“Rigeneriamo la periferia”. L’Orchestra Arché nelle parole di Luisa Di Menna

Non sempre per trovare una «periferia» bisogna allontanarsi dalle città o aggirarsi nei sobborghi. A Pisa, ad esempio, non bisogna nemmeno uscire dal centro, basta allontanarsi da Corso Italia e muovere qualche passo nella zona della Stazione Centrale per ritrovarsi in un’area urbana apparentemente differente da quella che ci si è appena lasciati alle spalle, un’area in cui l’incuria ha imposto un segno tangibile su strade, edifici e persone. 
Prendendo le mosse da questa seria presa di coscienza, l’Associazione Nuovissimo ha patrocinato molte iniziative mirate alla riqualificazione e al recupero di questa specifica zona; tra le realtà culturali che hanno risposto all’invito dell’Associazione si è segnalata fin da subito l’Orchestra Arché, il cui presidente – la violinista Luisa Di Menna – ha accettato di parlarci nel dettaglio di questa giovane ma già prestigiosa realtà musicale (che ha ricevuto nel 2016 il XXXIII premio Boris Christoff come migliore realtà emergente) e della sua attività nel collaborare al recupero dell’area urbana intaccata dal degrado.

L’Orchestra Arché al Teatro Verdi di Pisa

 

L’Orchestra Arché è di giovane formazione, difatti ha debuttato al Teatro Verdi di Pisa per il concerto di Capodanno 2012, tuttavia ha già iniziato a ricavarsi uno spazio importante sulla scena culturale non solo della provincia di Pisa ma anche della Regione Toscana. Qual è l’obiettivo fondamentale che l’Orchestra si pone?
«L’Orchestra, nata su iniziativa del Maestro Francesco Pasqualetti, ha avuto sin dal primo momento l’aspirazione di diventare una delle espressioni musicali di riferimento per la città di Pisa, il fiore all’occhiello di un luogo che ha raggiunto l’eccellenza in moltissimi settori ma che, dal nostro punto di vista, non ha ancora sperimentato abbastanza sul piano musicale.  Crediamo che i tempi siano maturi per questo e che Pisa lo meriti, visto che la città ormai dispone anche di un Liceo musicale.
Il nome “Arché” è stato scelto proprio per il profondo significato simbolico che esprime, con l’auspicio che l’Orchestra possa rappresentare un nuovo inizio, anche nel modo di produrre musica. Operando in un mercato del lavoro che richiede continuo adattamento, flessibilità e competenza in un panorama di risorse sempre più esigue, la compagine ha adottato sin dal principio il meccanismo virtuoso dell’auto-amministrazione, con il doppio beneficio di avere completa indipendenza e costi di gestione ridotti, entrambi coniugati con un’incessante ricerca della più alta qualità artistica possibile. In questo modo il musicista viene posto al centro ed è costantemente stimolato a dare il massimo, potendo in prima persona godere dei frutti artistici del proprio operato. Per gestire al meglio un’organizzazione così complessa, alcuni musicisti all’interno della Società hanno deciso di ottenere competenze specifiche conseguendo Lauree e Master universitari nell’ambito del Management dello spettacolo. Questo tipo di evoluzione ha fatto sì che l’organico orchestrale potesse arricchirsi di musicisti sempre più preparati, tanto che oggi, accanto ai migliori giovani musicisti toscani, siedono, con spirito di collaborazione e creatività, professori d’orchestra provenienti dalle più prestigiose orchestre nazionali: dal Teatro alla Scala all’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, al Teatro San Carlo, al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, all’Orchestra della Toscana, all’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia».

Luisa Di Menna

Si può definire la vostra visione della musica «politica», intesa in senso sociale di educazione del cittadino e di stimolare una cittadinanza attiva?
«Assolutamente sì. In un momento storico come quello che stiamo vivendo, di forte depressione culturale e di estrema difficoltà per il settore artistico, esperienze come la nostra vogliono cercare di dare nuova linfa vitale a chi lavora nel nostro ambito, ma anche  essere d’esempio per i giovani che non riescono a vedere futuro nello studio della musica e, forse, nello studio in generale. Portare un pubblico giovane ai concerti, che si svolgono a teatro o in qualunque altro spazio, a vedere altri giovani come loro che si impegnano a fondo per realizzare qualcosa che – senza retorica – si può semplicemente definire magico, non può che stimolare ad essere persone che riflettono di più, che “sentono” di più, che hanno maggior rispetto e amore per il luogo in cui vivono e per le persone con cui lo condividono.
La tenacia, l’impegno, la passione portano sempre i loro frutti; questo è il nostro messaggio; l’arte è il mezzo migliore per diffonderlo.
Per ogni produzione la cooperativa impiega circa cinquanta professori d’orchestra del territorio, creando occupazione e sempre maggior coinvolgimento e affiatamento tra i musicisti e desiderio di andare avanti, migliorarsi e crescere insieme. In cinque anni di attività i nostri musicisti hanno lavorato per 36 recite d’opera, 8 concerti sinfonici e una ventina di appuntamenti cameristici, in Italia e all’estero. Dall’anno scorso inoltre l’Orchestra tiene, insieme alla Scuola di Musica “G. Bonamici” di Pisa, un campus didattico per giovani strumentisti».

