E. Allan Poe secondo Alan Parsons Project

Tales Of Mystery And Imagination

Edgar Allan Poe secondo Alan Parsons Project

19Edgar Allan Poe è lo scrittore ottocentesco che si è diffuso maggiormente nella cultura popolare anche tramite la forma-canzone. Centinaia sono gli artisti e le band – dall’Hard Rock alla musica New Age, dal Pop sofisticato al Goth Rock, passando per decine di altri sottogeneri – che nelle loro composizioni hanno inserito tematiche, stralci, soggetti di racconti dello scrittore di Boston. Per questo è possibile imbatterci nella storia maledetta di Ligeia, musicata dai canadesi Annihilator, assistere alla caduta di Casa Usher grazie alla malia di marca teutonica degli Stormwitch e sentirci raccontare la storia di Annabel Lee dalla biondissima Steve Nicks.

Tuttavia, nel 1976, uno più famosi studio-project degli anni ’70 ed ’80 stava per dare alle stampe un Lp completamente dedicato alle storie nere di Edgar Allan Poe: stiamo parlando di The Alan Parsons Project ed del loro Tales Of Mystery And Imagination. The Alan Parsons Project nacque dalle menti creative di Eric Woolfson, songwriter già attivo negli anni ’60 con Marianne Faithfull, tanto per citare uno dei nomi più famosi ed Alan Parsons, ingegnere del suono che nella prima metà degli anni ’70 impresse il suo marchio di fabbrica sugli album dei Pink Floyd (Atom Heart Mother, The Dark Side of The Moon), dei Wings di Paul McCartney e degli Ambrosia di David Pack.

È Parsons che racconta in un’intervista contenuta in una recente ristampa di Tales… in che modo è avvenuto l’incontro con l’altra metà degli A.P.P.:

Incontrai Eric agli Abbey Road Studios e parlammo di cose inerenti all’industria discografica. Io stavo lavorando con i Pilot e avevo già avuto qualche successo nelle classifiche ma senza guadagnare troppo denaro e pensai che proprio Eric poteva guidarmi nella giusta direzione. Lui si offrì di farmi da manager e mi propose presto l’idea del concept-album basato sulle storie di Edgar Allan Poe.

download

La familiarità con i racconti di Poe aveva sempre fatto parte della vita di Eric Woolfson: da ragazzo quando andava a scuola a piedi a Glasgow, spesso s’imbatteva in diversi cinema che esponevano manifesti trash di film di Edgar Allan Poe, come The Pit and the Pendulum e The Raven.

Eric era troppo giovane per vedere i film, ma ne rimase affascinato e quelle immagini restarono nella sua memoria in attesa di essere concretizzate. L’idea di creare un album che avesse come base le storie di Poe arrivò nei tardi anni 60, quando Eric, ad un corso di marketing che frequentava, sentì dire dal docente che ogni film fatto sui racconti dello scrittore horror non aveva mai perso denaro. Per Eric fu una specie di folgorazione, una certezza: così come i film, anche un concept album sulle storie di Poe avrebbe sicuramente fatto un successo incredibile.

C’è da ricordare però che Eric era sempre stato ispirato dalle grandi menti creative, come scrittori, architetti e psicanalisti. Egli considerava Edgar Allan Poe come la sua più grande ispirazione musicale, non solo perché reputava le sue opere affascinanti, ma anche perchè immaginava la sua vita ancora più intrigante. Rispetto a Gaudì e Freud (altri miti intellettuali di Eric), Edgar Allan Poe era doppiamente d’ispirazione. L’incontro con Alan fu quello che rese possibile la realizzazione di un sogno letterario e musicale, un sogno che si sublimò in un album sperimentale e visionario.Poster_Raven_1963_01

THE STORY OF THE ALBUM: L’album fu suonato da un grandissimo numero di musicisti come Ian Bairnson, David Pack e David Paton alle chitarre, Joe Puerta al basso, Stuart Tosh alla batteria, Billy Lyall, Andrew Powell e gli stessi Alan Parsons ed Eric Woolfson alle tastiere e sintetizzatori e vide la partecipazione vocale di Leonard Whiting, Arthur Brown, John Miles, Terry Sylvester e Jack Harris. Una delle sue peculiarità è che ogni brano ha il titolo di un racconto o poesia di Poe.

