Se nessuno esce vivo dalla stanza 1408

1408 è il sesto film di Mikael Håfström, molto applaudito dal pubblico e dalla critica. Dietro il suo successo nasconde però una bizzarra e intricata storia di numeri. Il film esce nel 2007 ed è tratto dall’omonima short-story di Stephen King all’interno di Tutto è fatidico.

1408

Narra l’inquietante vicenda di Mike Enslin, ex scrittore di narrativa, che dopo la morte della figlia si dedica alla compilazione di guide su case infestate da presenze paranormali. Mike sfida con il suo scetticismo questi luoghi smascherandoli. Stavolta il compito del protagonista  è quello di trascorrere una notte all’interno della temibile stanza 1408, da cui nessun cliente è mai uscito vivo. Tuttavia questa esperienza si rivela assolutamente distante dalle precedenti e il regista riesce abilmente a costruire una vincente tensione, a paralizzare di terrore lo spettatore, senza sconfinare al di là di un’anonima suite newyorkese dalle tende di broccato.

Mikael Håfström crea una ricetta horror volgendo lo sguardo a grandi capolavori della storia del cinema dell’orrore, a cui dedica sottili citazioni. La canzone  trasmessa dalla radiosveglia We have only just begun dei The Carpenters è presente ne Il seme della follia di John Carpenter e la location retrò rimanda a Shining di Stanley Kubrick.

L’aspetto più affascinante di 1408 è proprio quello legato alla numerologia. Sommando tutte le cifre di 1408 si ottiene un numero nefasto: 13. Così come addizionando altri numeri che vengono enunciati nel corso dell’intreccio: il Dolphine Hotel è stato realizzato nel 1912, la temperatura della stanza è di 45-40°, l’indirizzo è 2254 Lexington, la voce off recita: “5 parla il 5, 8 parla 8.” Anche sommando le lettere del nome del protagonista al cognome si ottiene il numero 13 ed anche i piani dell’albergo sono composti da questo numero.

Sia Stephen King che il regista di Evil – il ribelle, fanno riferimento alla triscaidecafobia ovvero la paura collettiva nei confronti della sfortuna trasmessa dal numero 13. Questa fobia colpisce soprattutto il mondo anglosassone, al punto da eliminare ogni riferimento al numero dall’aereporto di Memphis. Le origini di questa brutta fama sono ancora sconosciute ma sembrano provenire dal mondo antico. Ad esempio il tredicesimo dio della tradizione celtica è il crudele Loki e il numero delle persone presenti all’Ultima cena è anch’esso 13 (12 apostoli più Gesù).

Un’altra curiosità numerica riguarda i finali alternativi. Anch’essi legati ad un numero dispari. Ne sono stati sviluppati tre e nessuno coincide con quello scritto da Stephen King nel racconto breve ma sono totalmente il frutto dell’esprit del regista.

Francesca Lampredi

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