La narrazione antologica di American Horror Story

MurderHouse

Murder House. Fonte: MoviesFreeOnline

Uno dei prodotti più singolari nella produzione televisiva a stelle e strisce degli ultimi anni è American Horror Story, riuscita a infrangere una serie di tabù tematici e narrativi. La serie antologica di Ryan Murphy, arrivata alla sesta stagione, è diventata un cult indiscusso della tv americana abbattendo record d’ascolti con un plebiscito sempre entusiasta da parte dei critici.

Asylum

Asylum. Fonte: TerrificTop10

Lo status quo di AHS, evidente già dalla seconda stagione, è stato quello di essere riuscito a riportare in auge il format della serie antologica; non è un caso, infatti, la messa in onda successiva delle antologie di Fargo, True Detective, American Crime e American Crime Story. Di fatto, ogni stagione è autoconclusiva e alla successiva troviamo il medesimo cast immerso in un contesto totalmente diverso. Ryan Murphy, uno dei golden-boy dello showrunning americano, non ha mancato di disseminare una serie d’indizi che collegasse ogni singola stagione a una qualsiasi successiva; questo ha permesso di dimostrare un quadro d’insieme chiaro fin dall’inizio per il suo creatore. Inoltre, il nutrito cast di attori provenienti dal grande schermo ha contribuito all’allure del prodotto: da Jessica Lange, Sarah Paulson, Danis O’Hare, Joseph Finnes, Kathy Bates, Wes Bentley, Matt Boomer e Cloë Sevigny, fino a Lady Gaga.

Coven.

Coven. Fonte: iVid.it

Ogni capitolo di AHS è accompagnato da un sottotitolo che anticipa il tema della stagione. La prima, Murder House, ruota intorno a una famiglia che scoprirà presto di essersi trasferita in una casa abitata da fantasmi; le presenze dell’abitazione sono i vecchi inquilini morti suicida nella villa e per qualche strano motivo sono tutti collegati al proprietario originario, una sorta di Dr. Frankenstein. Asylum, la seconda stagione ambientata nel 1964, narra le vicende dell’Istituto d’igiene mentale di Briardcliff. Una prigione, più che un ricovero, dove i pazienti non riescono a uscire una volta entrati; deus ex machina di Briardcliff è suor Jude, affiancata dalla novella suor Mary Eunice, dal reverendo Tomothy Howard e dal Dr. Arden, medico ed ex gerarca nazista. La terza stagione ritorna ai giorni nostri, Coven è ambientata nella New Orleans del 2013. Una congrega di streghe, discendenti dirette delle native di Salem, lotta contro la fazione opposta delle streghe voodoo; la supremazia territoriale è acuita dalle discriminazioni razziali bianche contro nere, molto forte nella Louisiana fittizia del telefilm. Nella Florida del 1952 troviamo i protagonisti del quarto ciclo Freak show; i membri del circo di freaks, capitanato da Elsa Mars, devono vedersela con un imbalsamatore intenzionato a collezionare stranezze umane per un museo degli orrori. L’Hotel Cortez di Los Angeles è al centro di Hotel, quinta stagione dello show, dove abitano uomini e fantasmi. Gli inquilini dell’edificio sono diretti dall’ultracentenaria proprietaria, La Contessa, un vampiro assetato di sangue e di giovani amanti. Roanoke, ultima stagione ancora in corso, narra di un’abitazione del Nord Carolina infestata dagli spiriti dei coloni scomparsi nel 1587 in condizioni del tutto misteriose.

FreakShow

Freak Show. Fonte: SfizioSerieTv

Ogni capitolo di AHS attinge liberamente alla storia americana in ogni sua forma, dall’arte alla cronaca. Sono presenti gli archetipi narrativi dell’horror classico: i fantasmi, i freaks, i vampiri, le streghe e i serial killer; senza però rinunciare a un citazionismo quasi smaccato della storia del cinema, infatti, è possibile rintracciare collegamenti al Nosferatu (1922) di Murnau, a Freaks (1932) di Browning o L’esorcista (1973) di Friedkin. Allo stesso tempo, la serie si nutre di fatti e personaggi realmente esistiti che prendono vita nella finzione, come la serial killer Delphine LaLaurie o i 115 coloni inglesi scomparsi a Roanoke. In ogni stagione non mancano gli schiaffi al populismo, al pregiudizio sociale, razziale, sessuale e religioso, diventando portavoce di tutte le categorie d’individui etichettati come “diversi”. In AHS vengono esibite tutte le paure e le condizioni dell’uomo moderno in ogni sua forma.

Hotel. Fonte: ScreenCrush

Hotel. Fonte: ScreenCrush

La narrazione di ogni stagione segue un andamento lineare per quanto riguarda la temporalità, senza rinunciare però all’espediente più utilizzato nell’era delle serie-tv 2.0: il flashback; infatti, la maggior parte degli eventi legati ai singoli personaggi è spiegata attraverso il ricordo narrato da uno dei protagonisti. Il narratore di ogni stagione, sempre celato, si procura di spiegare i misfatti al pubblico, tranne che nell’ultima. La sesta stagione subisce uno scossone forte proprio dal punto di vista narrativo; per cinque episodi viene mostrato al pubblico un finto documentario che racconta del trasferimento di una coppia nei luoghi della colonia di Roanoke. Le vicende della coppia sono ricostruite attraverso le immagini di due attori che si alternano alle interviste dei veri protagonisti di questa storia; in questo modo Ryan Murphy si permette di scendere a un secondo livello della narrazione ma non contento, dal sesto episodio, decide di mostrare le vite degli attori e dei veri protagonisti di Roanoke dopo la messa in onda del documentario che abbiamo visto nella diegesi. Il telefilm avanza senza seguire un andamento lineare, che potremmo definire “classico”, ma per blocchi narrativi che seguono un assetto totalmente indipendente l’uno dall’altro.

Roanoke. Fonte: TVOvermind

Roanoke. Fonte: TVOvermind


American Horror Story
continua, dopo sei stagioni e la conferma già avvenuta per una settima, a essere un esempio di serialità televisiva all’altezza del grande schermo che infrange i meccanismi e i tabù delle più prestigiose immagini per il cinema.

Antonio M. Zenzaro

Condividi l'articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.