Il Bello del Classico – Tabucchi

Tabucchi insegnante nel ricordo di un’allieva. Lezioni e consigli di un maestro della letteratura.

Ottobre 1971. Nella classe III D di un Istituto scolastico superiore della provincia di Pisa, ventinove ragazze stanno aspettando il loro nuovo insegnante di Latino. Sono abbastanza nervose. La loro scuola non è un posto troppo accogliente; gli insegnanti, con rare eccezioni, sono poco inclini all’ascolto delle loro esigenze e anche a quelle del mondo esterno, che pure è un mondo turbolento. Il ’68 è appena passato e la società sta cambiando a un ritmo incredibile di cui, proprio la loro scuola, sembra non rendersi conto. Le ragazze, invece, sono sensibili alla trasformazione, che avviene in loro, appena sedicenni, e fuori, nelle piazze. Leggono e si interessano a tutto, hanno letto Don Milani ma la scuola di Barbiana non è in quei freddi stanzoni che le accolgono ogni giorno. E quindi temono che questo nuovo insegnante non sia diverso dagli altri. La loro è l’età dei sogni, ma, se anche hanno speranze, la loro non è l’epoca delle illusioni.

Il tipo che entra è un giovane uomo, non molto alto, magro, biondiccio e con un enorme paio di baffi. Sorride, non sembra particolarmente severo. La bidella Carla dirà loro in seguito che, quando ha saputo che sono tutte femmine, ha detto ridendo di non voler entrare. Si presenta: “Buongiorno, sono Antonio Tabucchi, il vostro supplente di Latino.”

Antonio_TabucchiQuando ci siamo accorte di avere di fronte una persona eccezionale? Credo dalla prima ora. Non era possibile incontrarlo senza sentire immediatamente la sua forza empatica. Capivi subito che se si rivolgeva a te era pronto ad ascoltarti. Sorrideva e rideva spesso. Ti chiedeva della tua vita, di ciò che leggevi, se andavi al cinema, cosa ti piaceva e capivi subito che non erano domande qualunque: il Professore ti ascoltava, ti voleva conoscere! Gli dicevi che abitavi in un paesetto con pochi stimoli e lui capiva di cosa parlavi, anche lui era cresciuto in un paese, ti diceva. Ma poi ti parlava del mondo, dell’universo culturale che non conoscevi, del teatro, dell’arte, dei libri.

I libri. Ho già raccontato, da queste pagine, dei libri che il Professore ci suggeriva, al ritmo di due o tre al giorno. Libri con titoli evocativi, Ragazzo negro, Un albero cresce a Brooklyn, Cent’anni di solitudine…

I libri sono sempre stati la mia passione. Leggere, per me, è una gioia rinnovata e ritrovata ogni giorno della mia vita. I libri consigliati dal Professore li ho letti tutti, nessuno mi ha deluso: in tutti ho ritrovato un po’ dei suoi insegnamenti, dei suoi valori, del suo modo di essere. Con quei libri sono cresciuta.

Pochi anni dopo quella mattina di ottobre ho incontrato il primo romanzo di Tabucchi, Piazza d’Italia. Inutile dire che l’ho letto con un’emozione unica. L’emozione di una studentessa di lettere che per la prima volta nella sua vita, sa di poter vedere in quel romanzo qualcosa di più di quello che tutti possono leggere, perché sa di poterci trovare l’uomo che lo ha scritto.

piazza-dItaliaPiazza d’Italia è un libro da leggere e rileggere. Ha quasi cinquant’anni, ma potrebbe essere stato scritto ora.
La storia è semplice e complicata: una famiglia, un paese di campagna, la storia di una nazione. Tre generazioni di ribelli dai nomi esemplari: Garibaldo, Quarto, Volturno; nomi non così improbabili nelle campagne toscane tra Ottocento e Novecento. Anarchici prima, poi comunisti. Tutti traditi dalla realtà. La storia, dall’Unità d’Italia ai primi anni della Repubblica, si insinua nella vita di questi uomini, li sconvolge, spesso li uccide ma non li doma. Le lotte contadine, la dittatura, le guerre, i massacri, i padroni e poi l’amore, l’amicizia, i viaggi: le storie di questi personaggi potrebbero essere state vissute dai nostri nonni e dai nostri genitori; tutti quei nessuno che hanno costruito l’Italia con il lavoro, la fatica e la passione di ogni giorno; tutti manipolati o schiacciati dal Potere. Nella piazza del paese di Borgo (nel quale è facile riconoscere Vecchiano) c’è un monumento che rappresenta Garibaldi nell’atto di donare una bambina. E’ l’Italia che viene offerta ora al Re, ora al duce, ora alla Democrazia. Anche qui, come nella Sicilia del Gattopardo, tutto cambia perché tutto rimanga uguale.

E poi ci sono le donne. Belle, forti, deboli, superstiziose, orgogliose… un catalogo completo di eroine della quotidianità. Vere: in tutte loro puoi riconoscere un po’ di te stessa, un po’ delle donne della tua vita.
Il romanzo è costruito in tre tempi, un epilogo (che però è nella prima pagina) e un’appendice. Capitoli brevi, con un intreccio che scompone la fabula, la smonta, la ricostruisce, la confonde, ci gioca. Il tempo, sembra suggerirci ancora il narratore, non è un valore assoluto, la storia si ripete, avvolge e riavvolge i destini degli uomini, li mischia, li rende tra loro contemporanei.

antonio_tabucchi_by_raschiabarile-d4u4pms

E poi la magia, il miracolo dell’irreale che si compie nel reale.
Quando lessi Piazza d’Italia per la prima volta, quattro decenni fa, stavo divorando la letteratura sudamericana che proprio il Professore mi aveva fatto scoprire. Ebbene, in questo romanzo, forse più che in altri suoi, anche più maturi e più completi, ritrovai il suo amore per quel realismo magico che caratterizza la narrativa di Marquez, Borges, Cortazar. E mi sembrava di vederlo, Tabucchi, col suo sorriso sereno, mentre costruiva queste vicende dure arricchendole di poesia, raccontando della fuga in volo delle finestre di Borgo, incapaci di condividere l’orrore di una strage, o delle magiche evanescenti atmosfere marine, dei Circhi che portano le novità in paese, come facevano gli zingari di Melquiades.

Mi sembra di vederlo ancora, Tabucchi, come l’ultima volta che l’ho visto, a Pisa, alla presentazione de La testa perduta di Damasceno Monteiro. Quando gli dissi che per ‘colpa’ sua ero diventata un’insegnante di lettere, mi abbracciò ridendo, e mi disse che questo era il mestiere più bello del mondo.

Donatella Piccini

Condividi l'articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.