I Dj’s di Wardance e la loro musica oscura

Intervista ai Dj’s di Wardance:

l‘associazione per la diffusione e riscoperta di quella tanto amata musica oscura

Music for pleasure
its not music no more
music to dance to
music to move
this is music
to march to
to dance
the war dance

Wardance – Killing Joke

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Chi si ricorda della musica oscura, della new wave, del post punk, della dark wave, ebm, elettronica, gothic, synth pop e affini? Sono pochi e circoscritti gli amanti e i praticanti di questo genere che, come una setta seleziona esso stesso i suoi proseliti. Le generazioni precedenti, quelle che hanno vissuto il decennio wave degli anni 80, quelle più recenti che lo hanno ereditato dai genitori e/o da fratelli e sorelle maggiori, i soggetti più inclini a questa sensibilità musicale e qualche giovanissimo, ancora cercano di diffondere il verbo… Verbo di un genere che in Italia è rilegato spesso ad ambienti di nicchia e circoscritto a locali e realtà cittadine che lo hanno cullato e cresciuto nei decenni precedenti. Wardance, combattiva e danzante, attraverso le personalità di tre (attuali) dj’s, con dj set, live di gruppi storici e live di giovani band che ripropongono proprio quelle sonorità wave, si è proposta l’arduo compito di ridare nuova vita al genere wave, di costruire un canale di comunicazione con musicisti, artisti e in generale con ogni individuo che avesse voluto sviluppare un suo percorso creativo dentro tale “cantiere” in continua evoluzione.

Attraverso il recupero della memoria sonora e visiva Wardance s’impegna a riportare in vita quella musica oscura che purtroppo spesso viene relegata a banale fenomeno storicizzato ed estetico di un’epoca che ormai molti sentono lontana e patinata. Tra mode iper-variabili ed effimere, tra tendenze che durano una stagione in una società che parla per bulimia d’immagini, si cerca qui di riabituare l’orecchio e la sensibilità ad un certo tipo di musica che meditativa e lenta difficilmente riesce a farsi strada nella cultura comune, rimanendo purtroppo parte di un underground storico e lontano. Wardance con la sua passione apre le porte a nuove realtà musicali nascoste e alla contaminazione con le arti visive, apre nel suo piccolo l’Italia all’underground mittel-europeo più oscuro e innovativo, proponendo ogni volta gruppi sorprendenti e pescando anche dall’oscurità italiana che spesso regala perle incredibili. Vi lascio ora scoprire questa realtà interessantissima attraverso le parole dei suoi fondatori con Fabio De Petrillo (Dampyr D), Alessio Niccolini (Retinal Mist) e Luca Mencarelli (Egodrom)… E dico interessantissima non solo da sfegatata amante del genere… Prima dell’intervista vi introduco un breve discorso che riassume la filosofia dell’associazione. Buona lettura e buon recupero/formazione della memoria di una fosca realtà musicale. Il tempo scivola via, non lasciate morire i generi musicali!

WARDANCE evoca nell’unione delle due parole War e Dance, la guerra, abisso dell’animo umano, da noi espropriata del suo significato negativo e tradotta in una “guerra” interiore positiva, e la danza, movimento libero e creativo del corpo nello spazio, simbolo del linguaggio universale della musica e dell’arte.
La danza dei cacciatori prima di mettersi sulle tracce della preda, la danza dei guerrieri prima del combattimento, la danza delle tribù per esorcizzare le energie negative e propiziarsi il favore degli dei. […]
Da quest’idea del moto creativo, del flusso del pensiero e dell’interscambio delle idee, nasce la nostra associazione culturale. WARDANCE si nutre di musica ma non solo, fondamentale importanza hanno le arti visive: fotografia, video-arte, installazioni, pittura. Suono e segno, ritmo, frequenza, spazio sono concetti intercambiabili e rendono possibile quella contaminazione dei sensi (sinestesia) che chiede al pubblico un’adesione intima e profonda.

Ass. Wardance

Egodrom, Dampyr e Retinal Mist (2011). Foto Andrea Baccetti

Egodrom, Dampyr D e Retinal Mist (2011). Foto Andrea Baccetti

Buongiorno Dj’s. Raccontatemi come, quando e perché è nata l’associazione culturale Wardance…

Fabio (Dampyr D): L’associazione culturale Wardance è nata a Gennaio 2011, ma non è che il punto di arrivo di un percorso molto più lungo che è iniziato ai tempi di gothica.it, poi Fdtd.it (From Dusk Till Dawn) ed infine Wardance.

