family Reunion di Jason Samuels Smith, Derick Grant e Dormishia, e le Syncopated Ladies di Chloe e Maud Arnold. Conosco questi ballerini sin da giovanissimi e loro sono certamente in prima linea nel portare avanti la tradizione e la storia del tap.

Voglio inoltre ricordare qui Jimmy Slyde che organizzò il La Cave Tap Jam nei primi anni Novanta, Buster Brown e la sua Swing 46 Tap Jam verso la fine degli anni Novanta, Delilah Jackson, la creatrice del Flo-Bert Award per Tap Dancers, che io stesso ho ricevuto al Tap Extravaganza del 2011, diretto dal fantastico tap dancer, Andrew Nemr. E adesso la tap dancer Laraine Goodman ha preso le redini del Flo-bert Tap Extravaganza Awards Show e sta portando avanti la tradizione dei fondatori.

Charles Goddertz

11. Charles con il Flo-Bert Award 2011, photo by courtesy of  Charles Goddertz.

Mi piacciono Brenda Bufalino e Tony Waag, i fondatori e direttori dell’American Tap Dance Orchestra, dell’American Tap Dance Foundation e del Tap City Festival qui a New York City. E infine, i grandi tap dancer Maurice e Gregory Hines, Honi Coles e Tommy Tune. Questi sono alcuni dei ballerini di tap che hanno contribuito alla storia e alla tradizione performativa di questa indigena forma d’arte afroamericana che è la tap dance.

I ballerini che tu hai menzionato sopra Roberto sono modellati da e nella tradizione delle vecchie leve, alcuni dei quali non sono più qui con noi. Ma come anche Jimmy Slyde diceva “io non vi sto lasciando, lascio qualcosa con voi”. E così il ritmo va avanti».

Parliamo adesso dell’insegnamento. Quali sono le più importanti qualità che un insegnante dovrebbe avere per aiutare i suoi allievi a sviluppare il loro pieno potenziale?

«Per me erano amore, desiderio, verità, dedizione e pazienza. Amo danzare e le arti teatrali. Ma da giovane smisi di ballare e mi iscrissi al college per diventare un ragioniere. Andai a vedere mia sorella Gloria ballare in uno show e durante quella esibizione improvvisamente, come se qualcuno avesse lanciato una freccia attraverso il mio cuore, sapevo che avrei dovuto danzare (Amore). Jack Stanly mi offrì una borsa di studio/lavoro parziale per andare in Florida a formarmi come ballerino sotto la sua tutela. Andai a casa immediatamente e gli scrissi una lettera di richiesta di informazioni riguardo la sua offerta. E, come il fato avrebbe voluto, aveva un posto libero e mi accettò. Lasciai il college e mi formai per una carriera nella danza (Desiderio).

Charles Goddertz

12. L’allievo Darrin Contessa e Charles at the Ziegfeld Girls Ball, photo by courtesy of Charles Goddertz.

Mentre ero là con Stanly, cominciai a fare assistenza e ad insegnare. Lui mi disse “insegna agli altri ciò che hai imparato e diventerai un ballerino migliore. Chuck (come lui mi chiamava), sei un piccolo ragazzo e quando i coreografi assumono un ballerino di bassa statura, ne assumono uno soltanto. Alle audizioni devi essere già a livello performance”. Anni dopo feci l’audizione per Joyce Trisler, la direttrice artistica di Trisler Dance e una protetta di Alvin Ailey. Ottenni il lavoro e fatalmente Ms. Trisler mi disse, durante le prove, che ero stato assunto poiché la mia audizione era al livello di performance (Verità).

Ho sempre preso a cuore la saggezza e i consigli di Jack Stanly così generosamente condivisi con me. Più avanti, quando danzavo al Dallas Summer Musicals, per la stagione estiva, decisi di emigrare a New York. Il coreografo là era del medesimo parere. Non venire a meno che tu non intenda rimanere almeno dieci anni. Ho condiviso il suo consiglio con studenti della stessa idea e mi è stato ricordato da un bel po’ di persone, che i loro dieci anni sono passati (Dedizione). Devo qui aggiungere che passarono sette anni da quando arrivai in Florida per studiare con i miei mentori, Jack e Jack come li chiamavo, prima di giungere a New York e a Broadway (Pazienza).

Questi cinque attributi mi sono stati utili nella vita come studente, performer e insegnante. E un ultimo punto! Io sono sempre uno studente!».

