Galileo: il mito tra Otto e Novecento

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Museo della Grafica, Palazzo Lanfranchi, Pisa, fino al 30 ottobre

Nel 450° anniversario della nascita del grande scienziato pisano, il Museo della Grafica a Palazzo Lanfranchi gli dedica una curiosa mostra che lo ritrae attraverso gli occhi del risorgimento e del novecento. Stampe, dipinti, sculture e oggetti della vita di tutti i giorni, rendono omaggio a Galileo con un tono giocoso e frizzante, ma allo stesso tempo con la medesima attenzione storica e scientifica che si dedica a un personaggio così importante.

Ho visitato la mostra a giugno, in occasione dell’evento organizzato dal museo “Segni di marmo e armonie celesti”, rappresentazione in costume che ricreava l’atmosfera della Pisa di fine Settecento, e che dedicava un’ampia parte alla celebrazione delle scoperte di Galileo. Ho avuto l’occasione di vedere la figura di Galileo in un momento il cui il museo era completamente vuoto, e ho potuto osservare la scansione delle opere di una così autorevole figura che sembrava diventare l’emblema di una società, quella risorgimentale, alla ricerca di punti di riferimento etici e morali.

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Nella mostra, l’immagine di Galileo subisce continue trasformazioni: dalla veste ufficiale di scienziato nei momenti salienti della sua vita, ritratto nelle litografie di Ulacacci e di Eugène Pontus Jazet (nelle quali siamo abituati a riconoscerlo sin da bambini) agli struggenti dipinti che lo raffigurano come emblema di civica virtù, tratti dalle sue biografie, secondo la moda del XIX secolo, realizzati da Giovanni Rocca, Luigi Travalloni, Pietro Benvenuti e altri; fino alla sezione – a mio giudizio più innovativa e ludica – dove Galileo diventa un’icona pubblicitaria, nelle opere di Gian Emilio Malerba, Corrado Mezzana e Trento Cionini.

Francobolli con la faccia di Galileo, pubblicità di liquori e bevande che figurano lo scienziato accanto a un bicchierino di amaro o al Campari, unica bevanda che può rilassare dopo lunghe ricerche astronomiche. Le vecchie duemila lire con la sua effige. Segnalibri. Copertine di riviste, pubblicità dell’estratto di carne Liebig e altro ancora.

Se avete voglia di conoscere Galileo in una veste diversa rispetto a quella dei libri di storia, date un’occhiata alla mostra. Galileo sarà anche il grande scienziato, ma è divertente vedere come, attraverso gli occhi delle epoche storiche, assuma anche l’aspetto di un’icona pop ante-litteram.

La mostra evidenzia come si riesca a giocare con un mito: Galileo, da simbolo di virtù risorgimentali e ipse dixit della scienza, diventa garanzia di alta qualità di un prodotto. Si tratta sempre di un’autorità, ma l’ironia e il rispetto con cui viene trattata la sua figura meritano di essere conosciute.

Virginia Villo Monteverdi.

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