Il 2017 e i settant’anni di Stephen King

Accade spesso che nella cultura di massa il nome di uno scrittore venga legato ad una sola opera: così è per C. S. Lewis e le Cronache di Narnia, Michael Ende e La Storia Infinita, Lewis Carroll e Alice nel Paese delle Meraviglie, sono dei buoni esempi di questo. Il caso di Stephen King, invece, è molto diverso. 

Stephen Edwin King

Oltre ad essere un autore indubbiamente prolifico e che ha scritto per una grande eterogeneità di generi letterari, è anche una delle personalità che più ha influenzato l’immaginario collettivo dagli anni ’70 ai giorni nostri; tra romanzi, racconti e adattamenti cinematografici, molti dei suoi titoli sono stati ormai interiorizzati dal grande pubblico e divenuti – ognuno nel proprio genere – dei classici: ShiningItCarrieMisery non deve morireLe Ali della LibertàLa Tempesta Perfetta1408, CujoStand by meIl Miglio Verde, giusto per citare i più nazional-popolari, molti dei quali hanno ispirato il lavoro di grandi registi come Stanley KubrickJohn CarpenterBrian De PalmaDavid CronenbergFrank Darabont Rob Reiner.

Data la grande influenza dei suoi libri non deve sorprendere che diverse manifestazioni culturali abbiano deciso di celebrare l’opera di Stephen King proprio quest’anno, visto che il 21 settembre ricorre il settantesimo compleanno dello scrittore del Maine. Un’occasione che celebra non solo la popolarità dell’autore, ma anche la qualità della sua produzione: al di là dei gusti personali (su cui vale ancora la regola del non disputandum), è innegabile che King sia un narratore formidabile, nonché un profondo conoscitore dell’arte dello scrivere e dei molteplici generi di cui si serve. In passato, ha persino scritto due saggi informali su questi due particolari aspetti: On Writing – Autobiografia di un mestiereDanse Macabre, rispettivamente dedicati alle tecniche di scrittura e alla storia – letteraria e cinematografica – del genere horror tra il 1950 e il 1980, con un’acuta analisi dei meccanismi che consentono a questo genere di suscitare particolari reazioni nello spettatore e nel lettore.

Locandina del film It, in uscita in Italia il 19 ottobre.

A onor del vero i festeggiamenti per i 70 anni di King sono partiti con largo anticipo, anche in Italia dato che ci sono stati degli appuntamenti a tema al Salone del Libro di Torino e alla fiera Tempo di Libri di Milano, e la felice concomitanza dell’uscita di tre nuovi adattamenti di altrettanti suoi romanzi ha fatto sì che si possa ben dire che il 2017 è l’anno di Stephen King. Gli adattamenti per il grande schermo de La Torre Nera e di It, remake dell’omonimo film tv del 1990, nonché l’adattamento targato Netflix de Il gioco di Gerald sono alcuni degli eventi di punta del settore cinematografico-televisivo di quest’anno e hanno contribuito a riaccendere la passione di molti nei confronti dei mondi creati da King, mondi che ormai da oltre quarant’anni popolano le sue storie, raccolte in più di settanta pubblicazioni e che hanno fruttato all’editoria mondiale una vendita complessiva di circa cinquecento milioni di copie.

E, come si suol dire, non finisce qui! La sua vena creativa non si è mai inaridita e soprattutto negli ultimi anni è riuscita a trovare un suo ritmo, consentendo ai fan dello scrittore di non essere mai “a corto” di nuove letture, basti pensare a quanti titoli sono stati pubblicati solo dal 2013: i romanzi JoylandDoctor Sleep (seguito del ben più celebre Shinig), il lovecraftiano Revival, la trilogia di Mr Mercedes (Mr Mercedes, Chi perde pagaFine turno), nonché l’antologia di racconti Il Bazar dei Brutti Sogni. Come è facile intuire, il 2017 non farà eccezione: l’atteso titolo di quest’anno è Sleeping Beauties, un romanzo scritto a quattro mani con il figlio Owen, scrittore proprio come il padre, la madre e il fratello maggiore Joseph Hillstrom, noto con il nome d’arte di Joe Hll.
Mentre attendimo l’uscita del nuovo libro e di It (19 ottobre, appuntatevelo da qualche parte) non ci resta che brindare al Re, augurargli lunga vita e ricordarci che per gustare la vera magia dei suoi libri dobbiamo avere ancora il cuore di un bambino. Io ne ho uno in un vaso di vetro sulla scrivania.

lfmusica@yahoo.com

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