Il Tip Tap rifiorisce: dagli anni Sessanta al nuovo millennio

Il tip tap, o tap dance, dopo la crisi degli anni Cinquanta fiorisce nuovamente. Tutto Mondo racconta la sua storia dagli anni Sessanta fino ad oggi.

DALLE ORIGINI ALLA CRISI DEGLI ANNI CINQUANTA

Il tip tap, o tap dance, nasce negli Stati Uniti all’inizio del diciannovesimo secolo dall’incontro tra varie danze etniche percussive. La danza tribale africana, che la fa da padrone,  si fonde a pazzi e ritmi derivanti dalle danze folk come la Irish Step Dance e il Clogging. La tap dance, dopo la sua origine tra gli schiavi nelle piantagioni del sud, successivamente all’abolizione della schiavitù, si sporta sempre più nell’ambiente urbano delle città del nord, in quartieri come Il Five Point District di New York. 

Il tip tap diventa parte di forme diverse di spettacolo, tra cui i minstrel show, il vaudeville e il musical.

Dagli anni Venti ai Quaranta, i ballerini di tap si esibiscono regolarmente nei nightclub come il Cotton Club situato nel quartiere di Harlem a New York, il Plantation Club a Culver City in California, il Cocoanut Grove a Los Angel e Ciro’s a Hollywood. Molti dei tap dancer più famosi infatti iniziano la loro carriera nei nightclub. Tra questi è importante ricordare i Nicholas Brothers, Louis Da Pron e Ruby Keeler.

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1. I Nicholas Brothers in Sun Valley Serenade (1941).

Anche al cinema, negli anni Trenta e Quaranta, scoppia il boom del tip tap. Molti performer Fred Astaire, Ginger Rogers, Shirley Temple, Bill Robinson e Eleonor Powell, diventano stelle del grande schermo e recitano in molti musical di successo.

A partire dagli anni Cinquanta la popolarità della tap dance però inizia a declinare. Questo cambiamento, nei gusti del pubblico, è spesso attribuito a una serie di eventi avvenuti negli anni Quaranta tra cui il tramonto del vaudeville e la svalutazione del genere nei film a cui si aggiungono altri fattori di origine storica e sociologica. Ma la storia del Tip Tap non si ferma qui.

LA TELEVISIONE E LAS VEGAS

L’avvento della televisione e l’ascesa di Las Vegas e dei suoi casinò come forma di attrazione turistica, salvano il tip tap da una morte certa. Gli spettacoli di varietà televisivi come The Ed Sullivan Show, The Milton Berle Show e The Colgate Comedy Hour contengono spazi per i tap dancer.

Per tanti ballerini la tv è una nuova sfida. Se a teatro infatti lo stesso numero viene ripetuto in città e palchi diversi, in televisione si pone il problema opposto: poiché la trasmissione raggiunge simultaneamente posti diversi è necessario ogni volta creare una nuova routine.

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2. Ann Miller, immagine pubblicitaria per lo spettacolo di varietà The Big Record, CBS 1957.

Molti tap dancer, anche afroamericani come ad esempio Peg Leg Bates, precedentemente confinati nel circuito TOBA, grazie alle tv raggiungono un pubblico interrazziale.

Dagli anni Cinquanta, i tap dancer vedono negli show di Las Vegas una nuova opportunità lavorativa e tanti di loro concluderanno la loro carriera sui palchi dei casinò.

Nonostante l’adattarsi al format televisivo e ai nuovi spazi performativi il tip tap fatica a sopravvivere.

GLI ANNI SESSANTA: I PRIMI SEGNALI DI RISVEGLIO

Il 6 giugno 1963, al Newport Jazz Festival, Marshall Stearns presenta Old Time Hoofers. Nello spettacolo si esibiscono Honi Coles, Chuck Green, Charles “Cookie” Cook, Ernest “Brownie” Brown, Pete Nugent, Cholly Atkins, e Baby Laurence. Questi hoofers degli anni Trenta e Quaranta dimostrano agli spettatori che il tip tap non ha perso il suo smalto. Nel 1966 The Bell Telephone Hour’s: The Song and Dance Man, presenta una mini storia del tap con i Nicholas Brothers e Donald O’ Connor.

