Il rock dislessico dei Pecori Greg

Intervista ai Pecori Greg. Rock dislessico tra i paesaggi padani 

Pecori Greg è un progetto in cui humor e seventies rock vanno a braccetto in un lunapark degli anni 90. Nato dalla mente di Valerio Canè, bassista dei Mariposa, insieme ad Angelo Epifani con la collaborazione di Luca Nicolasi, Simone Cavina e Enrico Pasini, è il manifesto della colonna sonora di un viaggio in macchina attraverso paesaggi che sembrano scorrere su una pellicola.

Pecori Greg in realtà è il nome d’arte che Valerio ha scelto per sé al fine di cominciare una nuova avventura musicale rocambolesca: Valeriò Canè non è un nome da rocker – dice- per questo ho scelto Pecori: come tutti gli alter ego e molti supereroi, questo signore ha diversi segni particolari e attitudini bizzarre, peculiarità che lo hanno portato ad avvolgersi in un bozzolo da cui ha avuto presto bisogno di svolgersi attraverso un anacromistico linguaggio rock diversamente tale. E il bizzarro è proprio il concetto che si può assaporare ascoltando il primo disco della band Merry Krishna Hare Christmasuscito per La Famosa Etichetta trovarobato a gennaio 2015.

Sembra di ascoltare un Beck italiano che fa ironia sui difetti di pronuncia, che si abbandona ad uno spensierato citazionismo tra OMD, Negrita anni 90, revival psichedelico, vocette hip hop e folk da autostrada. Pecori non si prende mai sul serio, ma come un cantautore che racconta personaggi pittoreschi e ridicoli, si pone sempre in un punto di vista di osservazione estremamente realistico… A cui segue una distorsione visionaria a assurda che ci porta a sorridere quanto si ascolta il suo folle disco. Tra spiritualità materializzata e dissacrata, neologismi nordici, suoni acidi e psichedelici, sembra di viaggiare in un mondo popolato da personaggi ritardati, pazzi, realissimi e caricaturali colti nei loro momenti migliori.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Valerio… Sentite cosa ci racconta…

10532496_857683017628411_2152978291567016772_nComincio col chiederti come e perché è nato il progetto di questo divertentissimo album…

Ciaw! Da tempo con i Mariposa eravamo fermi fermi, e m’era montata (intendo a me medesmo, Valerio Canè) una gran voglia di suonare e di ascoltare un disco di Classic Rock immaginario, connotato dai miei ascolti contingenti favoriti;  ‘sicchè ho scritto di getto, composto e arrangiato un mucchio di canzoni (non mi ero ancora cimentato in esperienze autorali tout court), e le ho fatte ascoltare al mio amico e collega Angelo Epifani, Maestro di Suono e già  chitarrista de “Gli Avvoltoi”; lui s’è fatto curioso e abbiamo tosto registrato il disco presso i suoi “Raw Studios” di Bologna,  coinvolgendo gli amici/colleghi Luca Nicolasi e Simone Cavina nonché un sacco d’altr* amiche/ici che hanno prestato il loro talento in bonanza.

Devo dire che il titolo del disco è geniale. Puoi spiegare ai nostri lettori cosa significa precisamente?

Precisamente quel che significa, secondo il cipiglio tenero, pacifista e vagamente dislessico di Pecori Greg. Un inno alla fratellanza, all’inclusione, all’amicizia; un grido di Pace, una rapsodìa dell’Abbraccio. Pecori è convinto che ce ne sia  tanto bisogno.

Nel tuo album si sovrappongono stili, generi e citazioni curiose dalla storia della musica, mi sono divertita a segnarmele… Anche se diverse tra loro devo dire che sono state scelte alla perfezione. Mentre ascoltavo Ginger Bomber’s number ho pensato che potesse uscire da un film come Tre uomini e una gamba… Il cinema ti ha influenzato nella realizzazione dell’album?

Vieppiù del cinema in quanto tale, le relative colonne sonore. Quelle sì. La composizione dei brani è spesso partita da un canovaccio d’atmosfera, per decrescere nel suo sviluppo alla concreta forma canzone.

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I personaggi di cui racconti le storie sono parte della tua immaginazione o hanno anche un riscontro reale nelle tue esperienze di vita?

