“Gabbie” di MdS Editore al Premio Bancarella

MdS Editore al Premio Bancarella
On Cosimo Ferri Sottosegretario alla giustizia
Caudia Menichini Fidapa sez. Versilia
Antonia Casini Giornalista
Fabio della Tommasina redattore MdS Editore
Presentano Gabbie

Venerdì 14 Luglio ore 18.30
Orti di Città,  Piazzetta della Pace, Pontremoli

 

PONTREMOLI (MS) – La casa editrice pisana MdS è stata invitata al premio Bancarella a presentare il progetto di scrittura che organizza all’interno del carcere don Bosco di Pisa. Gabbie Continua così il suo percorso paziente fatto di incontri, discussioni e dibattiti, dopo l’Importante appuntamento alla Camera dei deputati per la presentazione del progetto, promosso dal questore della Camera, On. Paolo Fontanelli, alla presenza del ministro guardasigilli On. Andrea Orlando, è la volta dell’invito al Premio Bancarella, promosso questa volta dal sottosegretario al Ministero della Giustizia On. Cosimo Ferri.

gabbie

Gabbie è un libro scritto dai detenuti del carcere Don Bosco di Pisa insieme a giornalisti, scrittori e filosofi, al termine di un corso di scrittura, ideato e sostenuto dall’editore con la giornalista Antonia Casini e il curatore Michele Bulzomì, che tuttora prosegue all’interno della casa circondariale. Gabbie esce dai confini di Pisa e del carcere in cui è nato per approdare a Pontremoli nel prestigioso premio dell’estrema provincia di Massa-Carrara. Fra i tanti motivi di interesse di questo progetto, uno si riferisce alla scrittura stessa che, come sostiene Alfonso Maurizio Iacono, professore ordinario di Storia della filosofia all’Università di Pisa, «è la risultante fra vincolo e libertà, vincolo istituito dalle regole grammaticali che non possono essere eluse, e la libertà di combinare in maniera infinita un numero finito di parole. La scrittura induce una ricerca di ordine e di rigore e permette di guardare dentro di sé allo stesso modo».

gabbie

Il titolo del libro viene dal tema che è stato proposto: la gabbia  non è solo una struttura  coercitiva che limita la libertà e il movimento; è anche un “carcere d’invenzione”, una strutture mentale, onirica, una paura, un pregiudizio, è tutto ciò che limita e condiziona la libera espressione della persona, e questa condizione umana è comune a chi è recluso come a  chi sta fuori.

Il  progetto si pone anche l’obiettivo di reperire fondi per finanziare attività di reinserimento lavorativo una volta fuori da carcere ed è sostenuto da autori della casa editrice e da giornalisti de La Nazione, in collaborazione con l’area educativa del carcere Don Bosco.

Fonte: comunicato stampa

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