Riccardo Muti: Prove d’orchestra

Otto DVD, un viaggio all’interno della musica – sinfonica e operistica – da Berlioz a Dvořák passando per Verdi, Schubert, Cimarosa, Mozart e Paisiello, sotto la guida del M° Riccardo Muti, il tutto contenuto in un cofanetto con un titolo perfetto nella sua semplicità: Prove d’orchestra.

Il M° Riccardo Muti durante la prova della Sinfonia “Jupiter” di Mozart.

Certamente si tratta del prodotto di punta della Riccardo Muti Music e nel corso degli anni ha riscontrato un sempre crescente favore da parte del pubblico e della critica, grazie anche al passaggio sui canali RAI 5 prima e RAI 1 poi (passaggio che è valso al programma il Premio Moige per la miglior trasmissione televisiva nel 2016); con Prove d’orchestra il M° Muti prosegue la propria attività di importante divulgatore della cultura musicale e lo fa con leggerezza, ironia, rigore, passione. 

Una delle cose più sorprendenti di questo cofanetto è che si tratta di effettive prove d’orchestra, quindi – per usare le stesse parole del Maestro – non si deve far finta di fermarsi in un certo punto per parlare al pubblico di questa o quella particolarità del brano, ma tutto avviene con grande spontaneità, esattamente come accade durante le normali prove d’orchestra.
Questa spontaneità si nota distintamente quando il direttore richiama l’attenzione dell’Orchestra Giovanile Cherubini e dell’Orchestra Giovanile Italiana o della Camerata Strumentale Città di Prato sugli aspetti più profondi della partitura, sul significato di alcune dinamiche o di certi incatenamenti; certo, il pubblico viene coinvolto nella prova, ma sempre in modo naturale, non “preconfezionato”. In questo modo si possono apprezzare ancor meglio le indicazioni e le puntualizzazioni del Maestro: quella parola illuminante, chiarificatrice, non viene spesa in modo enciclopedico ma didattico, non come sfoggio di conoscenza ma per aiutare l’orchestra ad avere una visione più profonda di ciò che deve eseguire e il pubblico nel comprendere l’universo musicale (anche oltre l’argomento di quella specifica prova).

In questo modo il M° Muti conduce lo spettatore attraverso le otto prove: dalla Symphonie Fantastique e dal Lelio di Berlioz alle Quattro stagioni di Verdi, dalla Sinfonia Incompiuta di Schubert al Ritorno di Don Calandrino di Cimarosa, alla Jupiter di Mozart, al Matrimonio inaspettato di Paisiello fino alla Sinfonia n. 5 di Dvořák. Un percorso, quello contenuto nel cofanetto di Prove d’orchestra, che affascina tanto il semplice appassionato quanto il musicista: la chiarezza delle parole del Maestro, la meticolosità nello studio della partitura e dell’esecuzione di questa, rappresentano strumenti di altissima fattura consegnati alle mani del pubblico.

Ciò fa sì che Prove d’orchestra abbia una duplice valenza. Da una parte costituisce un documento di eccezionale importanza sulla figura dello stesso Riccardo Muti, ossia il lato umano: di come interagisce con pubblico ed esecutori, in modo garbato e signorile ma sempre in equilibrio tra il serio e il faceto; dall’altra rappresenta una delle fonti primarie circa il dono più grande che Riccardo Muti ha da offrire ai contemporanei e ai posteri: il suo metodo.

È naturale che ognuno segua il proprio gusto e che preferisca quel direttore d’orchestra piuttosto che l’altro, così come è naturale – anzi, doveroso – che si discuta delle interpretazioni di un direttore, ma bisogna avere l’onestà intellettuale di ammettere che il metodo adottato dal M° Muti sia obiettivamente quello che ogni musicista, direttore e non, dovrebbe seguire. Non si tratta di mettersi a imitare Muti o rinunciare alla propria individualità, si tratta di riconoscere che mettere al centro del proprio lavoro lo spartito sia l’unica strada percorribile, senza porsi al di sopra del compositore inserendo aggiunte indebite, ma cercando di individuare quella che è effettivamente l’intenzione dell’autore, “smontando” la partitura battuta per battuta, accordo per accordo, anche nota per nota laddove fosse necessario. «Il segno scritto è il Vangelo, non la tradizione», come disse lo stesso M° Muti nella presentazione del Rigoletto alla Bocconi nel 1994. Questo significa eliminare tutto ciò che non appartiene allo spartito e quindi alle intenzioni del compositore; fatto questo bisogna aggiungere l’interpretazione, in cui ci si possono prendere maggiori o minori libertà, ma il margine diventa irrilevante laddove queste libertà siano perfettamente inquadrate nel senso voluto dal compositore. Questa è la forza del pensiero musicale di Riccardo Muti e del suo metodo.

L’elegante cofanetto di Prove d’orchestra – contenente gli otto DVD e un libretto con la traduzione del libretto del Lelio di Berlioz assieme a una presentazione dell’Italian Opera Academy  può essere acquistato direttamente sul sito ufficiale della Riccardo Muti Music. Non è solo divulgazione culturale, ma uno straordinario documento sull’attività di uno dei più grandi direttori d’orchestra d’ogni tempo.
 

 

 

 

Photocredit: Riccardo Muti Music

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