La Rana delle Favole una webserie made in Pisa

La rana delle Favole che è in ognuno di noi

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Nome in codice: Rana, Rana delle Favole

Professione: vivere al massimo la propria vita, cercandone il senso tra un evento e l’altro

Segni particolari: ha il nome di un fiore, inesauribile voglia di sognare, desiderio di comprensione.

Vi piacerebbe essere descritti così?

Eppure forse è così che in fondo ognuno di noi è: la Rana della propria Favola chiamata “Vita”.

Con un taglio ironico che emana entusiasmo ad ogni visualizzazione, questa webserie nata in terra pisana, le cui puntate escono sul canale youtube il lunedì ed il giovedì, cerca di spiegarci la vita con tutti i suoi intoppi e le sue problematiche quotidiane con gli occhi degli studenti, degli amici, delle dinamiche complesse di chi, per la prima volta, fa capolino dal suo guscio e cerca di mettersi alla prova come mai aveva fatto prima.

Davanti a un cappuccino caldo al Gambrinus, bar dove tutto ebbe inizio, siamo andati a conoscere ed intervistare la regista Alessandra Pomilio e tre tra i componenti più importanti del cast: la protagonista Margherita interpretata da Chiara Paterno; Renato, uno dei migliori amici di Margherita, interpretato da Francesco Merlino, e la bionda Vittoria, l’intransigente vicina di casa interpretata da Ginevra Mangano. Questa webserie ci ha subito attratto per il suo approccio e la sua ironia, e per la grande professionalità che mostra, nonostante l’uso di mezzi comuni come la Reflex 700D ed il microfono Rode Videomic Pro.

La regista Alessandra Pomilio, a fianco di Francesco Merlino. In primo piano a sn Ginevra Mangano e Chiara Paterno.

La regista Alessandra Pomilio, a fianco di Francesco Merlino. In primo piano a sn Ginevra Mangano e Chiara Paterno.

 

Parlatemi di questo progetto: com’è nato e quali sono le sue linee guida?

Alessandra Pomilio: L’Idea nata qui, al Gambrinus, stavano smontando le scene della commedia teatrale realizzata il maggio scorso, “Showbizze”, ed io gli ho proposto quest’idea che avevo di creare un progetto di webserie basato su un mio vecchio scritto nato per essere un libro.

Inutile dirti l’enorme carica di entusiasmo che ho ricevuto come risposta: il mio lavoro è sempre dipeso da questo loro feedback, in un rapporto dialettico, cercando un’apertura verso le loro idee e proposte ma tenendo sempre il ruolo di leader, tanto che loro mi soprannominarono come un dittatore!. Partimmo quindi pensando al copione e ai personaggi, per partire poi con un anno circa di pre-produzione, approdando finalmente al tempo degli svariati ciak, con giornate che duravano fino alle dieci ore..

Io però, a costo di esser soprannominata in tutti i modi dittatoriali, ho sempre tenuto fermo il mio proposito di far capire la linea artistica del progetto, rappresentata dalla commedia romantica, affiancata dall’ironia e dal divertimento. Non intendo dire che voglio mandare un messaggio morale, ma voglio far capire che ci sono l’idea e la volontà di dare un messaggio, di avere uno spessore. Margherita è un personaggio che deve incarnare un’idea che è quella della vita universitaria verso il mondo del lavoro, e la rana deve mostrare la sua crescita in tutti gli ambiti in quello personale,della crescita sia a livello professionale che personale.

Raccontatemi di Showbizze, vedo che siete molto legati a quest’opera...

Alessandra: Showbizze è stato il mio primo incontro con questo staff: inizialmente conoscevo solo Chiara, perchè essendo colleghe universitarie ci incontrammo ad un esame e gli chiesi se voleva la dispensa, e per tutta risposta ho avuto la richiesta della scrittura di una commedia! E’ stato bello perchè oltre ad un bel lavoro si sono create anche nuove amicizie.

La storia è creata sulla falsa riga della satira prendendo in giro il mondo della fiction italiana.. Tutto si svolgeva al “Bar America” frequentato da tutti i vertici della tv del contesto. La protagonista era la cameriera del bar, una regista pentita del mondo dello spettacolo, che si interfacciava con tutti gli stereotipi di figure attoriali.

Il mio obiettivo era il mostrare la mia idea del mondo dello spettacolo, in cui è sempre necessario continuare a credere nelle proprie idee fino al raggiungimento dei propri scopi, perchè tanto alla fine si raggiungono: l’arte è più importante. Con questo non voglio dire che non bisogna essere flessibili: ogni gioco ha le sue regole e ci sono delle dinamiche che vanno comunque rispettate, ma io ho anche la mia integrità intellettuale come artista e mi propongo per quello che sono, è nel fatto di essere scelti o meno che credo sia la libertà del regista e del pubblico.

