Ermafrodito: il mito tra mondo classico e attualità

L’Ermafrodito dormiente, oggi al Louvre, costituisce uno degli omaggi più celebri alla mitica figura di Ermafrodito, giovane dio dalla duplice sessualità. Probabilmente ispirata ad un’originale bronzea del 155 a. C. circa, la statua fu rinvenuta a Roma, a Santa Maria della Vittoria, in occasione dei lavori per la costruzione della chiesa, intorno al 1608. Subito acquistata dal cardinal Scipione Borghese, le venne riservata addirittura un’intera sala della villa cardinalizia, affrescata con storie ispirate allo stesso mito, tanta era l’ammirazione in grado di suscitare. Il protagonista, dolcemente addormentato, trae in inganno lo spettatore che lo osserva su ciascun lato: nonostante il volto, estremamente femminile, lasci immediatamente pensare che si tratti di una ragazza, gli attributi sessuali presto rivelano la convivenza dei due generi. Il corpo, a grandezza naturale, è rilassato su un materasso aggiunto postumo, nel 1620, da Gian Lorenzo Bernini che riuscì a conferire all’insieme un senso realistico, quasi tattile, come si riuscisse a percepire la morbidezza del letto.

12957299_10208240612826330_1406581795_n Secondo il poeta latino Ovidio, Ermafrodito era un ragazzo straordinariamente bello che fu reso androgino in seguito all’unione con una ninfa. Figlio di Ermes e della dea dell’amore, Afrodite, nell’arte greco-romana è spesso raffigurato come una fanciulla dotata di attributi maschili, simbolo di fertilità dato che, possedendo le caratteristiche di entrambi i generi, in Ermafrodito convivevano la capacità di concepire e fecondare. Per questo nell’antichità classica il personaggio mitologico è stato associato all’istituzione matrimoniale a simboleggiare il sacro vincolo dell’uomo e della donna. La vicenda di Ermafrodito ha inizio proprio a causa di una travolgente passione amorosa. La ninfa Salmace si innamorò del giovane al punto tale da implorare gli dei di legarla per sempre a lui, senza che vi fosse possibilità di essere mai separati: fu così che i due vennero fusi in un unico corpo, metà maschio e metà femmina. Essendo entrambi i genitori appartenenti alla sfera dell’erotismo e della fertilità, spesso Ermafrodito è identificato con Afrodito, l’equivalente maschile di Afrodite, e considerato, secondo alcuni miti, come fratello di Priapo, divinità conosciuta per il perenne stato di eccitazione sessuale. Le più antiche tracce del culto di questo giovane dio si trovano sull’isola di Cipro dove, secondo la testimonianza di Macrobio, era venerata una statua di Afrodite, ma dotata di sembianze maschili e di barba: durante il culto i partecipanti ai riti, donne e uomini, erano soliti scambiarsi gli abiti dando vita ad una sorta di precoce travestitismo.

François-Joseph Navez, la ninfa Salmace ed Ermafrodito, 1829 . Fonte: Wikipedia.it

François-Joseph Navez, la ninfa Salmace ed Ermafrodito, 1829 . Fonte: Wikipedia.it

Ermafrodito, figura dalla duplice sessualità, mitica quanto attuale, serve da stimolo per riflettere sulla questione dell’identità di genere, tema al centro del dibattito sociale. L’arte è un veicolo necessario per riuscire ad andare oltre scetticismi e preconcetti, negando l’etichetta formale di una cultura che impone canoni convenzionali, ma dimostrando che al di là di immagini apparentemente grottesche si trova un’ideale estetico, l’ermafroditismo, largamente apprezzato non solo in passato. La figura dell’ermafrodito, infatti, risulta essere molto attuale, tanto da diventare vessillo della cultura Camp, cui già dagli anni’60, la scrittrice e intellettuale americana Susan Sontag riserva ampio respiro.