A questo proposito viene quasi naturale pensare alla vostra attività con il Cinema Teatro Nuovo: come è iniziata questa particolare collaborazione?
«La sinergia proviene dalla convezione tra Comune di Pisa, Dopo Lavoro Ferroviario, Teatro Verdi e Associazione Nuovissimo per la valorizzazione e la rigenerazione dell’area circostante la Stazione Centrale, attraverso la realizzazione di spettacoli e attività formative al Cinema Teatro Nuovo. Usando le parole dell’assessore alla cultura Andrea Ferrante, “l’idea che anima questo progetto è quella che la cultura possa rappresentare uno strumento di rigenerazione urbana, soprattutto in una zona della città che vive problemi e fenomeni di degrado. L’obiettivo è quello di rendere il Cinema Teatro Nuovo un punto di riferimento per tutta la città, rispondendo anche ad una duplice esigenza: quella di avere più spazi per la produzione e la fruizione di iniziative sociali e artistiche, e quella di incoraggiare una sorta di filiera locale della produzione culturale”. L’Associazione Nuovissimo raggruppa, non a caso, le più importanti associazioni culturali della città. Tra queste, oltre all’Orchestra Arché, ci sono MondoStazione, Cineclub Arsenale, Metarock, Associazione The Thing, Pisa Jazz, Teatri in Piazza e Teatri di Resistenza, sotto la presidenza di Alberto Gabbrielli. L’idea che sta alla base del progetto è quella di portare la cultura in un luogo della città considerato degradato: una sfida importante che, quando ci è stata proposta, abbiamo subito deciso di affrontare».

L’Associazione Nuovissimo, promotrice dell’iniziativa, punta alla riqualificazione di un’area teoricamente centrale ma de facto di periferia, quella che appunto si trova attorno alla Stazione Centrale. La musica può «riqualificare» un’area urbana?
«Difficile rispondere a questa domanda, perché non saprei dire se è esattamente così. Sicuramente portare delle manifestazioni di livello in un luogo periferico, può invogliare persone che di solito non vi si recano ad andare a vedere cosa succede. Inizialmente saranno spettatori mossi dalla curiosità, ma, poco a poco, gli appuntamenti in questo nuovo Teatro potrebbero diventare un’abitudine.
Creare un nuovo polo di attrazione per persone di diversa estrazione può aiutare senz’altro la zona a rinascere. L’idea inoltre di vendere biglietti a costi estremamente accessibili, con riduzioni ulteriori per giovani e studenti, permette l’avvicinamento al Teatro anche di categorie sociali che solitamente non lo frequentano».

Per le prime due esecuzioni al Nuovo sono stati scelti programmi dal taglio molto definito: i famosi concerti de Le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi lo scorso dicembre e un’antologia, per così dire, di colonne sonore di grande spessore (cinematografico e musicale) a gennaio. Cosa vi ha portato a queste particolari scelte?
«La scelta, riallacciandomi a quanto dicevo prima, è stata proprio dettata dall’idea di essere in linea con la proposta artistica di un Teatro che si trova in una zona periferica: portare musica nota anche a persone che solitamente non si recano ai concerti. La realizzazione di spettacoli trasversali, che mettano insieme più forme d’arte ed eseguiti con qualità, porta lo spettatore atipico a incuriosirsi e ad uscire dalla sala con la voglia di tornare a sentire un altro concerto».

Come ha risposto il pubblico a questo stimolo così inconsueto per l’area in cui si sono tenuti i concerti?
«Direi piuttosto bene! È successo quanto speravamo; abbiamo ricevuto poi varie richieste di informazioni sui prossimi spettacoli. Sicuramente ancora molto si può fare dal punto di vista della promozione e della comunicazione per far sì che la sala si riempia ogni volta, ma l’Associazione Nuovissimo si sta organizzando per migliorare questo aspetto».

Quali sono i futuri appuntamenti dell’Orchestra? E in quanto al Nuovo al momento non avete nulla in programma?
«L’Orchestra sarà protagonista assieme al Maestro Nicola Piovani per il Festival Dantesco in Piazza dei Cavalieri a Pisa il 27 maggio, il 17 Giugno presso il Festival Cusiano di Musica Antica sull’Isola di San Giulio d’Orta e il 23 Luglio e 15 Agosto presso il Festival “Il Serchio delle Muse” in Garfagnana».

lfmusica@yahoo.com

 

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