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3. Donald ‘O Connor

A partire dal 1969, Leticia Jay svolge i suoi Tap Happening al Bert Wheeler Theatre di New York dove molti dei famosi tap dancers in voga nei decenni precedenti partecipano a vere e proprie jam session a suon di claquettes. Il tip tap mostra così i suoi primi segnali di risveglio.

GLI ANNI SETTANTA

Gli anni settanta sono gli anni in cui il tap è nelle mani di talenti al femminile: sono donne forti, spesso bianche e laureate. Il loro impegno sfocia in un avvicinarsi del tap al mondo accademico e si fanno in quattro per appassionare le nuove generazioni a questo stile di danza prettamente americano. Studiano con i vecchi maestri e apprendono uno stile che sposa perfettamente l’estetica e il gusto della danza postmoderna: il tip tap è minimalista, unisce musicisti e ballerini, è ricco di improvvisazione, democratico e può essere ballato ovunque. Con il loro contributo portano il tap nell’epoca moderna in forma di concert dance.

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4. Brenda Bufalino

Brenda Bufalino, formatasi anche nella danza jazz con maestri del calibro di Matt Mattox e Jack Cole, nei primi anni Settanta si integra nell’ambiente all’avanguardia della performance art. Nel 1973 al New York’s South Street Seaport, trasmette il suono delle sue scarpe in un sintetizzatore ed è una delle prime a utilizzare l’elettronica all’interno del mondo del tip tap.

Nel 1978 presenta Singing, Swinging, and Winging al Pilgrim Theatre on the Bowery. È il primo grande spettacolo a New York che mostra il suo stile coreografico e ha come ospite Honi Coles con cui continuerà a collaborare. Nel 1986, assieme a lui e a Tony Waag, fonda l’American Tap Orchestra (oggi American Tap Dance Foundation) dove sperimenta la sovrapposizione ritmica di più ballerini.

Jane Goldberg, che ha studiato con molti membri dei Copasetics, riceve nel 1977, assieme a Charles “Cookie” Cook il National Endowment for the Arts Fellowship, NEA. Non si occupa soltanto di insegnare rythm tap ma produce, grazie a questo aiuto economico, It’s About Time (1978), uno spettacolo nato inizialmente come un incontro informale ma che riscuote un successo notevole da parte della critica di settore. Successivamente si esibisce, insieme alla sua crew, all’American Dance Festival del 1978.

Nella West Coast, Lynn Dally fonda nel 1974 la Lynn Dally & Dancers, la prima compagnia tutta al femminile e nel 1979 la Jazz Tap Ensemble, un collettivo che raccoglie percussionisti e combina la musica jazz dal vivo e la danza moderna, dando un nuovo approccio al tip tap. L’interesse di Dally per l’improvvisazione e per la forma compositiva della danza si unisce all’ interesse di Fred Strickler per la musica classica e Mozart.

5. Dianne Warren.

Le donne bianche non sono le uniche a contribuire alla rinascita del tap durante gli anni settanta. Dianne “Lady Di” Walker è un nome di riferimento per il suo ruolo di mentore, insegnante e promotrice del tip tap. Nel 1978 studia con Leon Collins – il maestro dei ballerini bebop che ha creato un nuovo collegamento tra danza classica e jazz tap – e nel 1982 è membro della Collins & Company. Tra i suoi allievi e protetti spiccano i nomi di Derick K. Grant e Savion Glover. Il suo ruolo di ponte tra le vecchie e le nuove generazioni, la sua capacità di mentorship, il suo stile di insegnamento e il suo mantra “simplicity, simplicity, simplicity” si intrecciano al suo talento come ballerina. Oltre a ballare in Flight of the Bumblebee di Collins, è assistente coreografa e dance captain nella produzione di Black and Blue a Broadway e a Parigi.

