“L’infinito tra le note”, il breviario di Muti

«Mozart diceva che la musica più profonda è quella che si nasconde tra le note. Il mistero è lì, in quello spazio che racchiude l’universo». È questa l’idea, il fil rouge che unisce le pagine de L’infinito tra le note, il nuovo libro del M° Riccardo Muti.

Questo terzo libro arriva a quasi dieci anni dalla pubblicazione del primo – l’autobiografia Prima la musica, poi le parole – e a sette anni dall’uscita del successivo Verdi l’italiano. Tutti e tre i libri hanno caratteristiche simili, prima fra tutte la presenza simultanea di autobiografia e riflessione critica, tuttavia L’infinito tra le note si differenzia molto dai due predecessori, in primis anche all’apparenza: formato piccolo, lunghezza davvero contenuta (120 pagine), quasi si volesse invitare il lettore a portare il libro sempre con sé. Colpisce anche la struttura stessa del testo, suddiviso in otto brevi capitoli, otto “lezioni” che, con elegante semplicità, espongono molti dei temi cari al Maestro Muti: le considerazioni sulla figura del direttore d’orchestra, i Maestri del passato, la Scuola Napoletana, l’amato Verdi e gli altrettanto amati compositori italiani vissuti tra Otto e Novecento (Martucci, Bossi, Busoni, Respighi, ecc.), le preoccupazioni per il futuro della musica nel nostro Paese e l’importanza dell’educazione dei giovani.

L’infinito tra le note – insomma – si presenta come una sorta di breviario, un libro davvero pregevole che il lettore avrà piacere a leggere e rileggere, a consultare, a sfogliare tanto in poltrona quanto durante un lungo viaggio, tanto più se si considera che lo scritto non è rivolto ai soli musicisti, ma anche ai semplici appassionati o (perché no?) ai curiosi. È quindi uno strumento particolarmente duttile per la divulgazione musicale, sia per quanto concerne aspetti generali sia nei confronti dell’attività del Maestro, nonché sue riflessioni circa il proprio mestiere: è proprio in queste pagine che trovano spazio due meritori progetti di Riccardo Muti, vale a dire l’Orchestra Giovanile “L. Cherubini” e la Riccardo Muti Italian Opera Academy, nascenti dall’esigenza di formare i musicisti di domani, dagli orchestrali, ai direttori, ai pianisti accompagnatori, nel segno della gloriosa Scuola Italiana, una delle più significative della cultura musicale occidentale (senza allontanarsi troppo, basta andare a pagina 92 del libro dove è riprodotta la locandina dell’ultimo concerto diretto da Gustav Mahler: il programma prevedeva l’esecuzione di composizioni di Sinigaglia, Martucci, Busoni, Bossi e della Sinfonia “Italiana” di Mendelssohn).

Non si sta parlando, quindi, solamente di uno spaccato sulla vita e sull’attività di uno dei più grandi musicisti del nostro tempo, ma del frutto di continue osservazioni condotte da un punto di vista privilegiato, vale a dire di chi ha vissuto l’ultimo mezzo secolo da protagonista, da chi ha vissuto l’ultimo mezzo secolo su quell’«isola di solitudine» che è il podio e da lì ha seguito, influenzato e condotto il corso degli eventi alla guida delle maggiori realtà globali per quanto concerne l’universo della musica colta. La cosa migliore che si possa fare è lasciarsi catturare da questo libro e da esso trarre una lezione, un insegnamento; questo è lo scopo de L’infinito tra le note: lasciare al lettore un valore aggiunto. Magari anche solo una piccola consapevolezza in più, ma una consapevolezza che, se coltivata con pazienza, può condurre a prospettive insperate, tanto nel mondo musicale quanto nella vita di ogni giorno. Fate vostri questi otto piccoli insegnamenti: quel che riceverete in cambio sarà di gran lunga superiore a quello che avrete dato.

Per informazioni e acquisti: 
L’infinito tra le note
Prima la musica, poi le parole,
Verdi, l’italiano.

Photocredit: Riccardo Muti Music

lfmusica@yahoo.com

Follow me!
Condividi l'articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.