L’una e l’altro. I personaggi immaginari li ho incontrati davvero. Spesso li conosciamo di persona senza averli mai incrociati. Possono ricordare l’ambito delle “Macchiette”, ma la loro autenticità è così forte che da stereotipi si fanno archetipi.

Quali sono i paesaggi che racconti in questo disco? E la copertina, fantastica. Riunisce il folklore della pianura padana ai paesaggi industriali abbandonati. Dove avete scattato quella foto?

Paesaggi rima e consillaba con Personaggi, e contestualmente al disco sono immagini reali.  Il viaggio comincia e si conclude in copertina, passando per grandi spazi e claustrofobia, provincia, campagna, wilderness e toilette, quartieri e via lattea. Comeunque direi che la parola chiave può essere  “Periferia”. Lo scatto di copertina è del fotografo Filippo Minelli, Art Director del magnifico “Padania Classics, Atlante dei Classici Padani”, e ritrae una deliziosa opportunità paesaggistica della Macroregione padana, didascalicamente efficace per il nostro disco. Le foto interne del CD sono scatti di Valentina Preda (ospite anche nel disco fisico in qualità di vocalist nella canzone “Paparazzi and Girls”, non presente nella versione web dell’album). Ritraggono Valerio e Angelo (Culo e Camicia, i Pecori Greg) che ristanno compiaciuti nello struggente bigiore della bassa bolognese.

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Foto di Valentina Preda — con Valerio Canè e Angelo Epifani

Chi sono stati i tuoi mentori musicali?

Ho paciugato da musicaro con i miei ascolti preferiti nella contingenza, divertendomi un sacco a fare maldestri (sono mancino) esercizi di stile; prima di elencarne alcun* fra i/le tant*, Pecori fa un inchino, un ossequio e ringrazia tutt* sentutamente: Rolling Stones, Led Zeppelin, Ivan Graziani, Beach Boys, Who, Tom Waits, Joni Mitchell, Gong, Beatles, Beppe Maniglia, Beck, Crosby, Sills & Nash, Fats Domino, Area, Blind Willie Johnson, Parliament, Mariposa, Blur, Nick Drake, Grateful Dead ….ce ne sarìano ancora tant*…

Ho notato che usi molto la rima nelle tue canzoni. C’è un motivo profondo a riguardo? Pensi che sia un modo di comunicare più incisivo e ironico?

Con la rima si fa prima. Il linguaggio stilistico di Pecori, per quanto talvolta dislessico, è il Rock, e il Rock s’esprime al meglio anglofonicamente, e l’inglese è un idioma che suona facile, orecchiabile, ritmicamente snello e invitante. Io volevo fare queste narrazioni sonore in italiano, che in quanto lingua fonetica mal si sposa con gli accenti e le modalità ritmiche tipiche del Rock, ‘sicchè m’è venuto spontaneo mediare con la rima, che di per sé ammicca a un andamento ritmico tendente allo snello. Poi mi diverte, e penso vieppiù che parlare/agire in rima ponga chi ci si mette in una sorta d’urgenza espressivo/creativa, con tutti i limiti e le possibilità che offre.

Ti prego racconta ai lettori di cosa parlano precisamente Ritiro Gormiti Usati e Mongojet… Sono canzoni geniali e surreali davvero!

Ritiro Gormiti Usati è la storia d’un cartello. Un normale A4 bianco, che recava stampata la scritta in questione, attaccato alla porta/vetrina d’un negozio di cartoleria giocattoli (chiuso) che ho visto una trista livida domenica pomeriggio d’anni fa passeggiando nel centro d’una città toscana. Ho immaginato scherzosamente la storia del giocaro (non me ne voglia, non lo conosco, ma son certo fosse maschio).

“Mongojet” è il giostrajo per antonomasia, il cruccio per genitori e il magnanimo patron del paese dei balocchi per gli/le adolescenti (ma anche post) che s’adunano alle giostre durante la sagra locale per dar luogo alle ormoniadi. Corteggiamenti, motorini, energy drink e cassa in quattro.

Domadone: Pecori Greg è la versione dislessica di Gregory Peck?

Serto che cì.

Grazie per la disponibilità, io e la redazione ti facciamo i complimenti! Un caro saluto da me  (Virginia) e dalla redazione di Tuttomondo.

Grazie a te Virginia, Merry Krishna, Hare Christmas!

villo

 

 Virginia Villo Monteverdi

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