Ginevra: La cosa bella è che quando abbiamo incontrato Alessandra, l’abbiamo conosciuta attraverso la sua idea dei ruoli che dovevamo fare, che sono poi mutati man mano che conosceva le singole persone riuscendo a “cucirci” i personaggi addosso, creando così caratteri variegati e che ognuno vestita a modo suo in modo molto naturale e calzante.

Chi è La Rana? A chi è ispirata?

Alessandra: Ognuno di noi è la rana: l’idea è che Margherita sia molto “tutti”, e che le storie raccontate partano da un presupposto quotidiano, qualunque esso sia, come l’amore, il lavoro, la passione per qualcosa, o il desiderio di ciò che si vuole fare. Per scrivere M. non ho attinto dal mio background delle esperienze, quanto piuttosto dai pensieri che esse mi hanno ispirato nel corso della vita, pensando non al loro scopo, ma al percorso, alla rielaborazione. Io nasco come autrice teatrale a 17 anni in Abruzzo e da allora non mi sono più fermata, partecipando e dirigendo vari lavori in ambito del teatro dialettale, e perfino un film in dialetto abruzzese: “Lucelle della casa”, mi definisco quasi “una tossica dell’ispirazione”, quando arriva non posso non scrivere! Tengo quindi molto alle mie esperienze e a quello che mi hanno dato, ed ho cercato di attingervi il più possibile. E così è stato anche per la scelta degli attori della webserie: mi sono appoggiata al teatro dialettale, ed è stato come tornare a casa!! inoltre penso che mantenere il dialetto e la parlata del posto in cui è ambientata una storia la renda più vera, più familiare. Inoltre, mi sono molto concentrata sul testo per la webserie, non mi accontentavo mai, dovevano quasi strapparmelo di mano! Volevo fosse al massimo di quello che poteva essere.

Ginevra: Alessandra, per te vale la citazione da “Showbizze”: “l’ispirazione è come la pipì, quando viene non la puoi tenere!!”. (ridendo)

La protagonista Chiara Paterno mentre interpreta Margherita in uno scatto del set

La protagonista Chiara Paterno mentre interpreta Margherita in uno scatto del set

 

Perchè proprio una web serie?

Alessandra: E’ il pubblico a cui è rivolto che ha portato la scelta, come il decidere per un finale a sorpresa…abbiamo pensato a cosa sarebbe piaciuto di più anche a noi che ne facciamo parte di questo target. Tendenzialmente l’abbiamo fatto per praticare quello che ci piace, migliorare ed avere esperienza.

Ginevra: Il problema del media me lo sono posto quando ho dovuto montare la puntata per la premiere al Cinema Lanteri: sarebbe risultato adeguato il mezzo web al grande schermo? è tutta un’altra concezione! E finchè non lo vedi non riesci quasi a crederci, ma quando poi è andata in proiezione è stato un brivido.

Chiara: è stato quasi come un gioco, come tornare bambini, e quando è finita eravamo talmente affezionati ai nostri personaggi che il giorno dopo la fine delle riprese mi sono sentita quasi vuota!

Quante puntate sono? Perchè sempre l’inizio con una “Storia di”? E la sigla?

Ginevra.: Le puntate sono 8 puntate da mezz’ora sempre in due parte tranne la prima e l’ultima.

Alessandra: “Storia di..” all’inizio di ogni puntata: la rana non è detto che diventi la principessa, la storia è tutta giocata su quello che sta nel mezzo, è una scelta sua, c’è una possibilità ma non è automatico..quindi è sempre una storia di vita, di quel che succede. Inoltre ci sono molti personaggi che sono stereotipizzazioni di “tipi” di persone che esistono nella realtà, quindi la storia di ognuno si intreccia con quella di Margherita e viceversa. Si parla della gestione emotiva delle situazioni: si potrebbe dire che c’è 1/10 di eventi e 9/10 di emotività.

Per quanto riguarda la sigla, è cantata da Alba Modugno, una cantautrice che vive a Pisa, nata dal passaparola, ed è stata una manna dal cielo!! La base era pronta ed è stata così brava da riadattarla per la serie. Faremo a breve il video per la canzone!

Ginevra: la sigla è stata uno dei miei migliori lavori, perchè il montaggio è riuscito nel rendere la mia idea era di trasmettere Margherita come riferimento del piano intermedio tra una doppia realtà: quella sua e quella dello spettatore. Doppio gioco, è l’intreccio che caratterizza tutto il progetto!

Attori: chi, come, dove, quando? Ditemi tutto.

Alessandra: Partimmo inizialmente con meno della metà del cast: abbiamo avviato un recruitment tramite Facebook e il passaparola. Decisi già da subito di reintegrare più della metà del cast di Showbizze, altri attori delle vecchie compagnie di teatro da noi conosciute, come quelle del Teatro Verdi e quelle de “Il Canovaccio“. Scoprimmo subito che erano più entusiasti di noi ed hanno partecipato gratuitamente, insegnandoci anche molto. Le compagnie da cui abbiamo attinto maggiormente però sono: La Compagnia del Vernacolo per la mamma di Margherita (Joanne Lorelli) e per la comica Agosti (Silvia Lazzeri), La Compagnia La combriccola per Rino Pagni, il patrigno di M. (Luca Benedetti), la mamma di Renato (Valentina Della Porta).

