Le giovani donne di Filter

 Un nuovo locale a Pisa per universitari e amanti delle novità: “Filter”

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Il tema del mese è la donna, abbiamo deciso quindi di intervistare due imprenditrici locali, Valentina e Eleonora, che in Via Santa Maria hanno aperto Filter, un locale sul modello dei classici caffè inglesi, che sta riscuotendo grande successo.

Ciao Eleonora e Valentina, come prima cosa vi chiederei una piccola presentazione.

Ciao sono Valentina, ho  30 anni, e sono Romagnola di Cesenatico; dopo la laurea sono andata a Londra, dove sono rimasta per cinque anni, lavorando per una grande catena, Caffè Nero. Ero Store-manager. Eleonora è di Brescia, ha 32 anni, nel 2004 si è trasferita a Viareggio, dove ha fatto svariati lavori, sempre interagendo molto con il pubblico: caffè, bar, discoteche. Successivamente anche lei si è trasferita a Londra, dove ha lavorato per due anni a Caffè Nero insieme a me, facendo la mia assistent manager. Ci siamo conosciute così.

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 L’idea di aprire un locale come Filter è maturata a Londra?

Si, la nostra idea è maturata a Londra, a seguito di diverse coincidenze, che ci hanno messo di fronte all’idea, di dover decidere se vivere a Londra a lungo termine, oppure, (la scelta per la quale abbiamo poi optato) provare a portare la Londra che amiamo, nel nostro paese d’origine.

Perché proprio a Pisa?

Nelle nostre città d’origine non era presente “il target” adeguato: lo studente universitario. A Milano, Bologna, Firenze ad esempio c’erano già locali di questo tipo. Pisa, quindi, ci è parsa la scelta giusta, per di più era in Toscana, dove Eleonora aveva vissuto per un po’ di anni e aveva conoscenze, quindi era la scelta perfetta.

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La decisione di tornare in Italia, qui11025197_444909328991952_5194003339928218701_nndi, è una stretta conseguenza, della decisione di aprire questo genere di locale in Italia?

Si, certo, altrimenti non saremmo tornate in Italia.

Cosa vi piace di Filter? Cos’ha in più rispetto ai bar tipici italiani?

Quello che vorremmo far capire alle persone, ma a mio avviso è molto difficile, è che, anche se sei un locale definito da molti “all’americana”, non vuol dire che fai un espresso non buono o che non hai il croissant, anzi, oltre a quello c’è di più. Noi abbiamo tutti i tipi di latte (intero, scremato, senza lattosio, soia…), puoi scegliere la taglia di una bevanda, io che bevo tantissimo caffè e tanto latte la mattina in un caffè italiano dovrei  ordinare tre cappuccini. L’altro aspetto che ci piace del nostro locale è il take away, in Italia è difficile trovare del buon cibo take away.

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Fin da subito, il vostro locale ha riscosso un enorme successo. Come mai secondo voi?

Beh, in primis, riprendendo appunto il discorso che facevo prima, perché avendo molta scelta riusciamo asservire anche persone con intolleranze o persone con stili alimentari particolari. In secondo luogo perché i giovani viaggiando molto si imbattono frequentemente in locali di questo tipo e quindi ci si rispecchiano. Un altro esempio è il wi-fi gratuito che non tutti i locali lo offrono, ma soprattutto,  perché quando entrano qui si trovano davanti delle persone che amano fare questo lavoro, e vogliono fare questo nella loro vita. Persone che,nel limite del possibile,  cercano, di essere sempre sorridenti e hanno una preparazione alle spalle, perché hanno frequentato e frequentano molti corsi (corsi di latte e art.  i corsi scae, riconosciuti a livello mondiale, anche se purtroppo il posto dove vengono meno riconosciuti  è proprio in Italia. La scae è stata fondata a Londra ed è appunto una scuola che insegna gli standard che dovrebbero essere uguali in tutto il mondo, secondo questa scuola  il cappuccino dovrebbe essere uguale il tutto il mondo e così pure l’espresso).10169370_297211710428382_7170760326690009094_n

Perché avete deciso di aprirlo nel centro della zona universitaria, con orari e costi adatti ad essi?

Proprio perché noi siamo convinti che il nostro target sia quello, facciamo tutto, infatti, anche le ferie in base a quelli che sono i ritmi universitari.

Il cibo è tutto preparato da voi e se si con che tipo di ingredienti?

I dolci, a parte qualche piccola cosa, sono tutti congelati e arrivano dall’Inghilterra o dagli Stati Uniti. Questo perché a nostro avviso, i loro prodotti ( muffin, cheesecake) sono migliori. Il salato, invece, lo prepariamo noi, con ingredienti italiani, ingredienti semplici  e comuni, niente di ricercato.

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Qual è un prodotto a cui non rinuncereste mai del vostro locale e cosa vi piacerebbe avere invece di una tipica pasticceria italiana?

La cosa in generale a cui non rinuncerei mai è l’esperienza personale acquisita e gli studi che abbiamo fatto sul caffè. Come prodotto,  sicuramente il caffè: proprio i chicchi, di tutti i tipi. Sia quello usato per i filtrati –  che prendiamo o in Inghilterra o a Berlino, a seconda dei periodi –  sia la miscela per l’espresso che prendiamo a Livorno, da Le Piantagioni del Caffè, sempre dei monorigine. Questo perché in Italia è difficile trovare un buon caffè.  Per quanto riguarda il prodotto che ci piacerebbe avere della pasticceria italiana non saprei; ma sicuramente i prodotti di pasticceria italiana sono buonissimi. Spesso è difficile far capire che quando un prodotto è buono e congelato bene (cioè seguendo tutto un iter preciso), può essere altrettanto buono, purtroppo  in Italia, se parli di congelato le persone pensano che sia una merda. Dipende però anche che congelato si acquista, il nostro congelato costa tantissimo, molto di più di prodotti congelati italiani. Noi abbiamo un costo del cibo molto alto, quindi amiamo comprare prodotti buoni e di qualità, anche guadagnando molto meno, ma accontentando il cliente.

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Per il futuro che progetti avete?

Nebbia,  mille progetti, dall’aprire altri locali in Italia o all’estero, da milioni di idee da fare; all’espanderci , all’aprire un franchising… ma di preciso non lo sappiamo; non sappiamo nemmeno se vivremo tutta la vita in Italia… l’estero ci manca.

Cosa  vi manca più dell’estero?

La mentalità molto più aperta, la grandezza della metropoli, come Londra, l’onestà, la burocrazia semplice, (quella italiana è molto più complicata). Per aprire ci abbiamo messo sette mesi.

Il vostro è un marchio registrato?

Si, è un marchio che abbiamo creato e registrato.

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Considerazioni finali?

Abbiamo dei clienti bravissimi: gli studenti per molte cose sono avanti. Nonostante avessimo paura della clientela italiana la nostra è favolosa, non so se sia selezionata dalla porta d’ingresso o dal locale, ma siamo molto contente. Forse gli studenti hanno capito che dietro il bancone ci sono persone come loro, che hanno messo in pratica un sogno.

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IODario Soriani

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