Betta Blues Society live al The Cage Theatre

LIVORNO – Il 28 maggio i toscani Betta Blues Society si sono esibiti sul palco del The Cage Theatre in apertura al concerto di Samba Tourè, musicista del Mali in tour in questi mesi attraverso la nostra Penisola. Dopo diversi cambi di formazione, e quattro anni di pausa, i Betta Blues Society si sono fatti finalmente risentire con Roots, un disco che è stato un modo per ripartire da capo, dalle radici, per ritrovarsi e riconoscersi in un genere che tutti i componenti del gruppo hanno sempre amato. Il disco è composto interamente da cover provenienti dal mondo blues dei grandi artisti come Mareni, Skip James, Bessie Smith e Sister Rosetta Tharpe e si propone di andare a riscoprire le basi del blues vero, quello più sporco e verace. La band, nata a Pisa nel 2009 dall’incontro tra la cantante Elisabetta Maulo e il chitarrista Lorenzo Marianelli e stata finalista al Rock Contest di Controradio nel 2010;  nel 2011 (con la prima formazione composta da Luca Guidi, Nicola Floris e Matteo Anelli) ha pubblicato il primo album, Betta Blues Society. Durante la promozione del disco la band suona in importanti festival e locali in tutta Italia, condividendo il palco con artisti italiani e internazionali (Lynyrd Skynyrd, Edoardo Bennato, Raphael Gualazzi, Alex Britti, Carmen Consoli, Brunori Sas).

Con la nuova formazione composta da Elisabetta Maulo (voce, kazoo, ukulele), Lorenzo Marianelli (chitarra, dobro, ukulele, cori) e Fabrizio Balest (contrabbasso, cori), con la collaborazione di Filippo Ceccarini alla tromba, la band toscana nel giugno del 2015 ha pubblicato Roots, il secondo album, per l’etichetta Il popolo del blues (registrato e mixato da Antonio Castiello presso il Jambona Lab Studio di Cascina). Attualmente i Betta Blues sono in tour con numerose date e stanno lavorando a un nuovo album, dopo aver ottenuto il finanziamento previsto dal bando “Toscana 100 Band”.

Da sinistra: Lorenzo Marianelli, Elisabetta Maulo, Filippo Ceccarini e Fabrizio Balest

Da sinistra: Lorenzo Marianelli, Elisabetta Maulo, Filippo Ceccarini e Fabrizio Balest

La sera del 28 maggio il gruppo ha riproposto il suo repertorio ripescando vecchi brani del primo disco e dando nuova vita a pezzi del vecchio blues, regalando anche anticipazioni sul nuovo album. L’atmosfera calda del live dei Betta ha riportato il pubblico a rivivere alcuni momenti del blues delle origini; sebbene lontano dalla ricerca filologica e dalla sua vera natura, il loro blues carico e solare è riuscito a raccontare alcune storie nascoste del passato che spesso vengono dimenticate e date per scontate. Un pezzo come Ma Rainey’s Black Bottom, è stato introdotto da Betta come un brano che spesso doveva essere suonato di nascosto e che rivendicava i diritti del popolo di colore e delle sue donne: i neri per diffondere la loro musica dovevano lottare contro un sistema in mano ai bianchi. Kissin’ in the Dark della blues woman Memphis Minnie, ricordato da Betta come «la canzone dei baci nascosti», ha voluto invece raccontare invece di come l’amore, vissuto da una donna negli anni del proibizionismo americano, potesse essere visto come un peccato, una macchia da eliminare e nascondere agli occhi dei ben pensanti. Il gruppo ha anche proposto un nuovo pezzo inedito, Waking Up, che si troverà nel nuovo album: in quest’ultimo saranno esplorati anche nuovi generi, stili musicali che andranno a dialogare indubbiamente con il blues.

betta blues liveUn lavoro di rievocazione storica, reinterpretazione e di riadattamento quello dei Betta Blues Society che indubbiamente hanno saputo semplificare, rendere frizzante e personale il blues lontano da certe sfumature della nostra cultura. Betta in questo live ha saputo mostrare tutta la sua grinta, sia vocale che interpretativa e abbastanza sopra le righe, ha suonato l’ukulele, il kazoo ed è riuscita a creare sinergia e energia tra tutti i componenti della band che si è esibita infine insieme a Samba Tourè. Punto di forza sono stati anche i cori realizzati da Fabrizio e Lorenzo che hanno creato un’atmosfera evocativa perfetta per i brani presentati, lasciando al pubblico la libera immaginazione e conducendolo attraverso i suoni in quel mondo blues ancestrale sentito internamente, nelle viscere. Decisamente molto meglio live che su disco.

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Virginia Villo Monteverdi

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