Intervista ad Alessio Porquier e Ciro di Dato, organizzatori del Fi Pi Li Horror Festival
In quattro anni Alessio Porquier e Ciro Di Dato hanno creato una manifestazione che è ormai una realtà consolidata nel panorama festivaliero italiano e che è riuscita nel 2014 e nel 2015 a portare 2000 appassionati di cinema di genere nella città labronica. TuttoMondo ha incontrato questi volenterosi ragazzi i quali hanno raccontato retroscena organizzativi, curiosità e i loro punti di vista sulla situazione generale del cinema, e di come l’horror venga recepito dall’opinione pubblica.
È Ciro che comincia a parlare e ci racconta che il Festival…
nasce da un’esigenza… sia nostra (che ci divertiamo da matti ad organizzarlo) che della città stessa. A Livorno mancava da anni un festival cinematografico di genere e 4 anni fa nell’ambito di vari eventi che organizzavamo con la nostra associazione culturale “Il Teatro della Cipolla”, ci fu l’opportunità di proiettare il film Eaters di Marco Ristori e Luca Boni, film che i due registi empolesi riempirono di attori livornesi. Prima dello stesso Eaters proiettammo cortometraggi provenienti da Firenze e Pontedera e questo spiega il perché del curioso nome “fi pi li horror festival”. Quella serata andò per noi oltre le più rosee aspettative e capimmo di essere in grado di realizzare un vero “festival tematico della paura” strutturato su più livelli e più giornate che è cresciuto molto negli anni. È per noi quasi come un figlio che ha voglia di maturare sempre di più ma per farlo avrebbe bisogno di un po’ più di visibilità e magari di un po’ di aiuto esterno perché non dobbiamo mai dimenticare che è tutto autofinanziato e autoprodotto. Per l’organizzazione del festival, che rientra nelle tante attività che il Teatro della Cipolla si impegna di promuovere durante tutta la stagione, collaborano con noi Francesco Mencacci, presidente del Teatro della Cipolla, Riccardo Perassi web master, Giulia Barini con le sue realizzazioni grafiche e Ephraim Pepe, curatore degli eventi teatrali.
Una delle peculiarità della kermesse livornese è quella di unire cinema esordiente (i cortometraggi), rassegne monografiche di registi affermati e storicizzati, anteprime internazionali (quest’anno Tusk ed Eva Braun), mostre di arte contemporanea, masterclass di musicisti e scrittori e concorsi letterari. Ciro ci spiega che
senza dubbio la nostra forza sono i due concorsi, sia quello di cortometraggi che il letterario sono andati benissimo. Basta pensare che i racconti arrivati nella seconda edizione erano una cinquantina mentre quest’anno siamo arrivati a quota 180! Molto successo quest’anno ha riscosso la giornata inaugurale con l’incontro con Claudio Simonetti e senza ombra di dubbio abbiamo fatto il “pienone” al “masterclass sul giallo” con gli interventi di Cecilia Scerbanenco e Massimo Carlotto. Molto apprezzati sono stati anche gli spettacoli teatrali serali, forti della bellissima cornice della Fortezza Vecchia di Livorno…ci hanno permesso di far avvicinare al festival un tipo di pubblico diverso rispetto a quello unicamente cinefilo.
Visto che Ciro ha parlato di pubblico cinefilo e di audience potenziale ad un festival di questo tipo, chiedo ad Alessio se è d’accordo con un’affermazione del critico e scrittore Gianni Canova che faccio mia e che racconta di un pubblico italiano (rispetto a quello francese, ad esempio) che rifiuta creazioni artistiche – in questo caso cinematografiche – che fanno della disperazione e tragicità della condizione umana il loro punto di forza. Alessio, a mio parere giustamente, fa dei confronti di alcuni film usciti recentemente in sala:
purtroppo il “genere” che sia horror, thriller e altri è un’etichetta che crea, soprattutto in paesi come il nostro, pregiudizio. Anche perché in Italia abbiamo un’idea strana del cinema: se è una commedia è ok, se è Fast And Furious ok, se è un horror è una cazzata, anche Babadook, film quasi psicoanalitico, è stato bollato subito così in sala dalla maggior parte del pubblico presente. Ciò che a che fare con una condizione disperata e disumana al cinema è visto come tabu. E forse questo non cambierà mai perché spesso sono i produttori stessi a volere questo, proponendo nelle nostre sale film sempre uguali, specie in provincia. Peccato.
