Vittorio Cavallini a Villa Pacchiani

Vittorio Cavallini
Io penso, io sono
 
per così lontano così vicino #4
 
a cura di Ilaria Mariotti
 
Villa Pacchiani Centro Espositivo
Piazza Pier Paolo Pasolini, Santa Croce sull’Arno
 
inaugurazione sabato 23 maggio 2015 ore 18.00
 
23 maggio – 5 luglio 2015 
dal venerdì alla domenica ore 17.00-20.00
 
info: Comune di Santa Croce sull’Arno tel 0571 30642; 0571 389953
 
invito Cavallini web
 
 

Sabato 23 maggio alle ore 18.00 presso il Centro Espositivo Villa Pacchiani di Santa Croce sull’Arno si inaugura la quarta tappa del progetto Così lontano così vicino, un’iniziativa del Comune di Santa Croce sull’Arno. Assessorato alle Politiche ed Istituzioni Culturali con la sponsorizzazione di Cassa di Risparmio di San Miniato, Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato.

Il ciclo di mostre vede esposto all’interno del Centro Espositivo il lavoro di artisti del territorio che partecipano attivamente ad iniziative di livello nazionale condividendo percorsi culturalmente significativi nel panorama dell’arte presente.

Io penso, io sono si struttura come una mostra personale di Vittorio Cavallini in cui confluiscono le sue molteplici attitudini che, insieme, contribuiscono alla costruzione del ritratto di un artista, alla sua propensione nel lavorare con gli altri, alla sua attività di designer (con Paola Mariani) per il marchio Vano Alto.

Cavallini parte dai materiali naturali, soggetti all’azione dell’uomo che trasforma la materia in oggetti, alcuni con una funzione d’uso, altri che rimandano esclusivamente alla necessità di essere come esercizio del pensiero e traduzione del pensiero in immagine.

Gli oggetti di Vittorio Cavallini sono ambigui: sono contenitori, appendiabiti, (Famiglie di contenitori, 2015 e Sculture a muro, 2015) ma sono sculture dove il confronto dei materiali spesso tra loro antitetici genera la forma e suggerisce la funzione.

All’interno del percorso pensato appositamente per Villa Pacchiani si alternano lavori nuovi, generati dalla sollecitazione dello spazio e realizzati per l’occasione, con opere prodotte in tempi diversi, oggetti che costellano l’attività molteplice: disegni, schizzi, dipinti, tessuti, le brocche e i vasi e i candelieri di Vano Alto si mescolano a sculture minimali, e si riferiscono ad un percorso di pensiero tutto compatto e tuttavia multiforme.

Vittorio Cavallini traccia segni sulla carta ricercando modi sintetici che si appellano ai sistemi percettivi per studiare la profondità (Viaggio nello spazio, 2013-2015). Gli stessi segni si trasmettono sul tessuto, ricamati con tratti talvolta sottili, talaltra insistiti, per studiare un possibile motivo che è decorativo e concettuale insieme e che possa essere riprodotto serialmente.

Mobili prodotti in serie si agglomerano a creare nuove funzioni (Oggetti fatti di oggetti, 2012 – 2015) due tavoli diventano una lampada, due sedute un tavolo, in un costante ripensamento di forma e funzione in agglomerati che possono essere modificati smontati e rimontati in qualunque momento.

La reazione di materiali diversi produce effetti fisici: vetro, sabbia, acqua, argilla si comportano con regole proprie nel confronto con altri materiali con cui – con un’azione quasi provocatoria – sono messi in contatto. In Come lavora la terra con il cielo (2011 – 2015) è l’argilla che diventa espressione essa stessa dei movimenti di aria e acqua della cava di Marti. Un bolla di argilla che si affaccia sul cielo spinta dalla vita nascosta e quasi dai rapporti di forza tra aterie diverse, Quella stessa cava  in cui, nel 2010 è nato “Laboratorio”, il tentativo di mettere in relazione artisti, metodologie e processi di lavoro di Vittorio Cavallini, Nicola Martini e Jacopo Menzani che hanno invitato Andrea Kvas, Luigi Presicce e Attila Faravelli. “Laboratorio” si è successivamente spostato al Brown Project Space di Milano, e, con la partecipazione anche di Davide Daninos, al MACRO di Roma.

Vittorio Cavallini è poi parte di Base/Progetti per l’Arte, il collettivo di artisti che operano in Toscana e che ospita nel loro spazio di via S. Niccolò a Firenze  i progetti inediti di artisti internazionali.

Il suo è un percorso sul paesaggio e nel paesaggio: per via delle sue numerose relazioni con artisti, per il pensare al percorso di realizzazione dell’opera equivalente all’opera stessa nelle sue declinazioni più diverse, per via delle collaborazioni con artigiani del territorio delle quali le opere e gli oggetti diventano una sorta di ritratto indiretto.

Come una sorta di ritratto indiretto che invita l’ascoltatore ad acuire l’attenzione è Corpi solidi su fondo di navi e uccelli (2012), la traccia audio tratta da una video-intervista a Carl Gustav Jung nella sua casa sul lago di Zurigo nel 1958. Dopo aver eliminato i riferimenti visivi e tagliato le voci dei due interlocutori, l’attenzione si concentra sui suoni dell’ambiente; i suoni della stanza, dei colpi sul pavimento del bastone che Jung agita nel rispondere alle domande, il movimento dei battelli sul lago, il verso dei gabbiani, sono tutti elementi che descrivano la particolare posizione del luogo in cui avviene l’intervista. Questi suoni diventano protagonisti offrendo una quantità di indizi sul momento forse superiore a quella offerta dal video.

 
Vittorio Cavallini è nato a Lucca nel 1973; dopo essersi diplomato in scultura all’Accademia di Belle Arti di Firenze, si è trasferito a Marti, una piccola località della Toscana, dove ha trasformato un vecchio fienile nel suo laboratorio ed ospitato a più riprese artisti di diversa provenienza. L’attitudine per il lavoro in spazi condivisi, gli ha permesso di sviluppare nel tempo progetti che coinvolgono gruppi di persone con interessi e modalità di lavoro diverse e di lavorare con artisti internazionali, teorici e musicisti. Nel 2013 ha fondato, insieme a Paola Mariani, lo studio di design Vano Alto con il quale ha esposto i suoi oggetti a Milano, Torino, Parigi e Londra. I suoi lavori sono presenti in collezioni pubbliche e private.
Dario Soriani
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