Morte di un commesso viaggiatore

Un grande classico del ‘900 americano per riflettere su noi stessi e sui giorni nostri.
AL VERDI, “MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE” FIRMATO DA ELIO DE CAPITANI
Protagonisti lo stesso Elio de Capitani, Cristina Crippa, Angelo Di Genio e Marco Bonadei,  lo spettacolo arriva finalmente anche a Pisa, questo fine settimana,  ulteriore tappa di una lunga tournée di successo.
Sabato pomeriggio incontro con i protagonisti. 
commesso
 
E’ con un grande classico americano del ‘900 il secondo appuntamento della Stagione teatrale pisana frutto della consolidata collaborazione fra la Fondazione Teatro di Pisa e la Fondazione Toscana Spettacolo onlus. 
Questo fine settimana, infatti (sabato 28 novembre ore 21 e domenica 29 ore 17), è di scena Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller nella produzione del Teatro dell’Elfo firmata da Elio De Capitani, traduzione di Masolino d’Amico, felicemente in tournée fin dallo scorso anno.
Elio De Capitani (Premio Hystrio 2014 all’interpretazione e Premio Internazionale Ennio Flaiano 2014 per la regia) prosegue così nella sua personale riflessione sulla vita di oggi e sul tema dei rapporti tra giovani e adulti attraverso la drammaturgia americana d’ogni epoca, portando ora in scena la storia di Willy Loman (che lui stesso interpreta), il commesso viaggiatore protagonista del celebre testo. Un padre che cerca di “rifarsi” attraverso la vita del figlio, un uomo che ha vissuto in un mondo costruito sulle menzogne e che solo nei suoi ultimi due giorni di vita, inizia a fare i conti con il proprio fallimento esistenziale. Willy, infatti, ha sempre dato a bere a tutti di essere un grande venditore, ma non lo è mai stato e, nei suoi ultimi due giorni di vita, deve fare i conti con la realtà, con il proprio fallimento esistenziale. Nei figli ha alimentato le stesse illusioni, proiettando su di loro aspettative e delusioni, fino a minarne la felicità. Ormai incapace di stare nella realtà, non distingue più tra presente e passato, sogni e ricordi, tra quanto si agita nella sua testa e la vita vera. 
Accanto ad Elio De Capitani, nel ruolo della moglie Linda Loman, la sua compagna d’arte e di vita Cristina Crippa; i due figli (Biff e Happy) sono Angelo Di Genio e Marco Bonadei
Con loro Federico Vanni (Charlie), Gabriele Calindri (Ben), Daniele Marmi (Bernard) e Vincenzo Zampa (Howard), Alice Redini (la Donna e Letta) e Vanessa Korn (Miss Forsythe e Jenny).
Scene e costumi di Carlo Sala, luci di Michele Ceglia, suono di Giuseppe Marzoli. 
Perché il dramma di Willy Loman non risente della patina del tempo e ancora oggi ci commuove e ci lacera? Perché di fronte a lui, come scrive De Capitani nelle sue note di regia «non riusciamo a essere razionali, lo odiamo molto meno di quello che si meriterebbe. Perché la vita sta facendo a Willy Loman quello che non vorremmo mai facesse a noi. Quella reazione di difesa, dal fallimento di una vita verso i sogni e l’illusione, ci piglia in gola perché sappiamo bene di che si tratta. Si tratta di qualcosa che esiste in noi da sempre.»
Uno spettacolo assolutamente da non perdere: per la valenza del testo e per l’interpretazione di tutti, a partire dai quattro protagonisti. Una pagina di gran teatro, esemplare, che ha unito tutti i maggiori critici in un giudizio più che positivo. Solo per citarne alcuni: « […]L’intenso spettacolo, molto ben diretto, si muove con armonia tra passato, presente, sogno e realtà, quasi fosse un monologo interiore di Loman popolato da concreti fantasmi» (Magda Poli); « […] Vien da chiedersi in base a quali insondabili alchimie un’opera che era parsa, nelle ultime occasioni in cui la si era vista, alquanto datata, si presenti ora così tesa e aguzza, come se fosse scritta oggi. Lo spettacolo, senza dubbio, tocca temi molto attuali […] ma se conquista lo spettatore è, a mio avviso, soprattutto perché parla d’altro, parla della vita, della difficoltà di accettarne gli sbandamenti, dello strazio dell’invecchiamento, di uno scomodo bilancio delle colpe e degli errori. […]» (Renato Palazzi); « Un bell’apologo che racchiude una indagine spietata, grazie alla bravura dell’ensemble. L’Elfo del resto è diventato negli anni uno dei luoghi privilegiati di lavoro e costruzione teatrale, capace di conquistarsi, in tutti i sensi, una sua ineccepibile moralità. » (Gianfranco Capitta)
Con Elio De Capitani e Cristina Crippa, nonché gli altri attori della compagnia, è anche previsto un incontro: in Sala Tittta Ruffo sabato pomeriggio, alle ore 18; a coordinarlo sarà Franco Farina.
Biglietti per lo spettacolo ancora disponibili.
Per informazioni Teatro di Pisa tel 050 941 111  
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