“Anna” amore e speranza in una realtà apocalittica

Anna, l’ultimo romanzo di Niccolò Ammaniti

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Era quel momento dell’alba in cui la notte e il giorno hanno lo stesso peso e le cose sembrano più grandi di quello che sono… L’autostrada si srotolava come un filo di liquirizia… A una cinquantina di metri, sopra la linea tratteggiata, c’era qualcosa.

Questo qualcosa, anche quando non è nominato, rimane sempre in agguato, quiescente. Si trasforma e diventa un animale, un essere umano, un incendio, o il virus.

Il nuovo libro di Niccolò Ammaniti, Anna, in libreria dal 29 Settembre, è ambientato in un immediato futuro apocalittico, in una Sicilia devastata da un virus letale che colpisce solamente gli adulti, La Rossa. L’isola e per quel che ne sappiamo il mondo intero è popolato unicamente da bambini, che non appena diventano adulti manifestano i sintomi del virus, macchie rosse, piaghe, febbre e polmonite e finiscono per consumarsi e morire. In soli quattro anni il mondo cambia la sua faccia, è popolato da cadaveri, i primi a diventare parte canonica del paesaggio generale e a non destare più alcun timore, perché bastano solo 100 giorni affinché un cadavere diventi un innocuo mucchio di ossa e resti dermici. Il mondo si trasforma, deturpato dal degrado e dalla ricerca vitale di cibo e acqua, lasciato in balia di bambini, la maggior parte dei quali non hanno avuto nemmeno il tempo di assimilare i primi insegnamenti di civiltà lasciati dagli adulti, mentre i più grandi si avvicinano immancabilmente alla morte.

La protagonista del romanzo è Anna, una ragazzina di tredici anni, a cui la madre ha lasciato un quaderno con le istruzioni per sopravvivere il più a lungo possibile e per salvare suo fratello Astor, più piccolo di lei. Il percorso di Anna è di maturazione in un futuro che ha inizio nel nostro presente, e che il lettore non può che condividere perché è vicino e possibile.

Anna è prima di tutto una storia d’amore fra un fratello e una sorella, un amore indissolubile, messo a dura prova dall’imprevedibilità delle vicende che Anna e Astor si trovano ad affrontare, qualcosa a cui non erano stati preparati dai loro genitori. Anna è anche la storia del rapporto fra un essere umano e un cane maremmano, Coccolone, un vero e proprio angelo custode per i due fratelli, che li accompagnerà fino alla fine del loro percorso e con i quali instaurerà un legame indissolubile.

Un aspetto davvero singolare di questo romanzo è l’ambientazione. Per una volta l’apocalisse non ha luogo nella già massacrata New York o perché no nelle distese sconfinate dell’Arizona; Ammaniti ha scelto di ambientare la sua storia in Sicilia, e come lui stesso ha affermato in una recente intervista a Che Tempo Che Fa: “Fin da piccolo per me gli zombie erano relegati negli Stati Uniti, i Vampiri in Inghilterra, e ad un certo punto mi è venuto naturale immaginarmi degli zombie americani anche all’alimentari sotto casa, e mi è sempre piaciuta l’idea di unire un genere non nostro con il contesto in cui viviamo. Per quanto riguarda la Sicilia, quando l’ho scoperta, ho sentito che c’era una natura fortissima, che poteva coprire come un velo pietoso ciò che restava della civiltà”.

In Anna cambia totalmente il modo di concepire la vita, a cominciare dalla sua durata; tuttavia, nonostante tutti gli esseri umani muoiano all’età della pubertà, ciò non impedisce loro di vivere la propria vita intensamente; la quantità degli anni è differente ma non la loro qualità, anzi forse nella consapevolezza della brevità vi è uno stimolo in più a vivere i propri anni con quell’intraprendenza e pienezza che gli adulti avevano ormai perduto. La stessa protagonista attraversa tantissime esperienze durante il suo percorso, deve cercare il fratello rapito, proteggerlo, affrontare i bambini o gli animali nemici, e alla fine riesce addirittura a innamorarsi. La morte stessa assume un significato differente: la sua imminenza la rende qualcosa di annesso alla vita, un completamento, come realmente è: la morte esiste e non può fare più paura perché fa parte del destino di ognuno.

Anna non è solamente la storia di un fratello e una sorella che lottano per la sopravvivenza, non è solamente l’apoteosi della natura che si ribella all’uomo e lo rende minuscolo e impotente; è soprattutto l’essere umano messo a nudo di fronte alla perdita di ogni punto di riferimento, è l’uomo scevro di imposizioni culturali e libero di essere ciò che è, imprevedibile e legato alle proprie ragioni istintuali più che alla ragione razionale stessa.

Nonostante l’ambientazione e la sensazione di apocalisse che pervade Anna, i personaggi non sono mai privi di speranza, anzi. Ognuno di loro cerca una soluzione, prova a credere in qualcosa che possa salvarli dalla morte inevitabile. Sempre a Che Tempo che fa Ammaniti ha affermato: “Nei miei precedenti romanzi gli adolescenti erano condizionati dai genitori, dovevano fare uno sforzo terribile in delle situazioni che sembravano chiuse; qui ci troviamo di fronte a dei personaggi che possono fare quello che vogliono, e con Anna ho cercato di creare un personaggio che cercasse e credesse disperatamente nella vita, e quindi lei avverte che da qualche parte ci può essere ancora vita.”

Ammaniti,_Niccolo“- Tu non credi che c’è un modo per salvarsi? Siamo proprio destinati a morire così?

  • – Io non credo a niente. Io devo trovare mio fratello, ho promesso a mia madre che non l’avrei abbandonato.

– E dopo? Che cambia? Tra un po’ tu muori e lui resta solo.

– Ma prima lo porto nel Continente.

– In Calabria?

– Magari lì dei Grandi si sono salvati e hanno il vaccino.

– Lo vedi che anche tu credi in qualcosa.

Anna chiuse gli occhi. Le dita di Pietro cercarono le sue. Lei gliele strinse.”

La speranza accompagna Anna durante tutto il libro, una speranza atavica che fa parte dell’essere umano e a cui ella si aggrappa, fino al raggiungimento della consapevolezza che ciò che importa non è quanto tempo riuscirà a vivere, ma come vivrà quel tempo che le è stato concesso. “La vita non ci appartiene, ci attraversa”.

Anna è un romanzo di formazione, è un romanzo del mistero, d’avventura, d’amore, un misto tra il Signore delle Mosche di Golding e gli scenari decadenti di The Walking Dead; Anna sembra quasi una sceneggiatura di un film e in realtà potrebbe diventarlo; Anna è senz’altro uno dei romanzi più belli che Niccolò Ammaniti ci abbia regalato fino a questo momento.

Maria Cristina Impagnatiello

 

 

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