Il disco si apre con un pezzo strumentale, A Dream Within A Dream (che nella versione remixata del 1987 era introdotto addirittura da Orson Welles, personalità che ben si adattava alle narrazioni su disco, basti pensare al suo lavoro con i Manowar sui brani Dark Avenger e Defender). Il brano si apre con un tappeto sonoro di sintetizzatori e delle soavi note di flauto suonato da Billy Lyall, per poi guadagnare d’intensità nella seconda metà grazie al sapiente uso di un basso pulsante ipnotico e di sintetizzatori dalle sonorità brillanti e vivaci.

Il solito basso è il filo conduttore che collega A Dream Within A Dream a The Raven (Il corvo), primo brano cantato del disco e che vede il vocoder fare il suo debutto su un disco rock. Pur nei suoi quattro minuti scarsi The Raven contiene tutte le caratteristiche tipiche di un brano x degli A.P.P.: parti vocali sussurrate, deflagrazioni di rock sinfonico, tema musicale ripetuto fino ad un finale cantato a pieni polmoni da Leonard Whitlng che intona «Quoth the raven, nevermore, thus quoth the raven, Nevermore». The Tell-Tale Heart (Il cuore rivelatore) è un concentrato di puro rock duro e che grazie alla performance vocale dell’ “urlatore” Arthur Brown acquista delle sfumature da opera-rock poi stemperata dal break sinfonico per poi ripartire con il suo ritmo irresistibile.

È John Miles il protagonista vocale dei due brani successivi: The Cask of Amontillado (Il barile di Amontillado) e (The System Of) Doctor Tarr and Professor Fether (Il sistema del dr. Catrame e del prof. Piuma). The Cask…porta sulle spalle tutti gli stilemi del rock britannico: dai Beatles più orchestrali fino ai Genesis più evocativi mentre (The System Of) Doctor Tarr and Professor Fether è giocata su un ritmo felpato dove organo, pianoforte elettronico e un’ammiccante tema ripetuto alla chitarra si intrecciano per dar vita a qualcosa che sicuramente fece colpo sui Toto di inizio carriera.

alanparsons_1_1342967275The Fall Of The House of Usher (La caduta della casa degli Usher) è l’apice compositivo dell’album. Per Eric questo brano fu una sfida sonora: secondo l’artista necessitava dell’effetto sonoro di tuoni e fulmini, un’idea splendida ma difficile da creare. Infatti durante la registrazione del disco, nel mese di agosto a Londra, non vi era alcuna probabilità di trovare tali condizioni meteorologiche per soddisfarne la realizzazione.

Il gruppo allora optò per una ricerca nuova e più sperimentale… Con un microfono ‘dummy-head’ che realizzava effetti surrond molto realistici, si preparò a volare in qualsiasi parte del mondo per registrare l’effetto desiderato. Purtroppo il bel tempo non diede i risultati sperati ma proprio mentre i ragazzi stavano per abbandonare la speranza, i cieli sopra Abbey Road esplosero in una tempesta torrenziale perfetta.

Alan, David e Eric si lanciarono con il microfono sotto la pioggia per registrare ogni singolo rumore, e nonostante qualche piccolo problema (risate di sottofondo, strumenti bagnati e chiacchiericcio di disturbo, cose che accadono quando ci si lancia in queste avventure improvvisate), riuscirono ad ottenere il temporale più spaventoso e horror possibile.

The Fall aveva preso vita: lungo brano strumentale, articolato in cinque sezioni (Prelude, Arrival, Intermezzo, Pavane, Fall) dalla fronte impronta orchestrale. Cupo e tormentato il Prelude, frenetico ed umido l’Arrival e l’Intermezzo, Pavane ci riporta entro una dimensione di rock sinfonico e progressivo grazie anche all’utilizzo di mandolini, arpe e clavicembali ed infine Fall, la caduta, rappresentata musicalmente da 52 secondi di cacofonia orchestrale.

L’album è chiuso da To One In Paradise (A una in paradiso): una dolce ballad introdotta da una chitarra effettata con il chorus che crea arpeggi dove si posa la delicata voce di Terry Sylvester (coadiuvato ai cori per l’occasione da Parsons e Woolfson).

Se già avete letto qualche storia di Poe, provate a rileggerla con questo disco come sottofondo. Album eccezionale che solo recentemente è stato rivalutato dalla critica. C’è da dire che gli Alan Parsons hanno mantenuto il vizio di musicare storie anche per gli album successivi: I Robot del 1977 è la colonna sonora per i racconti fantascientifici di Isaac Asimov… Album ancora più sperimentale e vicino alle magie sonore dei Tangerine Dream.

Vi lascio con un po’ di curiosità e vi invito ad ascoltarvi Tales

Tomas Ticciati & Virginia Villo Monteverdi

Condividi l'articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.