Company, il concept musical che segna il successo di Sondheim

Company, il concept musical di Sondheim che indica la strada a titoli successivi come Follies e Assassins.

COMPANY, IL PRIMO CONCEPT MUSICAL DI SUCCESSO.

Basato su libretto di George Furth con musica e parole di Stephen Sondheim, Company è tra i primi concept musical a parlare di appuntamenti, matrimonio e divorzio in chiave contemporanea.

Company non segue una trama lineare ma invece dipinge ciò che avviene nella mente del protagonista. È un concept musical composto da brevi scene presentate senza un ordine cronologico particolare e unite dal tema del trentacinquesimo compleanno.

Company1. Stephen Sondheim fotografato da Bernard Gotfryd nel 1972.

COMPANY, LA STRADA DEL CONCEPT MUSICAL

Negli anni Settanta, con la prima messa in scena di Company, Sondheim apre un nuovo capitolo della storia del musical theatre. Abbandonando la narrativa tradizionale a favore di una struttura più fluida, Company racconta la crisi esistenziale di un uomo e l’intera linea temporale è frammentata. Il punto centrale, da cui tutto parte e ritorna, è il trentacinquesimo compleanno di Robert, specificatamente l’attimo in cui soffia le candeline sulla torta. Il tempo è come sospeso e tutte le scene, senza seguire una precisa consequenzialità temporale, scaturiscono da quel preciso istante.

Tra le fonti di ispirazione per lo sviluppo di un musical come Company, Sondheim stesso indica Allegro (1947) di Rodgers e Hammerstein. In Allegro infatti le vicende di un ragazzo nato in una cittadina e il suo percorso per diventare medico sono il mezzo per esplorare temi complessi come l’individualità e il compromesso.

Un altro allontanamento dalle convenzioni del genere musical è il puntare nuovamente l’attenzione sul pubblico, raccontando difficoltose relazioni contemporanee inserite in un contesto anche troppo familiare per l’audience americana del periodo. Company risulta essere perciò uno studio sulle relazioni di oggi ed è considerato il primo concept musical ad aver raggiunto un grosso successo, sia di pubblico che di critica.

Company2. Elaine Stritch, Harold Prince e Jane Russell sul set della produzione originale.

Un concept musical è, per definizione, un musical dove il libretto e la partitura sono strutturate in modo da veicolare un tema o un messaggio, piuttosto che porre l’accento ed enfatizzare la trama e il suo sviluppo narrativo. Sono quindi temi e messaggi e non più l’intreccio narrativo il punto centrale di questo sottogenere.

Sondheim piega la trama e la linea temporale al servizio appunto di temi come il matrimonio, la solitudine e la difficoltà a prendersi impegni e responsabilità nella sfera sentimentale.

UN BREVE SGUARDO ALLA TRAMA

Nella sera del suo trentacinquesimo compleanno, Robert fatica a trovare un desiderio da esprimere mentre soffia le candeline. Bobby, lo scapolo solitario, non sa se essere felice di ciò che ha o desiderare anche lui di avere una propria partner.

Attraverso una serie di party, primi appuntamenti e conversazioni ponderate, Robert esamina a tenta di comprendere i pro e i contro del matrimonio attraverso i suoi diversi amici e le loro relazioni. Inizia così a trovare un senso al suo essere single. In Being Alive, uno dei brani più conosciuti di Sondheim e presente nel secondo atto di Company, Robert finalmente esprime un crescente desiderio per l’intimità amorosa, anche con tutti i suoi problemi, e spera di incontrare una persona con cui affrontare le sfide della vita.

La scena torna un’ultima volta alla festa di compleanno di Robert. I suoi amici lo aspettano da due ore ma lui non è ancora arrivato. Alla fine decidono di andarsene, augurandogli buon compleanno, Si mostrano inoltre speranzosi riguardo la possibilità, per il protagonista, di realizzarsi anche a livello sentimentale. Robert infine appare da solo in scena, sorride e spegne le candeline.

LA PRODUZIONE ORIGINALE DI COMPANY
company

3. copertina originale playbill.

Diretto da Hal Prince, dopo i tryouts a Boston, Company apre all’Alvin Theatre a Broadway il 26 aprile 1970. Lo show chiude l’1 gennaio 1972 segnando un totale di 705 performance e 12 anteprime. Il cast include Dean Hones, Donna McKechnie, Susan Browning, George Coe, Pamela Myers, Barbara Barrie, Charles Kimbrough, Merle Louise, Beth Howland, e Elaine Stritch.

Lo staging è del coreografo Michal Bennett, assistito da Bob Avian. La scenografia, firmata da Boris Aronson, è composta da due ascensori e varie piattaforme per enfatizzare il tema dell’isolamento.

La produzione, nominata per ben 14 Tony Awards, ne vince sei. Tra questi ci sono quelli per miglior musica, miglior colonna sonora, miglior libretto di un musical e miglior regia di un musical.