Alessio (Retinal Mist): il perché è perché prima di tutto al di là della stima professionale, ci stimiamo come persone.

Luca (Egodrom): Mettere insieme persone con una grande passione per la musica per organizzare eventi di qualità.

Quali sono i gruppi musicali che rispondono meglio alle vostre scelte? Che tipo di filosofia c’è dietro la vostra associazione?

Fabio (Dampyr D): E’ una domanda difficile per me, in quanto apprezzo gli sforzi di ogni band, suonare richiede un sacco di sacrifici e di duro lavoro, soprattutto per chi propone materiale proprio, nella scelta delle band c’è un confronto nel consiglio direttivo, si valuta l’aspetto tecnico, sulle potenzialità e non ultimo sulla fattibilità del live, spesso arrivano richieste diciamo campate per aria….. Negli ultimi tempi, gli impegni anche personali hanno ridotto molto la nostra attività per quanto riguarda il booking, preferiamo dire di no e cercare di non dare false speranze.

Alessio (Retinal Mist): Teniamo d’occhio le nuove proposte, quelle che hanno qualcosa di interessante da raccontare.

Luca (Egodrom): La new wave e il post punk dei primi anni 80 come base, ma anche tanta ricerca verso nuove sonorità e band emergenti del panorama Italiano ed internazionale.

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A quali festival musicali e/o artistici avete partecipato? Come vi siete trovati?

Fabio (Dampyr D): abbiamo avuto molte collaborazioni in questi anni e collaborato nonché curato molti eventi con nomi davvero importanti, ci quasi siamo sempre trovati bene, ma non è sempre tutto rose e fiori, diciamo serve sangue freddo e saper far fronte gli imprevisti è indispensabile. Per i nomi in particolare spero siano meno smemorati di me i miei colleghi….

Alessio (Retinal Mist):

Luca (Egodrom): Moonlight Festival a Fano, Bite the Bit festival San Donà di Piave, oltre ad eventi in primis organizzati da Wardance sul territorio Toscano. Molte partecipazioni in vari club d’Italia. Generalmente ci siamo trovati abbastanza bene.

Cosa ne pensate della scena musicale underground/dark/wave odierna in Italia? Credete che sia ancora viva come nel passato?

Fabio (Dampyr D): questa è una delle domande che facevo tanti anni fa…. Si può dire il tutto ed il contrario di tutto, mi spiego meglio, in Italia la scena underground è sempre stata molto esterofila e poser.  Ci sono le mode che vanno e vengono, se penso a 20 anni fa l’unica differenza vera è sulla facilità di accesso a informazioni e musica. Poco dopo il 2000 tornò di moda il deathrock con creste, suoni graffianti, look punkeggianti e raffinati, poi è tornato di moda la new wave, poi il ritorno prepotente degli 80’s e lo stesso vale per il lato elettronico. Quello che cambia è che io ho un po’ di anni in più e vedo che i giovani latitano, ai concerti vedo sempre gli stessi volti da qualche decade….

Dampyr D e Retinal Mist (2011)

Dampyr D e Retinal Mist (2011)

Alessio (Retinal Mist): Purtroppo no, e la cosa riguarda sia la produzione musicale che la proposta in senso più generale, serate comprese. Abbiamo visto un sacco di progetti nascere sotto i migliori auspici morire dopo pochissimi anni di attività.

Luca (Egodrom): Dal punto di vista di produzione musicale negli ultimi anni ho sentito e visto molte band interessanti, alcune di grandissima qualità e professionalità. Molte di queste band stanno anche ottenendo dei risconti positivi dall’estero. Manca purtroppo un ricambio generazionale per quanto riguarda il pubblico. I giovanissimi non sembrano per niente attratti, o comunque sono talmente confusi da milioni di Gigabite di musica, immagini e suoni che non riescono concentrarsi su qualcosa per più di 10 minuti. C’è anche da dire che esaurito il filone “Manson e Rammstein”, dello scorso decennio, manca effettivamente un artista di riferimento a livello mainstreim che possa attirare i più giovani a scoprire questo genere musicale nella sua parte più oscura.