LA RINASCITA DEL TIP TAP

Gli anni Ottanta si aprono con i film-documentario No Maps on My Taps (1979) e Tapdancin’ (1980). Vengono raccolte su pellicola testimonianze e routines dei Nicholas Brothers e degli hoofers che hanno contribuito a mantenere viva la tradizione del tip tap negli anni della crisi.

Grazie a show come 42nd Street (1980), Sophisticated Ladies (1981) e Black and Blue (1989) il tap torna alla ribalta a Broadway.

Gregory Hines, attore, musicista e tap dancer, rafforza la sua dinamica e il suo stile mascolino con la sua preferenza nei confronti della musica moderna. Nel film Tap (1989) aggiorna l’immagine del tip tap e porta all’attenzione del pubblico il suo nuovo stile. Hines recita insieme al fratello Maurice nel film The Cotton Club (1984) e al fianco di Mikhail Baryshnikov in White Nights (1985).

In televisione è il turno di Tap Dance in America, prodotto da PBS e presentato da Gregory Hines, dove si esibiscono i maestri del tap e un giovane Savion Glover. Lo show televisivo collega tip tap e intrattenimento mainstream.

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6. Gregory Hines.

Nel 1984, a dieci anni, Savion Glover ottiene il ruolo da protagonista nello spettacolo di Broadway The Tap Dance Kid. Il pubblico e molti veterani del genere rimangono impressionati dal suo footwork estremamente veloce e preciso. Crescendo, Glover sviluppa un stile personale, il “free-form hard core”, basato sui ritmi del funk e dell’hip hop. Con il pluripremiato Bring in ‘da Noise, Bring in ‘da Funk (1996) si aggiudica inoltre un Tony Awards per la sua coreografia. Glover continua ad improvvisare e sperimentare, riconoscendo il ruolo e il valore dei grandi maestri del passato.

Nel 1986 il teatro Off-Off Broadway La Mama presenta le Sole Sisters, un spettacolo al femminile e multi generazionale, diretto da Constance Valis Hills. Il cast di Sole Sisters, che mischia hoofers e steppers, è composto da Jane Goldberg, Josephine McNamara, Miriam Ali-Greaves, Marion Coles, Harriet Browne, Brenda Bufalino, Sarah Safford e Dorothy Wasserman.

Lo stile e l’innovazione di artisti come Glover e il cast di Sole Sisters non solo rende il tip tap appetibile alle nuove generazione ma avvia il percorso di rivendicazione della sua identità afroamericana.

7. Savion Glover.

GLI ANNI NOVANTA

Gli anni Novanta vedono un rinnovato interesse per forme di danza percussive. Le loro radici affondano nel fertile terreno della cultura afroamericana e irlando-americana, entrambe alla base del tip tap.

Lo Stepping è una danza percussiva in cui l’intero corpo viene utilizzato per produrre complessi ritmi e suoni attraverso un mix di clapping e footwork. Le sue origini sono rintracciabili all’interno dei college tra i veterani afroamericani di ritorno dalla prima guerra mondiale, all’inizio del ventesimo secolo.

Con la Trinity Dance Company e lo show Riverdance, la tradizione irlandese diventa concert dance e musical. Michael Flatley, in Riverdance, The Lord Of Dance e Celtic Tiger, crea uno stile peculiare mischiando irish step dancing a tip tap e flamenco.

Bring in ‘da Noise, Bring in ‘da Funk (1996), coreografato da Savion Glover è il racconto della storia afroamericana. Come recita il sottotitolo A Tap/Rap Discourse on The Staying Power of The Beat, il ritmo è il vero protagonista. Attraverso le claquettes, il clapping, le voci o le bacchette della batteria, lo show costruisce variazioni e pattern ritmici.