13.   Charles e l’allieva Nancy Hightower, photo by courtesy of  Charles Goddertz.

Cosa suggerisce agli studenti e ai ballerini che vogliono sviluppare la loro musicalità e il loro senso del ritmo? Qualche consiglio per i tap dancer italiani?

«Suonate uno strumento. Studiate canto. Studiate teoria musicale. Imparate a contare. Fate domande al vostro insegnante, in particolare quando non comprendete un’indicazione o ciò che vi viene insegnato. Cercate chiarezza in ogni aspetto della musicalità e della tecnica. La musicalità viene rafforzata dal livello e dall’esecuzione tecnica o competenza. Nuovamente, Stanly era solito dirmi, “Ti darò tutte le persone talentuose nel mondo e io prenderò tutti i gran lavoratori e vedremo chi andrà dove e che cosa farà”. Non ha mai usato la parola talento e mi disse che, quando diceva ai suoi allievi che avevano talento, smettevano di venire a lezione. Utilizzava la parola potenziale, e ancora oggi io faccio così. Perciò qui la morale è, pratica, pratica, pratica! E se per caso avete anche talento, tanto meglio!».

Adesso è il momento per una news molto importante che sono lusingato di poter condividere qui su Tutto Mondo: lei il 7 luglio riceverà l’Hoofers Award del 2020, posposto a causa del Covid. Congratulazioni Charles, è davvero un bel risultato! Pienamente meritato, se posso aggiungere. Le piacerebbe dire qualcosa in più su questo premio ai nostri lettori? È possibile seguire questo evento online?

«Allora, grazie per le tue felicitazioni Roberto e per annunciare qui che riceverò questo premio, nella tua intervista con me per Tutto Mondo.

Charles Goddertz

14.  The Moscato Tap Festival a Roma, fotografa Barbara Gallozzi, photo by courtesy of Charles Goddertz.

Sono onorato di essere stato votato e scelto per ricevere questo prestigioso premio, di cui, Gregory Hines è stato il primissimo vincitore (Se interessati, potete cercare atdf.org/hoofers awards recipients per una lista e le foto dei precedenti vincitori). Adesso sono passati vent’anni e sono io il destinatario. Per me questo è sbalorditivo. Non avrei mai pensato di essere il destinatario di due premi riconosciuti internazionalmente, per eccellenza e servizio, nel campo del tip tap. Posso solamente dire che amore, desiderio, perseveranza e pazienza mi hanno portato a questo punto nella mia vita. Sono grato agli insegnanti, alla famiglia, agli amici, studenti, colleghi e sostenitori che mi hanno incoraggiato a mantenere la rotta, non perdere mai di vista i miei obiettivi e non arrendermi. Sono anche cortesemente riconoscente a Tony Waag, Brenda Bufalino e la commissione di ADF per il riconoscimento del mio lavoro e della mia dedizione.

Celebrerò l’accettazione di questo premio in memoria della mia ex Tap City partner di danza, Michele Ribble, la quale adesso balla a suon di shuffle nel grande palco della tap dance su nel cielo nel 2019. Una bellissima targa commemorativa sulla parete di uno sala prove nell’Upper West Side di Manhattan recita, in sostanza, “l’amore che ricevi si misura dall’amore che dai” e questo è il mio caro ricordo di lei. Lei è sempre con me, nel cuore, nel corpo e nell’anima e sono sicuro che un giorno balleremo nuovamente insieme sul grande palco della tap dance tra le nuvole.

15.  Charles e la sua partner di danza, Michele Ribble, photo by courtesy of  Charles Goddertz.

Ancora una volta, grazie Roberto per l’opportunità di questa intervista e per le meravigliose domande che mi hai fatto, permettendomi di riflettere e condividere un po’ del mio viaggio con te e con i tuoi lettori di Tutto Mondo. Per informazioni più specifiche sull’imminente cerimonia di premiazione e per altri eventi del Tap City Festival, visitate il sito web, atdf.org».

Ultimo, ma non meno importante, quali sono i suo piani per il futuro?

«I miei piani futuri sono un sito che sarà presto disponibile (charlesgoddertztapdance.org), continuare a ballare tip tap e insegnare ai “piccoli piedi il tap”. Adesso vi lascio con le parole dell’inimitabile stella della tap dance, Jimmy Slyde. Grazie per il Tempo!».

16. Logo per il sito di prossima pubblicazione, photo by courtesy of  Charles Goddertz.

Ringraziamo Charles Goddertz per il tempo che ci ha dedicato.

Per maggiori informazioni sul suo lavoro potete visitare il suo profilo instagram e il suo canale Youtube

Read the interview in English here.

Roberto Romani
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