L’Aula Magna del Polo Carmignani è gremita. C’è attesa, un’attesa mista di ansia e trepidazione, ma il clima è disteso, quasi allegro.
Gli ospiti sono già arrivati e si mescolano ai tanti di studenti e cittadini pisani convenuti per l’occasione. Non c’è la formalità delle situazioni ufficiali, quanto la voglia di incontrarsi e di far circolare un bel fermento d’idee e opinioni.
Si inizia, come da programma, con i saluti del Rettore dell’Università di Pisa, Massimo Augello che, accanto ai ringraziamenti di rito, racconta anche la genesi, l’idea, ormai conosciuta dai più, del documentario d’autore che venne commissionato dall’ateneo a Roan Johnson (su suggerimento della sua ex docente prof.ssa Sandra Lischi) “L’uva migliore”. Da qui tutto ha inizio, per arrivare a “Fino a qui tutto bene”.
Si passa poi alla proiezione del divertente spezzone di backstage, intramezzato da qualche sequenza di pellicola, un collage che rende bene l’idea di quello che possiamo aspettarci dalla pellicola e soprattutto delle difficoltà incontrate nella realizzazione di un film a budget bassissimo, ma che ha visto il regista, gli attori, tutti gli addetti ai lavori e i tecnici entusiasti e motivati nell’affrontare e superare ogni difficoltà.
Dopo la proiezione Roan Johnson e Paolo Virzì davanti a quasi quattrocento persone si scambiano a vicenda complimenti, narrando aneddoti sul loro lavoro e sui loro incontri, alternando battute e intelligenti constatazioni su Pisa (Roan è cresciuto e ha studiato a Pisa) e Livorno (città di origini di Virzì) e giocando sulla proverbiale rivalità tra le due cittadine.
Prima di dare la parola al pubblico per le domande, la professoressa Sandra Lischi, presidente del corso di Laurea di Di.s.co (Discipline dello spettacolo e della comunicazione) ricorda che l’Università di Pisa è stata la prima a instituire una cattedra in cinema (fin dagli anni 1960) e, sottolinendo con piacere come anche Roan Johnson e Ottavia Madeddu (sceneggiatrice del film) siano stati a loro volta studenti del corso di cinema dell’ateneo pisano, evidenzia il fatto che l’ateneo pisano sia oggi un centro di eccellenza per il cinema.
Tra battute brillanti “ricorda Nanni Moretti – dice Virzì, parlando della pellicola di Roan – ma, girato bene”, apprezzamenti su Roan e le sue doti di narratore filmico, e alcune domande dal pubblico in sala, l’incontro si avvia a conclusione.
Il direttore del Tirreno, moderatore dell’incontro, fa salire sul palco anche Paolo Cioni e Guglielmo Favilla, due degli attori del film, ai quali viene chiesto di dare qualche consiglio a un giovane che oggi voglia intraprendere la strada del cinema e Roan non manca di sottolineare la bravura dei suoi attori con una frase che suscita il sorriso del pubblico: “sono talmente bravi questi 5 attori, che la prossima volta io non me li potrò più permettere”
L’incontro si è colorato dei toni della festa, rimane un piccolo rammarico: la dimenticanza, da parte degli organizzatori, del contributo dato dal Comune di Pisa, presente in sala con l’assessore alla cultura Andrea Ferrante e la dirigente Antonella Riacci, che, se pur in piccola parte ha finanziato il progetto.
Per adesso attendiamo con impazienza giovedì 19 marzo giorno dell’uscita nelle sale e siamo curiosi di goderci quello che, a detta di molti, si preannuncia come un “piccolo capolavoro” (definizione di Virzì) un film struggente, ironico e profondamente umano, capace di narrare attraverso la vita di alcuni studenti la nostalgia che si prova davanti alla fine di qualcosa e l’attesa che caratterizza ogni nuovo inizio e dove la nostra città, permettetecelo, ha un ruolo da protagonista.
Mary Ferri e Biancamaria Majorana
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