Di occasione mancata si potrebbe parlare di Eva Braun di Simone Scafidi. Ci voleva un film di genere, di un giovane autore di Voghera per parlare dell’epoca del “bunga bunga” senza buttarla in politica spicciola o in macchiette pseudo-bagaglino. Voi avete avuto l’anteprima nazionale ma purtroppo il film, nonostante lusinghiere recensioni (da Nocturno a Vanity Fair) in Italia è rimasto arginato nel mondo home-video, mentre all’estero è un film molto richiesto. Secondo Alessio i motivi vanno ricercati nello stesso calderone di pregiudizi di cui abbiamo parlato precedentemente, infatti
il pubblico, la maggior parte di esso, accetta il cavallo di Troia ma se ha davanti la configurazione cinematografica di ciò che vive non lo vuol vedere, lo rifiuta a priori anche perché abituato a prodotti mediocri, commedie sempre uguali e caciarone. Il film di Scafidi è un’opera perfetta, una lucida e dolorosa analisi del male, che per fortuna i nostri spettatori al Festival hanno apprezzato. Ora è uscito in dvd ma a noleggio non si trova, segno inequivocabile che chi comanda spesso crea un pubblico conformista che anche a casa guarda sempre le stesse cose. Però esempi come quello di Scafidi e nel mainstream di Capatonda con il suo Italiano medio a suo modo un horror comico, ci fanno sperare che non tutto è perduto.
Dopo aver parlato di posizioni personali sullo stato attuale delle cose in Italia e del gusto cinematografico di un pubblico ormai coccolato, e non stuzzicato, da scelte produttive orientate in un sol senso, chiedo ai ragazzi quali siano i passi da fare per l’organizzazione di un festival come il Fi Pi Li, anno dopo anno. Ciro prende la parola e mi dice che
è senza dubbio un lavoro impegnativo, che ci porta via gran parte del nostro tempo libero. Noi in realtà nella vita facciamo tutt’altro ma come già detto in precedenza ci divertiamo troppo a costruire questo festival ed è questa la benzina principale che ci permette di andare avanti cercando sempre di migliorare la qualità del nostro festival. Per prima cosa partiamo con i bandi di concorso, i nuovi infatti usciranno a breve, che sono la base di partenza per tastare il terreno e vedere se la manifestazione continua ad avere fermento. Per il resto praticamente ogni giorno lavoriamo a idee su ospiti, incontri, spettacoli e film che potremmo proporre nella nuova edizione a seconda della rete di contatti che abbiamo e soprattutto a ciò che possiamo permetterci economicamente. Alle volte siamo stati anche mesi a progettare un palinsesto che ruota attorno ad un ospite che poi viene a mancare, cosi come è capitato il caso contrario dove magari appena avuto la conferma di un regista ci siamo messi subito in moto per realizzare una retrospettiva sullo stesso».
Trovo anche il tempo di chiedere ad Alessio e Ciro se nella prossima edizione del festival sarà confermata la presenza di Federico Frusciante con i suoi giudizi sferzanti, precisi e mai banali che rappresentano una boccata d’aria fresca sia per il pubblico del vostro festival sia per il pubblico virtuale di Youtube. Fortunatamente otteniamo una risposta che ci rende felici:
«certamente la sua presenza è garantita – ci dice Alessio – e i suoi consigli sono uno dei punti di partenza di ogni Festival, lui oltre ad essere ospite del Festival è anche uno dei componenti e forse il centravanti di sfondamento della giuria che ormai da anni accompagna il nostro Festival. Va detto anche che ogni anno proiettiamo al Festival i suoi lavori nel cinema, cortometraggi indipendenti che gira con la sua casa di produzione indipendente Videodrome Industries che sono molto belli e che rappresentano al meglio i suoi gusti cinematografici.
Chiudiamo questa chiacchierata con un tentativo in extremis di scoprire qualche anticipazione per la prossima edizione del Fi Pi Li, ma purtroppo – ed Alessio e Ciro sanno cosa vuol dire tenere in tensione il pubblico – otteniamo solo il periodo di svolgimento che sarà aprile 2016 e noi di TuttoMondo ci saremo per raccontare le giornate, i film, gli incontri e per salutare di nuovo due persone di grande valore come Alessio Porquier e Ciro Di Dato. Ci vediamo ad aprile!
Tomas Ticciati
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