WEST END 2018: LA PRIMA PRODUZIONE CON IL CAMBIO DI GENERE

Diretta da Marianne Elliot e prodotta da Chris Harper, la produzione londinese apre ufficialmente al Gielgud Theatre il 17 Ottobre 2018.

Questo revival/remake di Company prevede il cambio di sesso di alcuni ruoli. Il protagonista Robert diventa Bobbie, un ruolo femminile interpretato da Rosalie Craig. Inoltre, per la prima volta, Company presenta una coppia dello stesso sesso. Amy  si trasforma in Jamie, uno sposo in preda ai ripensamenti, interpretato da Jonathan Bailey. Alex Gaumond interpreta Paul, il suo devoto promesso sposo. Nel cast sono presenti anche Patti LuPone nel ruolo di Joanne e Mel Giedroyc in quello di Sarah.

L’idea dello scambio di genere dei ruoli viene ripresa anche nel revival di Broadway del 2021. Sondheim stesso ha approvato questo cambiamento esprimendo, cinque giorni prima della sua morte, quanto il teatro sia diverso dal cinema proprio perché il testo e lo spettacolo possono essere modificati traghettando la storia tra le varie generazioni. Questa possibilità mantiene infatti vivo il teatro ed è possibile cambiare non solo il cast ma anche vedere tutto attraverso un punto di vista più fresco e attuale.

COMPANY E L’USO DEI MOTIVI RICORRENTI

Tra le tecniche compositive che permettono a Sondheim di variare linguaggio musicale senza perdere il suo marchio di fabbrica emerge, in Company, quella del motivo ricorrente. L’uso di motivi o corte idee musicali serve a rappresentare concetti non musicali o personaggi e spesso vengono usati come moduli strutturali per frasi musicali di maggior lunghezza

4. Company, produzione inglese al Gielgud Theatre del 2018 con il ruolo di Robert reso al femminile.

In Company, Sondheim utilizza il motivo ricorrente “Robert” o “Bobby” come modulo su cui costruire buona parte della partitura. Il motivo, cantato per la prima volta sulle parole Bobby, Bobby, consiste in una terza minore discendente seguita da una seconda maggiore discendente dove la nota iniziale di entrambi gli intervalli è la stessa. Inoltre questo motivo viene sapientemente utilizzato da Sondheim come elemento di distacco tra Robert e i suoi amici sposati. Si può udire subito all’inizio dello show e viene sviluppato nel numero di apertura. Più avanti viene utilizzato tra le scene e prima o durante numeri musicali che coinvolgono Robert e i suoi amici sposati. Essi sono il gruppo di cui lui è outsider, nonostante l’affetto che c’è tra di loro.

Questo motivo però non introduce brani che riguardano personaggi o le loro osservazioni senza la presenza di Robert. Ciò è evidente, ad esempio in Little Things, dove Joanne fa commenti sul matrimonio e sulle altre coppie. l motivo non introduce e non appare nemmeno in numeri che riguardano Robert in solitaria o senza le coppie. Un esempio è Barcelona, dove cerca di convincere April, una hostess di cui è invaghito, a non prendere il volo per restare con lui. Benché questi numeri non citino direttamente il motivo sono spesso costruiti su esso.

L’incapacità di esprimere ciò che gli altri vogliono da lui rafforza lo stato di emarginato di Robert tra le persone sposate ed emotivamente impegnate. Per esempio, all’inizio del secondo atto, in un company number, varie coppie si esibiscono in un break call-and response di tip tap. Quando è il turno del protagonista alla sua call non segue nessuna risposta.

5. Company (2011), al centro Patti LuPone e alla sua sinistra Neil Patrick Harris, foto di Chris Lee.

Il motivo ricorrente esprime la frattura tra Robert e le coppie, tra lui e il pensiero di sposarsi e, per estensione, tra lui e ogni coinvolgimento emotivo. Inoltre Robert può richiamare il motivo solamente trasformandolo in qualcos’altro.

Intessuto nella struttura della partitura, il motivo di Bobby, le sue variazioni e le parole che lo accompagnano, creano una rete presente in tutto lo show. È questa rete a definire il protagonista come una singolare figura fuori dal mondo di coppia.

CONCLUSIONI

Company, il musical che segna l’inizio della collaborazione con Harold Prince, è da considerarsi il primo grande successo di Sondheim. È lo show che lo consacra come uno degli innovatori del genere. Un musical, Company, ancora oggi amato dal pubblico, come indicano i numerosi revival, sia a Broadway che nel West End. Il suo successo oltretutto ha aperto la strada, sia nella carriera di Sondheim che di altri drammaturghi e compositori, a concept musical sempre più elaborati, come Follies (1971) o Pacific Overtures (1976).

Photocredits: 4.  Report from London (November – December, 2018) (europeanstages.org) and Gielgud Theatre – Delfont Mackintosh Theatres 5. Musical Sondheim´s Company na UCI (interrogacao.com.br)

 

Roberto Romani
Condividi l'articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.