Camp SontagIl Camp è un movimento che, affrontando parallelamente anche la tematica transessuale, si pone l’obiettivo di elevare ciò che comunemente viene considerato kitsh e frivolo. Non a caso nel suo Notes on Camp, pubblicato nel 1964, in cui si vuole ribadire il concetto del bello perché orribile, la Sontag inserisce un saggio dedicato alla fotografa Diane Arbus che si era concentrata su individui non rispondenti ai canoni di una normalità prefissata: sperava di suscitare nello spettatore una reazione forte, invitandolo a guardare l’aspetto crudo della vita senza avversione.

Joel-Peter Witkin, Gods of Earth and Heaven, Los Angeles, 1988. Fonte: Phillips.com

Joel-Peter Witkin, Gods of Earth and Heaven, Los Angeles, 1988. Fonte: Phillips.com

Il Camp rifiuta l’idea di bellezza in favore dell’artificiale e dell’esagerazione, di tutto ciò che è eccentrico, innaturale ed estremo. Susan Sontag compie un’analisi a ritroso, facendo risalire le origini del pensiero al Manierismo, al Barocco e soprattutto l’Art Nouveau, senza trascurare il cinema. Ed è proprio tra i divi cinematografici che si personificano gli ideali estetici camp, tanto che l’androginia di Greta Garbo diventa icona. Come simbolo della propria sensibilità il Camp si serve di un corpo in grado di raggiungere l’astrazione sessuale, possibile attraverso la negazione della propria identità fisica. La capacità di convertire il genere, data la mancanza di sessualità definita, è in linea con l’idea di artificio. Tutte queste caratteristiche sono riassunte nella figura dell’ermafrodito, elevato a modello estetico. Questo offre uno stimolo per riflettere sulla capacità di un modello iconografico di mantenersi fresco e appropriato a vari contesti storici, in grado di declinarsi in varie forme e adatto al mondo di oggi nonostante le origini antiche, quando era addirittura venerato.

Greta Garbo. Fonte: Lezpop.it

Greta Garbo. Fonte: Lezpop.it

L’Ermafrodito marmoreo, perfetto nella resa esecutiva, era considerato un bene tanto prezioso che, a seguito del matrimonio di Camillo Filippo Ludovico Borghese con Paolina Bonaparte, fu trasferito a Parigi. Per colmare il vuoto lasciato, a villa Borghese adesso si trova una copia dell’originale mentre una terza variante, rinvenuta nel 1880, è conservata al museo romano di Palazzo Massimo. L’esistenza di varie statue antiche dedicate a Ermafrodito, come quelle degli Uffizi, dell’Hermitage, dei musei vaticani, oltre ad altri esemplari seicenteschi, alcuni in bronzo, dimostra il vasto consenso ottenuto da tale soggetto presso i collezionisti. L’omaggio più recente alla statua del Louvre è firmato dall’artista statunitense Barry X Ball che, nel 2010, ne ha eseguito una copia fedelissima in marmo nero del Belgio.
Questa figura celebrante una sessualità indefinita, nata nella Grecia antica, in una società, quindi, che non solo non osteggiava ma, anzi, incoraggiava una sessualità libera, si è mantenuta intatta nei secoli. Ciò che, un tempo, rientrava nell’ideale classico di bellezza è tornato al centro dell’interesse di artisti contemporanei, capaci di andare oltre l’apparenza in virtù di un’estetica reale ma, a tratti, spaventosa. Lo spettatore deve riflettere sul fatto che il senso di paura o disgusto suscitato da un’immagine non dipende dal soggetto ritratto ma dalla percezione comune che influenza l’opinione personale. In questo senso l’arte offre una chiave di lettura in grado di andare oltre lo stigma sociale in favore di una mentalità più aperta.

Ermafrodito dormiente. Fonte: Viviversilia.it

Ermafrodito dormiente. Fonte: Viviversilia.it

Cristina Gaglione

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