E’ difficile definire cosa sia un tabù quando di parla di sessualità. Passati gli anni, turbolenti, del perbenismo e della borghesia vittoriana oggi sembra assurdo dover ancora trattare tematiche come quelle che escludono dal panorama sociale alcune pratiche o modi di pensare o di, peggio ancora, di essere. Ma in realtà qualcosa ancora deve essere del tutto messo a nuovo. Come le concezioni riguardanti genere e sesso e soprattutto i personali utilizzi che ognuno di noi ne fa: si pensi ai feticismi, alle parafilie, oppure alle transizioni sessuali.
Elencando uno per uno i presupposti che danno vita ad un tabù, in fondo, ci si rende conto di quanto sia del tutto privo di fondamento pensare che nascondere, sottintendere o, meglio ancora, celare la realtà agli occhi di un qualsivoglia giudice possa rendere meno ansiosi rispetto alla performance da compiere agli occhi della società. E oggi più che mai è necessario affrontare un tema scottante che ha riscosso il giusto interesse per la critica letteraria, antropologica, religiosa, politica e quotidiana: quello riguardante il famigerato Gender. Sì! Ne abbiamo sentito parlare parecchio, soprattutto in relazione alle sommosse alzate da vari genitori intimoriti dal Gender. Pare stia entrando nelle scuole, si stia facendo avanti sotto mentite spoglie e voglia mettere in testa ai nostri figli che il sesso, la sessualità, il genere siano solo invenzioni fantascientifiche codificate da un sistema di freaks che cerca in tutti i modi attuare metodi escatologici per giustificare finalmente la propria anormalità.