Il cieco e lo spazzino, un corto tutto pisano

Intervista a Federico Malvaldi

Questo mese vogliamo parlarvi di un nuovo corto frutto della fantasia e del lavoro di un gruppo di giovani ragazzi di Pisa dal titolo “Il cieco e lo spazzino” girato nel Teatro Rossi di Pisa. Il cortometraggio è stato scritto e diretto da Federico Malvaldi e prodotto da Giulia Caneschi. A loro abbiamo posto alcune domande per saperne di più…

Locandina Il cieco e lo spazzino

Il cieco e lo spazzino è il titolo del vostro corto. Di che cosa si parla?

Ci troviamo in un vecchio teatro semi abbandonato ed al centro del palco siede silenziosa una figura: un uomo cieco. Perso nei suoi pensieri e visioni, verrà a contatto con un giovane un po’ trasandato che di mestiere fa lo spazzino. L’incontro darà vita a delle reazioni a catena nell’inconscio del giovane ragazzo che a causa di un evento, in apparenza insignificante, rivedrà messa in discussione tutta quanta la sua vita.

Cosa rappresenta il cieco e cosa lo spazzino?

Il cieco (Andrea Massei) rappresenta il teatro ed ha una funzione catartica. Egli riesce a toccare nel profondo lo spettatore e ad avvicinarlo alle emozioni che spesso lasciamo assopite dentro di noi; riesce a far rielaborare alcuni aspetti della vita che talvolta sotterriamo sotto gli strati della nostra coscienza. Lo spazzino (Daniele Matronola) invece, rappresenta l’uomo qualunque, colui che si accontenta di sopravvivere anziché vivere per mancanza di coraggio e per le necessità imposte dalla vita.

Andrea Massei (il cieco) Foto di Federico MalvaldiQuale è il messaggio del corto?

Attraverso il corto vogliamo trasmettere una nostra personale visione dell’arte. Oggi sempre di più, questa viene vista come un semplice intrattenimento e come un momento di pura evasione mentre per noi è qualcosa di più: è un modo per relazionarsi ed entrare in empatia col mondo e con noi stessi. Pensiamo che un’opera d’arte – un film, un quadro, una poesia o un’opera teatrale – debba colpire e mettere radici nel profondo di ognuno di noi per far si che quando torniamo alla realtà, sia rielaborata dentro di noi e non sia dimenticata subito dopo averla contemplata. C’è anche un secondo messaggio, che è quello di non arrendersi mai. Non è mai troppo tardi per riprendere in mano la propria vita.


Con quale aggettivo descriveresti il corto?

Tenero.

Realizzare questo corto è stata per voi una esigenza o un desiderio? Da dove è nato/a?

E’ stato un desiderio mio e Giulia è stata trascinata nel vortice (e menomale perché senza di lei non sarei capace di concretizzare un tubo). L’idea ci è nata durante la lezione di scrittura per la scena di Franco Farina che ci assegnò un esercizio dal quale è nata poi la sceneggiatura.

Vi siete ispirati a qualcuno o qualcosa?

Scrivendo la sceneggiatura il pensiero andava ad Arthur Miller ed al suo modo di rendere i personaggi e di dargli umanità tratteggiando un mondo interno pieno di mille sfumature. A prodotto finito nel nostro corto non rimane comunque nulla di quell’idea allontanandoci da ogni punto di riferimento, sia per la direzione che per la fotografia. Possiamo dire che questo piccolo lavoro è soltanto nostro cioè di tutta la produzione.

Il cieco e lo spazzino. Foto di Federico MalvaldiPerché avete scelto proprio queste due figure, un uomo cieco ed uno spazzino per veicolare questo messaggio?

I personaggi ce li assegnò Franco durante l’esercizio a cui facevamo riferimento prima. Ognuno estrasse a sorte due personaggi ed una ambientazione ed a noi toccarono in sorte un cieco ed uno spazzino in un teatro. Trovammo la cosa e un po’ da matti ma anche divertente e ci abbiamo lavorato su fino alla realizzazione del corto!

Personalmente vi è mai capitato di provare lo stesso stato d’animo dello spazzino nel corto?

Sì, è capitato un po’ a tutti credo. Siamo giovani e spesso alla nostra età capita di trovarsi davanti degli ostacoli che ti invitano a rinunciare ai tuoi progetti. L’importante è avere sempre voglia di mettersi in gioco, nonostante tutto.

Avete in mente altri progetti da voler realizzare in un prossimo futuro?

Sperimentiamo ogni giorno cercando di migliorarci il più possibile ma i nostri “disastri artistici” di solito non li rendiamo pubblici. Per il prossimo luglio abbiamo però in cantiere un nuovo progetto: un mediometraggio. Siamo alla ricerca di finanziatori per cercare di alzare l’asticella anche dal punto di vista delle attrezzature.

Daniele Matronola (lo spazzino). Foto di Federico Malvaldi
A chi vorreste dedicare il corto ed il suo messaggio?

Vorremmo dedicarlo a chi a volte ha voglia di arrendersi, ma non lo fa. A chi ha perso sette minuti e mezzo per guardare il nostro corto e dopo ha speso altro tempo facendoci delle critiche costruttive. Vorrei dedicarlo anche a tutta la produzione: i ragazzi sono stati fantastici e unici. Se siamo in concorso a vari festival il merito è tutto loro! Grazie a Mirko Ciabatti, direttore della fotografia; a Giulia Caneschi per aver trovato la concessione per girare al Teatro Rossi di Pisa, agli attori ed ai vari collaboratori tra cui fonici e la truccatrice; grazie ai nostri interpreti Daniele Matronola (lo spazzino), Andrea Massei (il cieco) Giulia di Sacco (la bambina) e Iago Menichetti (l’uomo nero).

Qui trovate anche il video integrale del corto

Daniela Farina

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