Il teatro come esperienza di crescita

Al Teatro ci si avvicina, quasi sempre, in giovane età.

L’adolescenza è un vortice, dove l’animo è scosso e divorato dal bisogno di conoscere e di conoscersi, di mettersi alla prova, di bruciare, intensamente e rapidamente.

A volte inciampi nel Teatro, ci vieni trascinato da quell’amico che ha sempre bisogno di una spalla, cominci a frequentarlo perché c’è la ragazza carina alla quale non sei mai neanche riuscito a sorridere… Poi, solo alcuni si innamorano perdutamente e rimangono. Per gli altri è stata solo una sbandata passeggera, tipica dell’adolescenza.

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Personalmente posso dire di esserci inciampata, nel Teatro, ma la nostra storia dura ormai da più di quindici anni ed è perfettamente rodata. Si, ci sono delle discussioni di tanto in tanto, delle piccole delusioni, ma niente che mi faccia mai cambiare rotta.

Ancora una volta uso la prima persona singolare e vi racconto qualcosa su di me. Non ho iniziato a scrivere questo articolo però per illustrarvi la mia versione ma per dare voce a chi si trova ancora nella fase iniziale dell’innamoramento. Ho fatto un esperimento: lavoro da anni all’Istituto Tecnico Industrale G. Marconi di Pontedera, tenendo un corso pomeridiano di espressione teatrale. Ho chiesto ai ragazzi (15 in tutto) di parlarmi delle ragioni che li hanno spinti a curiosare nel mondo del teatro: era così che ve lo aspettavate? Che cosa vi ha regalato quest’incontro col teatro?

Rachele, 15 anni e un grandissimo sorriso che regala sempre a tutti, risponde così:

Mi sono avvicinata al Teatro perché mi andava. Fin da piccola sono sempre stata una delle poche che, nonostante la timidezza, non si faceva troppi problemi a recitare la sua particina assegnata dalle maestre alla festa di fine anno. Mi sono sempre divertita un sacco “ad intrufolarmi” in altre persone, fingendo di essere qualcuno ben diverso da me. Prima di sperimentarlo sulla mia pelle avevo un’idea molto stereotipata del teatro. Intendo, nonostante mia mamma mi abbia sempre portata a teatro, fin da piccola, a vedere cose più o meno da bambini, al pensiero di “teatro” vedevo le poltroncine rosse, i palchetti e qualche attore in scena, in costume, a declamare Shakespeare o Goldoni. Sapevo che il teatro era molto altro, ma comunque avevo questa visione di base. La cosa più grande che porto via con me sono gli amici, vecchi e nuovi, e poi tante, tante risate. Inoltre credo di aver trovato un po’ più di sicurezza nelle mie capacità.

Viola, 16 anni, occhi orientali e grinta da vendere si racconta così:

Ho iniziato con il teatro perché pensavo che mi avrebbe aiutato sia nelle interrogazioni a scuola che nella vita di tutti i giorni, con l’autostima insomma; ma soprattutto volevo riconoscermi in un gruppo differente da quello nato dall’ambito scolastico. Avevo anche un po’ di paura però perché pensavo che il teatro fosse una cosa seria ( e anche un po’ noiosa). Già mi immaginavo a interpretare lunghissimi papiri di roba che neanche capivo…. Alla fine di tutto quello che rimane sono gli Amici, con la A maiuscola, un po’ di sicurezza in più e talvolta una strana e nuova prospettiva per vedere il mondo.

Alessio, invece 15 anni, grandi occhi azzurri e solide spalle da giocatore di basket:

Mi sono avvicinato al teatro soprattutto grazie ad alcuni amici che l’avevano già fatto in precedenza e mi aspettavo di divertirmi, conoscere persone nuove, arricchirmi come persona e soprattutto mettermi in gioco, anche per il solo gusto di vedere cosa mi riesce fare. Io avevo un’idea tutta particolare anche prima di incontrarlo: per me il teatro non è una sola arte ma qualcosa che riesce a mettere insieme tante arti per dar vita a un progetto più grande, una “super-arte” .. Mette insieme capacità di qualunque tipo e dà la possibilità a chiunque di avere un ruolo importante all’interno di un insieme di persone. Ovviamente ciò che mi porto dietro sono le persone che ho incontrato e un po’ di “nuova” fiducia in me.

Infine Roberto, 18 anni, il “veterano” del gruppo:

Il Teatro mi ha fatto sentire da subito a mio agio. Ho sempre pensato che fosse un’ottima possibilità per uscire dalla realtà e diventare qualunque cosa tu voglia.  In più mi ha regalato un sacco di nuovi “compagni di avventure” e tanti ricordi.

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Foto di C.Gemignani

La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza non diventerà mai vecchio.

F.Kafka 

chiara

Chiara Lazzeri

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