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Come è cominciata la vostra esperienza di Dj e come vi siete approcciati a quel tipo di musica che proponete?

Fabio (Dampyr D): è iniziata per curiosità e grazie alla disponibilità di altri dj’s, di solito si inizia sempre così…. Per il genere Io mi sono approcciato molti anni prima ai tempi dello studio quando si mise su una band….

Alessio (Retinal Mist): Personalmente vengo da una piccola realtà di provincia che ha visto nascere gruppi attivi nella scena anni ’80 come Funhouse, Wilderness e Symbiosi. Benché troppo piccolo per sentirli suonare dal vivo, una volta cresciuto è stato un piacere scavare nella loro storia e da lì risalire alle loro influenze musicali, arricchendomi di nuovi ascolti e quindi di non farne più a meno.

Luca (Egodrom): L’esperienza dj è nata per caso, anzi per gioco. L’idea di poter mettere musica davanti ad un pubblico è stato il sogno adolescenziale che ho sempre inseguito. Far ballare i pezzi che ami è una grande soddisfazione, soprattutto quando qualcuno a fine serata ti ringrazia. Si vive anche di queste piccole soddisfazioni.

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Quale città, secondo voi, sia europea che italiana, può offrire oggi i migliori input e spunti musicali nel vostro genere?

Fabio (Dampyr D): ci sono città con effetto calamita per l’ambiente alternativo, anche se non è tutto rose e fiori come può sembrare, tuttavia vi sono oasi felici e valide sparse sul territorio. Per le  band non è semplice trovare sbocco per suonare, per i locali avere un pubblico sufficiente a restare aperti, non sempre la qualità è sinonimo di successo. La differenza con l’estero è a livello culturale, dove la musica, la dimensione del live e di conseguenza anche del dj set è molto più radicata che in Italia; da noi si guarda troppo spesso al nome se è conosciuto, se ci sarà gente…. Come se questi fattori potessero cambiare la qualità di un live! All’estero c’è più curiosità, più apertura mentale, anche se poi i problemi sono sempre gli stessi.

Alessio (Retinal Mist): Berlino.

Luca (Egodrom): Ultimamente tutte le band, italiane e non, si trasferiscono a Berlino o comunque in Germania, un po’ come fu negli anni 80 Londra. Berlino in questo momento è l’ombelico del mondo per la musica elettronica, i club e il vasto pubblico. Un pubblico meno ghettizzato in generi ed etichette e di larghe vedute.

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Chi è il vostro pubblico prediletto? O meglio, a chi volete rivolgervi prima di tutto?

Fabio (Dampyr D): personalmente mi piacerebbe tornare indietro di 15 anni, il pubblico che preferisco è quello che si diverte, scopre o riscopre sonorità sia del passato che nuove e che non sia solo “chiacchere e distintivo”.

Alessio (Retinal Mist): Un pubblico curioso che non è attaccato all’ascolto dei soliti 4-5 gruppi seminali del genere.

Luca (Egodrom): Pubblico curioso, divertente, semplice e interessato. Mi piacerebbe vedere più gente ai concerti.

Dampyr D: foto Light Motion

Dampyr D: foto Light Motion

Prossimi appuntamenti e progetti? Ditemi cosa ci aspetta, sono curiosa! Ah…. Suonerete di nuovo a Pisa? Devo dire che mi mancate parecchio!

Fabio (Dampyr D): prossimi appuntamenti tanti concerti grazie alla partnership con l’Exenzia di Prato ad esempio sabato 10 ottobre con i The Soft Moon poi arriveranno Geometric Vision, Tanks & Tears, Delenda Noia, The Frozen Autumn, The Beauty of Gemina. Su Pisa noi siamo sempre contenti di tornare, ultimamente l’Ex Wide ha problemi di vicinato e quindi non vi sono le condizioni tecniche ideali, ma se qualcuno ci contatta…Grazie per l’apprezzamento fa davvero piacere.

Alessio (Retinal Mist) Sì faremo nuovi dj set a Pisa, prima o poi!

Luca (Egodrom): Per ora ti aspetto il 10 Ottobre con i The Soft Moon all’Exenzia a Prato.

Grazie ragazzi! Un saluto da Tuttomondo!

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Virginia Villo Monteverdi

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