Cibo e teatro: L’Osteria del Malcontento

Tuttomondo ha deciso di dedicare al cibo il mese di maggio. Ma in che modo possiamo legare l’idea del cibo a quella del teatro?

Ad una prima occhiata può sembrare un’associazione forzata ed invece molti sono stati, nella storia, gli esperimenti volti a realizzare il connubio perfetto tra queste due passioni. Tra tutte le possibilità ne abbiamo scelta una, proveniente dal nostro territorio. In questo numero vi parleremo dell’Osteria del Malcontento, uno spettacolo/cena nato dall’incontro di due compagnie, le Belle di Mai e Il Circo della Fogna, curato dell’associazione The Thing.

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Le Belle di Mai sono un duo vocale, formatosi tra il 2012 e il 2013 a Pontedera dall’incontro artistico di Irene Rametta e Alice Casarosa, entrambe attrici e cantanti.

Il Circo della Fogna invece è un progetto di due giovani attori, diplomati all’accademia Nico Pepe di Udine, Alberto Ierardi e Giorgio Vierda.

L’ Osteria del Malcontento
Uno spettacolo teatrale, ma anche una cena.

Una cena, ma anche un concerto.
Un concerto, ma anche una chiacchierata tra amici
Un esperimento ma anche un ritorno alle origini, quando a teatro ci si poteva sedere sul palcoscenico, e si potevano tirare i pomodori agli attori incapaci.

Così recita la locandina dell’evento.

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All’ Osteria del Malcontento il pubblico viene accolto dalla musica, in un atmosfera decisamente grottesca. Non c’è una vera storia, una trama da seguire. Ci sono invece una serie di “numeri”, un po’ come in un vecchio varietà, portati avanti da questi strani personaggi, emarginati e bizzarri:  gli abitanti dell’osteria.

Abbiamo fatto due chiacchiere con le Belle di Mai per farci raccontare qualcosa di più su questo evento molto particolare.

Ciao Irene, ciao Alice, la prima domanda riguarda il vostro punto di partenza. Com’è nata L’ Osteria del Malcontento, è stata da subito associata alla situazione di una cena?

Irene: Le cose sono andate pressappoco così. Entrambi i gruppi avevano già collaborato con The Thing. Nel 2013, quest’associazione, trovandosi a gestire (inizialmente solo in maniera sporadica) gli spazi del teatro Lux di Pisa, ha chiesto a noi e ai ragazzi del Circo della Fogna (adesso si chiamano La Ribalta Teatro) di curare una serie di appuntamenti serali con cena. L’idea di partenza era quella di organizzare un concerto abbinato a una cena, o uno spettacolo abbinato ad una cena, e via dicendo….ma qualcosa non ci convinceva. Intanto è doveroso dire che con Il Circo della Fogna ci siamo incuriositi a vicenda. Abbiamo fatto degli incontri per vedere i rispettivi “materiali” e allora ci è venuta l’idea… collaborare per unire il nostro lavoro di Belle di Mai al loro, creando un linguaggio comune e individuando delle tematiche condivise. Non volevamo però tenere separato lo spettacolo dalla cena. Come fare? Alla fine abbiamo deciso di rendere la cena stessa parte integrante della performance, e di essere noi attori e cantanti, gli abitanti, i camerieri e i direttori di questa grottesca osteria.

Quando è cominciata quest’avventura?

 Irene: La prima serata c’è stata nel gennaio del 2014. Abbiamo avuto in tutto quattro repliche, quasi una a stagione: inverno, primavera, estate e di nuovo inverno. E forse ce ne saranno ancora…

Data la natura particolare dell’evento come vi siete approcciati alla costruzione della performance?

 Alice: Abbiamo lavorato per creare una struttura che fosse in grado di sostenere tutta una serie di “imprevisti”, legati al fatto che, oltre a vedere lo spettacolo, il pubblico alla fine doveva anche mangiare. Gli imprevisti, nella maggior parte dei casi, si sono rivelati autentici regali per improvvisare interazioni con i commensali, esasperare volutamente il nostro personaggio per poi ricondurlo sulla “retta via” della struttura. È stato ogni volta un esperimento.

Anche senza una vera e propria trama quindi gli abitanti dell’ Osteria del Malcontento hanno un’evoluzione all’interno dello spettacolo…

 Alice: Si, i personaggi dell’osteria compiono un percorso umano attraverso le loro storie e i loro canti, con i quali tentano di dar voce alla loro esasperazione. Lentamente si liberano del ruolo e dell’energia grottesca dell’inizio, lasciandosi alle spalle i vecchi abiti e le vecchie cose , per diventare uomini e donne con tutte le loro fragilità.

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Un sentito grazie a Irene e Alice per la disponibilità e un in bocca al lupo per tutti i progetti futuri, che saranno sicuramente caratterizzati, come stavolta, da una grande originalità.

Tutta la storia umana attesta che la felicità dell’uomo, peccatore affamato, da quando Eva mangiò il pomo, dipende molto dal pranzo.     Lord Byron

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Chiara Lazzeri

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