Nuova vita per gli Arsenali Repubblicani

Sulla riva destra dell’Arno, a Occidente, appena fuori le mura medievali sorgeva una vasta area destinata alla manutenzione e all’armamento della flotta militare pisana. La struttura urbana di Pisa aveva raggiunto, nel XII secolo, il suo assetto definitivo dopo la costruzione dei cinque lotti delle mura (1155-1161) e in seguito al completamento delle infrastrutture del porto.

Agli inizi del XIII secolo emerse la necessità di raccogliere tutte le attività cantieristiche in un unico spazio protetto, un’area, di circa quattro ettari, citata dalle fonti col nome di Tersana: darsena, cantiere e porto rifugio. Le strutture cantieristiche furono ordinate in uno spazio trapezoidale, nei pressi del monastero di San Vito, il cui tratto di fiume, tra l’antica Porta Degazia (della dogana) e il Ponte Novo, è citato dalle fonti fino al XII secolo come Guardia Sancti Viti.

Le imbarcazioni, infatti, provenienti o dirette al mare dovevano sostare dinanzi a San Vito fino all’espletamento delle operazioni doganali.I lavori furono condotti in più fasi unitamente al completamento degli ultimi strati delle mura urbane, come si può dedurre osservando i materiali superstiti e il loro assetto. I tre lati del recinto, costruiti ex novo e sopraelevati nel 1286, nel 1398 e nel 1420, sono sostanzialmente conservati, mentre il preesistente lato orientale fu demolito nel 1542 per far posto al Giardino dei Semplici: il primo nucleo dell’Orto Botanico, trasferito nell’attuale sede a partire dal 1591.

La struttura difensiva della Tersana sarà rafforzata dalla costruzione di quattro torri, in diverso ordine di tempo, agli angoli del recinto. L’angolo sud-est era già stato difeso nel 1059 dalla Torre dell’Arno, a guardia della Porta Degazia. L’edificio sarà sostituito dalla Torre Guelfa, realizzata nei suoi pressi dai fiorentini nel 1409, e ricostruita fedelmente dopo i bombardamenti del 1944.

Torre Guelfa, vista dall'interno degli Arsenali Repubblicani

Torre Guelfa, vista dall’interno degli Arsenali Repubblicani

Nel 1290 venne edificata, all’angolo sud-ovest, una torre utilizzando i mattoni delle case abbattute di “certi usciti guelfi” e, “per lor onta”, chiamata Torre Ghibellina. Questa proteggeva la nuova porta Degazia, che andava a sostituire la più antica ormai arretrata rispetto alla nuova sistemazione difensiva.

La Torre di Sant’Agnese all’angolo nord-est, eretta nel 1394 nei pressi dell’omonima chiesa, è un edificio a pianta quadrata interamente in mattoni eccetto i cantonali in pietra calcarea. All’angolo nord-ovest, infine, restano tracce della quarta torre, detta di San Giorgio, simile a quella precedentemente descritta. Si ritiene che questa struttura fosse fornita di ponte levatoio a valico di un fossato che cingeva la Tersana, a nord e a ovest, prima confluire in Arno ai piedi della Torre Ghibellina.

Nel momento di maggiore sviluppo delle attività cantieristiche – secondo una descrizione suggestiva tramandata da un anonimo fiorentino agli inizi del Quattrocento – l’Arsenale contava 80 porticati, probabilmente in legno, per la fabbricazione e l’armamento delle galere, e molte botteghe artigiane. Il lavoro veniva condotto per i bisogni della città, ma anche su commissione di mercanti di altri paesi mantenendo viva la secolare vocazione marinara di Pisa. Unici resti degli ottanta portici sono nove archi a pieno centro ascrivibili all’epoca della prima balza del recinto murario.

Torre Guelfa, vista dall'interno degli Arsenali Repubblicani

Jacopo de’ Barbari, Veduta di Venezia, xilografia, 1500 (particolare dell’arsenale), fonte: associazionearbit.org

 

All’estremo lembo occidentale della Tersana si trova l’Arsenale Repubblicano, edificio recentemente recuperato. Di controversa datazione costituisce, tanto per dimensioni originarie quanto per impegno, una delle opere in laterizio più importanti realizzate dalla Repubblica di Pisa durante la sua indipendenza.

