Con gli occhi immersi in un rutilìo di forme e colori, non si riesce a catturare subito l’insieme del Trionfo della Morte di Buffalmacco: è troppa la bellezza di questo imponente affresco e anche il timore che ne emana. Vengono i brividi a osservare questa grande rappresentazione della morte che su tutto trionfa, sulla bellezza e sulla sofferenza, sulla povertà e sulla ricchezza, unica vera e sola padrona del mondo.
![](https://www.tuttomondonews.it/wp-content/uploads/2018/05/DSC04487-1024x681.jpg)
La morte
Il Trionfo della Morte è stato un soggetto iconografico molto diffuso nel XIII e nel XIV secolo. In quei secoli nacque il senso del macabro che avrebbe accompagnato molte delle raffigurazioni medioevali e tardomedievali: trionfi e danze macabre formarono una sorta di iconografia della morte. Il grande affresco di Bonamico Buffalmacco, di ben quindici metri di lunghezza per otto di altezza, ora finemente restaurato e riportato a nuova vita dal team dell’Opera Primaziale Pisana, è uno dei più grandi che si conoscano, e uno dei più notevoli e inquietanti.
![](https://www.tuttomondonews.it/wp-content/uploads/2018/05/DSC04538-1024x659.jpg)
L’affresco nel laboratorio di restauro
Come non rabbrividire anche noi, come i bei cavalieri che, durante una caccia con dame, falconieri e cani al seguito, si imbattono in tre bare scoperchiate che contengono tre cadaveri, ciascuno (e questo è il particolare più raccapricciante) in un diverso stadio di decomposizione. I giovani li osservano spaesati turandosi il naso, certo non si aspettavano quest’incontro da una battuta di caccia cortese. Persino i cavalli dalle belle criniere inanellate ne sono turbati, scartano: uno nitrisce con il collo allungato e gli occhi spalancati dallo spavento, un altro si volta verso di noi, sembra quasi non voler vedere. Solo una dama dal velo bianco e dal cappello a cono ci guarda severa e sembra ammonirci: questo è il destino di tutti, la sola certezza.
![](https://www.tuttomondonews.it/wp-content/uploads/2018/05/DSC04541-1024x681.jpg)
Le tre bare
Intanto l’occhio viene attratto sul lato opposto del grande racconto di Buffalmacco, dove un’ampia figura sinistra dai capelli bianchi vola al centro dell’affresco. L’orrore non è finito: la morte con la sua falce si sta avvicinando a un boschetto di aranci dove si trovano dame e cavalieri dagli stupendi abiti decorati, che, sapientemente riportati a luce dal restauro, denotano la grande maestria pittorica di Buffalmacco. I giovani suonano e amoreggiano, ignari che anche per loro sta arrivando la fine: è tale la dolcezza di sguardi e gesti, la bellezza del tappeto vegetale su cui le vesti si adagiano e che i morbidi calzari sembrano carezzare, che sembra impossibile che la morte stia per sopraggiungere.
![](https://www.tuttomondonews.it/wp-content/uploads/2018/05/DSC04499-1024x681.jpg)
Le dame e i suonatori
Questo immenso mememto mori, che sembrava quasi perso dopo il grande incendio del Camposanto Monumentale avvenuto nel 1944, è ora meravigliosamente visibile in ogni suo particolare, grazie all’impegno dei restauratori della Opera Primaziale Pisana, guidati da Carlo Giantomassi e Gianluigi Colalucci sotto la direzione di Antonio Paolucci.
![](https://www.tuttomondonews.it/wp-content/uploads/2018/05/DSC04529-copia-1024x681.jpg)
L’affresco di Buffalmacco dopo l’incendio del 1944
Con l’impiego di nuove tecniche scientifiche è stata riportata a nuova vita la luminosità caratteristica della pittura a calce, e confrontando la visione attuale con le immagini prese prima del restauro capirete l’incredibile lavoro fatto. Si sono perse solo le lamine di stagno argentato, le prime a sciogliersi al calore dell’incendio, che ricoprivano i morsi dei cavalli, le corone, le spade e illuminavano le vesti.
![](https://www.tuttomondonews.it/wp-content/uploads/2018/05/DSC04493-1024x681.jpg)
Le animule
Il prossimo 17 giugno, festa del patrono della città, l’affresco sarà riposizionato sulle pareti del Camposanto Monumentale, opportunamente preparate per accoglierlo, e tutti potranno ammirarlo nella sua rinata bellezza, insieme agli altri affreschi già restaurati e riposizionati, stupiti di fronte a quella che Antonio Paolucci definisce “la Cappella Sistina dei Pisani”.
- Il pesce d’Aprile, una storia divertente - 1 Aprile 2020
- Eleonora Duse e Isadora Duncan, una breve stagione in Versilia - 27 Marzo 2020
- Illustrare la Commedia. Viaggio fra le sue immagini - 25 Marzo 2020