8. Michael Flatley in Lord of Dance.

VERSO IL NUOVO MILLENNIO

Con il nuovo millennio il tip tap, la prima forma di American Vernacular Dance, è infine riconosciuto come tesoro nazionale. Dal 1985 viene istituito il National Tap Dance Day, celebrato annualmente il 25 maggio, giorno di nascita di Bill “Bojangles” Robinson.

I tap dancers acquistano visibilità: diventano testimonial pubblicitari come Jason Samuels Smith per Bloch, o appaiono sulle copertine di riviste di settore.

Gli hoofers veterani ricevono riconoscimenti accademici e lauree ad honorem. Nove leggendari tap dancer, tra cui Charles “Cholly” Atkins e James “Buster” Brown, ricevono nel 2002 il dottorato onorario in Performing Arts dalla Oklahoma City University. Nascono nuove compagnie come la Barbara Duffy & Company, la Anybody Can Get It di Jason Samuels Smith e la T.A.P – Tandem Act Productions, fondata da Ayodele Casel e Sarah Savelli.

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9. Ayodele Casel.

Elka Samuels, sorella maggiore di Jason, nel 1999 fonda la Divine Rhythm Productions per produrre e rappresentare tap dancers. Nel 2006 anche Savion Glover fonda la sua compagnia, la Savion Glover Productions. In Tv, Glover e la sua compagnia si esibiscono in Dancing with the Stars nel 2007. Jason Samuels Smith coreografa un production number per la cantante Mya Harrison nello show Secret Talents of the Stars.

Per la PBS nasce il cartone animato Marvin the Tap-Dancing Horse, dove il protagonista è un cavallo che balla il tip tap.

Le Rockettes, una compagnia di ballerine fondata a St. Louis nel 1925, continuano i suoi spettacoli al Radio City Music Hall di New York. A Broadway si susseguono revival di vecchi musical dei decenni precedenti e nuove produzioni tra cui 42nd Street, Anything Goes e Thoroughly Modern Millie. Gli ultimi due titoli citati decretano anche il successo di Sutton Foster, una performer attualmente molto quotata.

Nel 2006 Savion Glover presta inoltre i suoi piedi a Mumble, il pinguino protagonista di Happy Feet.

Con Evan Ruggiero, come con Peg Leg Bates, il tap è nuovamente inclusivo. Grazie a una protesi nascono ritmi e suoni che si uniscono a quelli di una scarpa con claquettes.

10. Evan Ruggiero.

Negli ultimi anni si assiste anche in Europa a un sempre maggior interesse verso questa disciplina.  Nei teatri troviamo infatti, tra gli altri, gli adattamenti di Billy Elliot (2005) e Un Americano a Parigi. A livello formativo e divulgativo nascono percorsi di studio professionali come L’Escola Luthier o festival come l’Odessa Tap Festival e il Turin Tap Festival. Nomi come Aleksandr Ostanin, i fratelli D’Angelo e Daniel Borak contribuiscono al successo Europeo della tap dance. Ballerini di origine europea si affiancano ai tap dancer d’oltreoceano in un continuo scambio culturale. Uno scambio reso più facile grazie alle nuove tecnologie e ai social network che rendono le informazioni fruibili da ogni angolo del mondo.

Parallelamente continua, sull’onda del movimento Black Lives Matter, la riappropriazione di ogni forma d’arte squisitamente afroamericana da parte della comunità nera statunitense. Anche il tip tap viene perciò rivisto in quest’ottica, con una forte attenzione al lato storico e al contesto sociale da cui è nato.

Come dice Jason Samuels Smith nella nostra intervista, “tap dance significa completa libertà di creazione ed espressione, in una delle più autentiche forme di danza. Vuol dire comunità, mentorship, famiglia, linguaggio, cultura, rivoluzione.”

 

Photocredits: 8. By MWong3002 – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=86139054 9. Ayodele Casel, photo by Michael Higgins  10. Evan Ruggiero, photo courtesy by Stephen Foskett.

Roberto Romani
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