Si tratta di un’ampia struttura a telai a pianta romboidale che contava cinque portici, di cui ne restano quattro per la demolizione di quello meridionale. La realizzazione di questa struttura comportò la scomparsa dei nove portici precedenti, che ne avrebbero altrimenti impedito il funzionamento, e un completo riassetto delle attrezzature cantieristiche.

Dal punto di vista strutturale l’edificio è organizzato in una serie di navate parallele su pilastri che sostengono le ampie arcate. Le corsie avevano, come nelle strutture di questo tipo, un tetto a due spioventi coperto da lastre di ardesia fissate alle capriate in legno.

Arsenali Repubblicani, arcate e copertura lignea, ricostruiti nel recente recupero

Arsenali Repubblicani, arcate e copertura lignea, ricostruiti nel recente recupero

La struttura attuale non è che una porzione di un edificio più lungo che continuava verso nord e verso sud come rivela, per esempio, la presenza dell’imposta di un arco sul muro esterno a ovest. Addossati alla muratura esterna, a nord, si trovano sette contrafforti che servivano da sostegno alla muratura perimetrale, originariamente interna. Analogamente è possibile individuare le tracce delle arcate originali nel muro esterno a sud.

Il cronista fiorentino tace in merito all’Arsenale e questo fatto, potendo essere giustificato con il decadimento e il disuso della struttura, avvalora l’ipotesi di datazione trecentesca risalente all’epoca del governo di Fazio di Donoratico (1305-40). Negli ultimi tempi d’indipendenza della Repubblica si accentuò la funzione difensiva dell’area e le armature in dotazione della Tersana andarono all’esercito che combatteva per terra. Il cantiere navale si trasformò, così, in deposito e fabbrica di armi e di attrezzature per la difesa territoriale.

La definitiva perdita delle funzioni originarie si ebbe, sul finire del Trecento, con la  trasformazione “a guisa di cittadella” e la realizzazione di una prima merlatura laterizia per ordine di Jacopo D’Appiano (1322-98).

L’inevitabile distacco tra la città e il complesso si accentuò, infine, nel 1405 quando il popolo insorse contro la dominazione di Gabriele Maria Visconti che fu costretto a rifugiarsi con i suoi sodali nella Cittadella. I cittadini per difesa “feciono tra loro e la cittadella un fosso e in sul fosso uno isteccato, e disfeciono molte case per farlo più forte”. In questa circostanza vennero operate, infatti, gravi distruzioni sia da parte degli uomini dei Visconti sia da parte dei Pisani che non esitarono ad appiccare il fuoco e a disfare quella che era divenuta, e sarebbe rimasta, una fortezza nemica.

Le strutture ascrivibili alla successiva ricostruzione fiorentina sono la Torre Guelfa e l’ultima sopraelevazione delle mura. Per questa realizzazione militare fu utilizzato materiale di spoglio attuando un programma di sventramento urbanistico allo scopo di creare attorno alla roccaforte una cortina difensiva totalmente sgombra da edifici. Furono demoliti il borgo di San Vito e quello diSan Paolo, a sud dell’Arno, nati dai nuclei monastici. Si procedette quindi alla realizzazione del sistema difensivo occidentale che, dalla Cittadella attraverso il Ponte a Mare, terminava sulla riva sinistra con il Bastione Stampace. Nel 1440 iniziarono i lavori della Cittadella Nuova, all’estremo orientale della città, ultimati nel 1468. Da questa data possiamo ritenere ripresa l’antica funzione di darsena della Tersana.

Un complesso notevole di progetti  e di realizzazioni si registrò durante il governo di Cosimo I de’ Medici (1519-74) che prese ad occuparsi in modo continuativo delle “cose di Pisa”. La realizzazione dei navigli della flotta toscana, oramai troppo grandi per il vecchio Arsenale, necessitò di nuovi spazi. Nel 1546, il nuovo Arsenale Mediceo varò la prima galera interamente costruita da maestranze locali. Si concluse così la tormentata vicenda degli Arsenali Repubblicani la cui attività cessò definitivamente nel 1747, quando le strutture furono destinate alle truppe di cavalleria.

Galera sottile, XV secolo

Galera sottile, XV secolo

 

Enzo Lamassa

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