SmallMovie i vincitori

SmallMovie Festival – Cronaca di una finale

Sabato 6/12/14 ore 21:00 SmallMovie Festival, Calcinaia (Pisa)

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Sabato 6 Dicembre 2014 si è tenuta a Calcinaia la serata finale della Rassegna Internazionale di cortometraggi cinematografici, intitolata Smallmovie Festival. Quest’anno ricorre la terza edizione e le opere in concorso sono state suddivise in due sezioni: quella “a tema libero” e quella “horror”. I giurati che assegneranno i premi sono i registi Marco Ristori e Luca Boni, la scrittrice Irene Vanni, il redattore de “Gli Spietati” Gianluca Pelleschi e la giornalista de “La Nazione” Laura Martini.

Brevi commenti sui corti in concorso: sezione “Short”

1) “Ho appena fatto un sogno” (Spagna) di Javier Navarro: la rassegna si apre con la proiezione di un cortometraggio spagnolo, nazione molto presente in un questa kermesse toscana. Il regista spagnolo crea una storia che corre su due binari, due visioni, due prospettive di vita. Una notte una bambina bianca ha un incubo, la stessa notte una bambina nera fa un bellissimo sogno: il regista ci mostra le medesime immagini, ma viste allo specchio, indicando il cambio di prospettiva. Cortometraggio di grande spessore morale, antirazzista e onirico.

Ho appena fatto un sogno

2) “Ce l’hai un minuto?” (Italia) di Alessandro Bardani: “Ce l’hai un minuto?” gioca le proprie carte tramite una commedia ambientata nella periferia di Roma Est (Ponte di Nona). Un dialogo surreale tra Oreste e Mahdi, nato da un’incomprensione lessicale, porta il primo a raccontare al secondo di un viaggio tragicomico sulla via della Palestina…o era solo Palestrina? Giorgio Colangeli (Concorrenza sleale, L’amico di famiglia) e Francesco Montanari (Romanzo criminale – La serie) sono i protagonisti di questo misunderstanding verbale che da vita a risate ma è anche in grado di fotografare la solitudine di un uomo di mezza età nella giungla periferica capitolina.

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3) “Bella di notte” di Paolo Zucca (Italia): il cortometraggio animato d’ambientazione sarda (già nella cinquina dei candidati per il David di Donatello 2014) diretto Paolo Zucca si distingue per il realismo magico in cui la storia narrata è totalmente immersa, per i bellissimi disegni che rimandano all’arte italiana dei primi decenni del ‘900, per la voce narrante – molto ben misurata – di Stefano Accorsi. In sintesi: Studio Ghibli meets Pupi Avati.

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4) “Officium” (Italia) di Giuseppe Carleo: il cortometraggio con i migliori titoli di testa – tra la bell’epoque e il manifesto pubblicitario da bordello – è sicuramente questo Officium. Il regista Carleo presenta il corto con queste parole: “Tre donne di nome Rosa si abbandonano a fantasie e desideri profondi, in una sorta di “rêverie” erotica, allucinatoria, onirica, rivelando così a se stesse la propria natura più nascosta”. Grazie all’uso di una fotografia splendida (simile a quella utilizzata da Luca Guadagnino per Io sono l’amore, il corto racconta in modo parallelo tre visioni borderline (più il banale twist finale) di sessualità e spiritualità personale in una Palermo antica e intangibile.

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5) “Perdere le parole… ai tempi di whatsapp” (Italia) di Riccardo Camilli: Facce e Faccine è una webserie ideata e diretta da Riccardo Camilli di cui Perdere le parole… ai tempi di whatsapp rappresenta il quarto episodio. Dalle parole pronunciate dal regista durante la serata finale, si capisce che per lui il fine ultimo della sua opera è quello di “prendere in giro il fenomeno di whatsapp ed i disastri umani e comunicativi che crea”. Naturalmente, come in qualsiasi presa in giro che si rispetti, c’è anche un parte riflessiva e Perdere le parole… la affronta mettendoci davanti ad un rapporto padre-figlio ormai ai minimi termini, portato alle estreme conseguenze dall’utilizzo degli smartphone.

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Brevi commenti sui corti in concorso: sezione “Horror”

6) “Don’t forgive” (Italia) di Samuele Valente: già presentato al 34° Fantafestival di Roma, il cortometraggio del toscano Samuele Valente si inserisce perfettamente nel filone torture-horror (forse tra i giovani autori è il sottogenere più inflazionato) senza dimenticare il caro e vecchio rape & revenge di scuola italica. Tanto per citare una pellicola famosa a cui si potrebbe accostare questo lavoro, compreso il colpo di scena finale, si potrebbe fare il nome di La casa sperduta nel parco (Ruggero Deodato, 1980), film nel quale non capiamo il meccanismo di vendetta sino all’ultima scena. Valente e il direttore della fotografia, Ricci, adottano una fotografia scura, quasi monocromatica, per dar risalto alla drammaticità della situazione. Un triangolo maledettamente crudele.

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7) “Too Late” (Italia) di Lorenzo Donnini: un furto finito male con conseguenze inattese è quello che ci racconta Lorenzo Donnini nel suo corto Too late. Ambientato per la quasi totalità in un camper, il film – completamente senza dialoghi – innesta nello spettatore la giusta angoscia dovuta sia alla location claustrofobica, sia all’uso di invadenti (nel senso buono del termine) primi piani sul protagonista (il ladro, Pierfrancesco Bigazzi).

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8) “Mr. Dentonn” (Spagna) di Ivan Villamel: la Spagna negli ultimi tre lustri ha visto un incremento assoluto di produzione di pellicole horror. In una nazione dove il cinema di genere è vivo e vegeto – come ad esempio la Francia, tanto per rimanere in territorio europeo – è normale che sparando nel mucchio è più semplice trovare il prodotto di qualità. Mr. Dentonn è la classica storia dell’uomo nero, evocato da un libro di favole, che si aggira in una casa dove un bambino è prossimo a diventare la vittima designata del mostro. Prodotto che avrebbe meritato molto più dei dieci minuti; un mediometraggio della tipologia utilizzata per la serie Historias para no dormir sarebbe stato perfetto per questa horror-story in bilico tra Joe Dante, John Carpenter (citato nei ringraziamenti nei titoli di coda), Robert Wise e Walt Disney.

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9) “El espeo humano” (Spagna) di Marc Nadal: il secondo e ultimo cortometraggio horror proveniente dalla Spagna è un percorso – in bianco e nero – dentro l’inferno di una esistenza forzata all’interno delle quattro mura domestiche. Storie di cronaca nera sputate in modo ossessivo da un telegiornale, storie di ordinaria follia portate sullo schermo da Nadal con una fotografia devastante che mangia i volti, li scolpisce, li accarezza e alla fine appiattisce il tutto. Una piccola grande chicca, impreziosita anche dalla prova della bellissima Anna Castillo.

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La giuria ha proclamato i seguenti vincitori:

Categoria “Short”: Bella di notte di Paolo Zucca

Categoria “Horror”: El espejo humano di Marc Nadal

Premio menzione speciale: Don’t forgive di Samuele Valente

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Tomas Ticciati
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