Irene Masoni e il Pisa Folk Festival: una proposta culturale a tutta la città

pisa folk

PISA – La quattordicesima edizione del Pisa Folk Festival (25-28 maggio), organizzato dall’Associazione Pisa Folk con il contributo degli esercenti di Piazza La Pera, dell’Azienda Regionale per il DSU, del Comune di Pisa, del movimento universitario Sinistra Per…, dell’Università di Pisa, dell’associazione The Thing e dell’associazione Ritmi Meridiani, ha visto un grande successo di partecipazione da parte di tutta la città: studenti, famiglie e cittadini hanno affollato la piazza per i concerti dei gruppi Le Tre Sorelle (27 maggio) e Li Strittulli (28 maggio). Irene Masoni, dottoranda in Scienze Politiche dell’Università di Pisa e presidente dell’Associazione Pisa Folk racconta e approfondisce non solo il Festival del 2016, ma anche le prospettive di lavoro dell’associazione e la sua proposta culturale alla comunità cittadina. L’Associazione Pisa Folk è un’organizzazione nata nel febbraio 2012 per diffondere e sviluppare la musica popolare a Pisa a partire dall’esperienza pluriennale del Pisa Folk Festival, ed è oggi dotata di diversi soci attivi in ogni momento dell’anno nella nostra città.

Il programma delle iniziative, svoltesi fra il 25 e il 28 maggio, ha visto una caratterizzazione decisa su donne, canti e lavori tradizionali, cui è stata dedicata anche la presentazione del 25 maggio al Lux. Quali le ragioni per questa peculiare declinazione?

«Innanzitutto è il primo anno in cui decidiamo di caratterizzare in modo così deciso il nostro Festival partendo da un tema centrale che è diventato unico filo conduttore di tutto l’evento. Abbiamo scelto il tema delle donne partendo forse proprio dall’argomento che volevamo affrontare nel corso nel dibattito/conferenza di apertura del festival: dopo aver dedicato due edizioni dell’Autunno in Folk ai canti di lotta e di protesta abbiamo ritenuto quasi naturale spostare la nostra attenzione sull’universo del lavoro femminile, andando a riscoprire il ruolo delle donne nell’economia italiana del dopoguerra e ripercorrendo a ritroso quel lungo e ancora incompiuto percorso di conquista dei loro diritti».

Uno spettacolo teatrale al Cinema Teatro Lux e due concerti conclusivi in piazza La Pera, cuore del centro storico. Sono il segno del grande impegno dell’Associazione nella connessione fra musica popolare e tessuto urbano. 
Alla luce della partecipazione al Festival, sentite di aver vinto questa scommessa? Che bilancio complessivo per il Pisa Folk Festival 2016?

«Ogni edizione del Festival ha la sua storia e la sua caratterizzazione. Per noi era importante tornare con i concerti in piazza quest’anno (dopo un anno di assenza del Festival nella consueta finestra di maggio) e abbiamo deciso di farlo in Piazza della Pera, un luogo che noi consideriamo ideale proprio in funzione della connessione con il tessuto urbano. Ovviamente il risultato numerico delle presenze ai concerti ci rende enormemente soddisfatti, ma ancor di più di questo ci rende orgogliosi essere riusciti a creare un momento di condivisione e arricchimento che ha coinvolto veramente tutta la cittadinanza, dai bambini, ai nonni, e che è riuscito a far vivere e a caratterizzare la piazza dall’ora dell’aperitivo fino a conclusione della serata».

L’Associazione è nata per portare fuori dal contesto universitario un appuntamento nato per volontà del sindacato studentesco. Diffondere la musica popolare, dunque, per evitare il fin troppo facile abbinamento fra lo studente fuori-sede d’origine meridionale e l’ormai quasi ordinario concerto di pizzica.
Su quali piste si sta muovendo l’attività ordinaria dell’Associazione? Cosa organizzate nel corso dell’anno, in attesa del Pisa Folk Festival?

«Ormai da quattro anni (dal 2012, anno di nascita), l’Associazione Pisa Folk ha cercato di ampliare l’offerta delle proprie iniziative, dando continuità alla propria attività e cercando di sviluppare quelli che possiamo definire i 4 pilastri della nostra Associazione: i Festival (da 3 anni, oltre al Pisa Folk Festival, organizziamo anche una rassegna autunnale – “Autunno in Folk), il Teatro, la Danza e il settore enogastronomico. Si tratta di appuntamenti che riempiono tutto l’anno, durante i quali siamo riusciti a dare spazio alle culture e alle tradizioni di tutto il nostro Paese, cercando anche un radicamento forte sul territorio attraverso il coinvolgimento, oltre che delle istituzioni, anche di numerose realtà associative attive in città».

Quali saranno i prossimi appuntamenti su cui l’Associazione si impegnerà?

«Stiamo già lavorando al prossimo Autunno in Folk, che come di consueto cercheremo di realizzare tra la fine di novembre e i primi di dicembre. Abbiamo inoltre in cantiere qualche collaborazione che ci permetterà di portare un po’ “Folk” anche nel corso dei mesi estivi».

Cosa possiamo aspettarci per il Pisa Folk Festival 2017, quindicesima edizione della rassegna?

«Come abbiamo già annunciato chiudendo il Pisa Folk Festival 2016, ci teniamo particolarmente a creare un appuntamento che ci permetta di festeggiare al meglio questi 15 anni di Festival. Proprio per questo abbiamo iniziato prestissimo la programmazione per il prossimo anno e speriamo che il lavoro porti i frutti sperati, mantenendo i nostri obiettivi e cercando di dare alle nostre attività un respiro più ampio. Probabilmente anche per il prossimo anno sceglieremo un tema che sia il perno attorno al quale ruoterà l’intero programma. Stiamo discutendo di tutto proprio in questi giorni e le sorprese saranno molte».

Ettore Bucci

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