Francesca Bottone dice: ‘Non potrò mai consideralo una moda’.
Sono passati ormai quattro anni da quando per la prima volta ho varcato la soglia del Pin Up Tattoo Studio & Art Gallery di Pisa. Era fresco fresco d’apertura, e tengo caro il ricordo del giorno in cui ho conosciuto Francesca.
Del Pin Up Tattoo Studio mi ha colpito soprattutto l’atmosfera: Francesca e Sandro, suo marito, sanno come farti sentire a tuo agio, e non è difficile che ti offrano del tè verde mentre attendi il turno seduto su un divanetto rosso. Frequento lo studio con assiduità. A volte per farmi tatuare, a volte semplicemente per fare due chiacchiere con quelli che sono diventati due dei miei più cari amici. Sono molto felice di poter condurre questa intervista a Francesca, che ringrazio per la disponibilità e per le risposte interessanti.
Francy, cominciamo con un po’ di biografia: dove sei cresciuta, cosa facevi prima di tatuare e come ti sei avvicinata al mondo del tatuaggio?”
Mi presento sono Francy Bottone, ho 29 anni e da una decina di anni sono una tatuatrice. Posso definirmi una figlia d’arte (i genitori portano avanti la tradizione artistica abruzzese nel loro laboratorio artigiano n.d.r.), e ho sempre coltivato la passione per il disegno, la pittura e i colori. Il tatuaggio e’ stata una naturale conseguenza di tutto questo. Ho frequentato l’Istituto d’Arte e credo, a mia memoria, di non aver trascorso una giornata della mia vita senza disegnare.
Da quanto hai uno studio tutto tuo?”
Io sono abruzzese e nel 2009 ho provato ad aprire il Pin Up Tattoo a L’Aquila. In seguito al terribile terremoto mi sono trasferita a Pisa, dove finalmente lo studio ha potuto vedere la luce.
Negli ultimi anni, sia a Pisa che altrove, gli studi dei tatuatori sono spuntati come funghi. Pensi che a volte vengano aperti con troppa leggerezza? Voglio dire, esiste ancora la gavetta e si premia ancora la bravura dell’artista?”
Penso che l’aumento degli studi sia proporzionale alla quantità di gente che sceglie di tatuarsi. Negli anni abbiamo assistito a una crescita notevole sia di richiesta, sia di qualità artistica e, di conseguenza, a una crescita del numero di artisti che si dedicano al mondo dei tatto. Purtroppo molti, anzi moltissimi, si improvvisano “tatuatori” [sic.] dall’oggi al domani, credendo che sia un lavoro facile e remunerativo, senza troppe fatiche. Non e’ affatto così. Tatuare richiede impegno, costanza, umiltà, forza fisica e mentale, oltre che una certa etica professionale. Tutto ciò si acquisisce solamente col tempo, con la gavetta e la voglia di fare bene il proprio lavoro. Quelli che si improvvisano non sono affatto ben visti nel settore.
Parlami delle tue influenze artistiche”.
Come tutti gli artisti il mio lavoro è il prodotto di molte influenze, ma la più grande è senza dubbio la musica. Io non disegno e non tatuo mai, se in sottofondo non ho una musica a ispirarmi! Poi ci sono le innumerevoli influenze provenienti dal mondo dell’arte: sono cresciuta studiando le arti del Rinascimento, dell’Ottocento e del Novecento, dalle quali c’è sempre qualcosa da imparare. Frequento le mostre e amo camminare per i vicoli della città per trovare qualche fonte di ispirazione e poi, ovviamente, c’è internet, una fonte di scambio e cultura incredibile. In rete ci sono tantissimi artisti tatuatori, e vedere quotidianamente i loro lavori è una crescita costante.
Vista la diffusione che il tatuaggio ha avuto negli ultimi anni, pensi che abbia perso qualcosa della sua originaria forza a livello comunicativo?”
La crescita del mondo del tatuaggio ha i suoi pro e i suoi contro. È vero, c’è chi si tatua con leggerezza, ma penso che il tatuaggio porti sempre con sé una carica incredibile di energia! È un atto forte che modifica il tuo corpo per sempre. Esiste da sempre, in ogni civiltà e per i più svariati motivi: religiosi, culturali, sociali, curativi, estetici, come ostentazione di una carica importante o come segno di ribellione.
Per me non potrà mai essere considerato una moda. Il tatuaggio è qualcosa di molto più profondo e complesso. Ora se ne vedono tanti in giro e questo farebbe pensare ad un appiattimento di significato, mentre secondo me è la liberazione delle nostre personalità, un riappropriarsi del proprio corpo. Il tatuato non è più guardato con diffidenza come colui che appartiene ad un gruppo di persone strane o poco raccomandabili, sebbene vedere foto di persone tatuate di molti anni fa mi fa sempre venire i brividi, perché penso a quanto hanno combattuto per aprire la strada alle generazioni successive.
Ti diverti di più a tatuare pezzi molto grandi o pezzi molto piccoli?”
Mi diverto molto a tatuare persone che mi permettano di mettere in campo la mia creatività, grande o piccolo che sia il tatuaggio da realizzare. In fondo lo scambio è sempre forte, si tratta comunque di tele viventi che porteranno su di sé il mio lavoro e le ore trascorse insieme. Ovviamente quando mi danno carta bianca sul lavoro da fare o mi fanno richieste stimolanti ci godo! E capita quasi sempre…
“Preferisci tatuare un disegno che sia necessariamente originale o anche un disegno più inflazionato (magari di Sailor Jerry) può dire qualcosa?”
I disegni devono essere fatti col cuore di chi tatua e di chi riceve il tatuaggio. Riprodurre disegni di artisti del passato come Sailor Jerry è un omaggio. Scopiazzare male come fanno molti, o prendere i disegni dalle riviste e tatuarli proprio uguali a mio parere è orribile.
Ogni persona è unica, e merita che lo sia anche il suo tattoo. Ogni tatuatore dovrebbe mettere la sua arte, se ne ha, nel suo lavoro, che non è solo un mestiere, ma una scelta di vita.
Roberto Cappai
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