Tracklist:
- Intro
- Arrival in Nara
- Nara
- Every Other Freckle
- Left Hand Free
- Garden of England – Interlude
- Choice Kingdom
- Hunger of the Pine
- Warm Foothills
- The Ghospel of John Hurt
- Pusher
- Bloodflood pt.2
- Leaving Nara
“This is all yours” è il secondo album degli Alt-J, band oramai di portata generazionale dopo il successo del loro primo album “An Awsome Wave” uscito a Maggio 2012. La band arriva a concepire il secondo album in studio, dopo l’abbandono del bassista, la vittoria del “Barclaycard Mercury Prize” e l’essere diventata dopo un solo disco di taratura internazionale.
“This is all yours” è un disco più elettronico del primo, sono più frequenti gli utilizzi di campionamenti e di loop all’interno dei brani come la voce di Miley Cyrus su “Hunger of the Pine”, col la frase “I’m a femele rebel”.
Ma sostanzialmente la strategia compositiva della band britannica rimane la stessa, le voci protagoniste con i particolarissimi incastri vocali di Joe Newman e Gus Unger-Hamilton. Arrangiamenti talvolta scarni, talvolta pieni fino all’eccesso, ed un gusto melodico tendente al minore molto caratterizzante.
E’ infatti con la voce, più precisamente con le due voci, che inizia la “intro” dell’album, un brano che piano piano si arricchisce di strumenti, fino a formare quegli impasti armonici così complessi che permettono agli Alt-J di essere considerati un gruppo Pop-Intellettuale.
Sempre di Pop infatti si sta parlando, così come il loro primo disco, ma questo è il Pop di qualità, quello che non ricopia se stesso, ma che continua a cercare e sperimentare, che riesce ad uscire del panorama underground per meriti e non per demeriti. “Arrival in Nara” è una lento volgersi verso “Nara”, brano che inizia con le campane, primo vero brano del disco, dove chiaramente si riconosce la band di “An Awsome Wave”. “Every other Freckle” è un brano più energico, con “Left Hand Free” si sposta verso un sound più americano. Il brano successivo “Garden of England” è un interludio che trovo discretamente inutile.
Il disco si riprende con l’arrivo del singolo “Hunger of the Pine”, brano Pop malizioso e riuscito. “Warm Foothills” invece stupisce con l’insolito utilizzo di più voci, maschili e femminili, alternate molto rapidamente, spezzando il cantato e donando più ritmo a un brano di per se molto lento. “Pusher” è un brano acustico di quelli che ascolti prima di addormentarti quando sei un po’ triste, “Bloodflood pt.II” è il proseguo di “Bloodfood” che viene però – in linea con il disco – portata verso un arrangiamento più elettronico e campionato.
Arrivati alla fine lasciamo Nara con “Leaving Nara”. Mi viene da pensare che questo disco avrebbe potuto tranquillamente intitolarsi “Nara”, ma alla fine forse “Questo è tutto vostro” suonava più accattivante. Forse il primo album aveva più canzoni valide, scorreva meglio e suonava più fresco. Ma “This is all yours” resta comunque un disco di pregevole fattura, che è riuscito a scalare le classifiche inglesi piazzandosi direttamente al primo posto.
Resto in attesa di vederli dal vivo il 24.01 all’O2 Arena di Londra, per capire se saranno capaci di reggere un disco così lento e introverso in una dimensione da stadio. Se così fosse, gli Alt-J saranno sicuramente un nome da aggiungere all’elenco dei grandissimi.
Voto: 4/5
Bernardo Sommani
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