Reclutata sul momento invece fu Daniela Mulas, la nonna di M: era la fioraia che conoscemmo quando prendemmo dei fiori per Ginevra!

Il cast principale viene tutto dal teatro, partendo con un budget a zero c’era bisogno di uno zoccolo forte su cui poggiare, ed io sono molto grata a tutti, soprattutto a loro (indicando gli altri), perchè io il primo giorno ho visto Chiara, Francesco e Ginevra, mentre l’ultimo ho visto Margherita, Renato e Vittoria: è stato bellissimo!

Quale scena vi è piaciuta più girare o scrivere? Come vi siete legati con il territorio?

Alessandra: il monologo di Liliana Agosti nella seconda puntata, la nostra comica, perchè scrivere un monologo del genere è particolare ed è una sfida. Per quanto riguarda le scene girate, io sono affezionata a tutte, i posti li abbiamo cercati, studiati e sono sempre stati tutti molto gentili e ospitali: non ci hanno mai chiesto niente in cambio, anzi si divertivano con noi. E poi, dobbiamo ringraziare il nostro “DDF”!

Cioè?

Alessandra: Il nostro Direttore della Fotografia è stato Dio!(ridendo) Nel senso che incredibilmente abbiamo sempre trovato il tempo adatto per le nostre scene, la luce giusta..è come se fosse stato tutto già predisposto per il successo della scena! Quindi da quel momento parliamo di Dio Direttore della Fotografia. DDF!

Ginevra: nella prima puntata la scena della minaccia con la pistola: non smettevo più di ridere, proprio non mi ci vedo con una pistola in mano, figurati a minacciare qualcuno.

Francesco: La citazione dell’ “Amleto gay” nella seconda puntata o le scene di quando corro con la protagonista…ma non voglio spoilerare. Inoltre per il mio personaggio ho dovuto fare un lavoro importante e emotivo lungo 6 mesi per costruirlo: non è certo il mio alter ego ma ci sono molto legato lo stesso. Per ogni personaggio c’è dietro un grande lavoro di immaginazione e rielaborazione: oltre alle direttive della regista, stava a noi costruirlo, potevamo chiedere delucidazioni non tanto sul personaggio in sé ma sulla contestualizzazione, su come si comporterebbe, per potersi immedesimare al meglio.

Ginevra: la strada è la nostra grande maestra, studiavamo tutto quello che avevamo intorno!

Chiara:I limiti vengono superati sul set, è una sfida e una difficoltà di capire ed essere ciò che non si è, e non si sarà probabilmente mai. Porta ad un arricchimento ed esorcizzazione della realtà.

La protagonista Chiara Paterno sul set: questa serie ha un profondo legame col territorio, come si vede dalla caratteristica vista dell'Arno sullo sfondo.

La protagonista Chiara Paterno sul set: questa serie ha un profondo legame col territorio, come si vede dallo sfondo che ritrae Marina di Pisa.

 

Il confronto che viene spontaneo durante la visione è la serie “Tutti pazzi per amore”: è voluto?

Alessandra: grazie per il paragone lusinghiero con Cotroneo (regista della serie), che io ammiro molto.

Ginevra: Inizialmente non c’era idea precisa, è venuta crescendo nella culla della prima puntata: non è stata una cosa voluta ma necessaria! C’era la necessità che Margherita si rivolgesse nel fulcro degli eventi al pubblico per esprimersi: è un fatto che riguarda il montaggio e le scelte finali. Potevamo realizzarlo anche staccando dalla scena e fare il primo piano, ma dato che la scelta stilistica della regista era di girare con un unico piano sequenza, questo si è rivelato il giusto compromesso, la risoluzione.

Alessandra, tu hai vinto l’edizione corrente del Premio Bixio: come ti senti? Come si coniuga questo col tuo essere laureata in Medicina?

Io ora non so molto bene come mi sento, ma direi “Neutra e molto in sbatta”, perchè ho un conflitto tra razionalità e passione, e credo che alla fine bisogna essere felici nella vita ed il teatro per me è fonte di felicità, anche se ovviamente non elimino dalla mia vita l’idea di fare lo psichiatra in futuro. Il progetto del Premio Bixio si intitola “Strangers” e parla di due single convinti che si svegliano dopo 5 anni sposati: la serie si articola sul loro rapporto, ma di più è meglio non dire!!

La regista Alessandra all'opera: luci, suono e microfono in contemporanea

La regista Alessandra all’opera: luci, suono e microfono in contemporanea

Chiara Lo Re

Tomas Ticciati
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