Caroline FM

Caroline interrompe l’attività del padre giocando nel suo studio. Pare che sia grazie a questa immagine di John Kennedy al lavoro e di sua figlia che Ronan O’Rally abbia deciso di chiamare la radio pirata con il nome della bambina. Con le parole di Simon Dee l’fm si accende per la prima volta, nel 1964, a ben cinque miglia dalla costa orientale dell’Inghilterra. «This is Caroline on 199, your all-day music station». Trasmetteva musica tutto il giorno, musica nuova, moderna, musica che veniva considerata ineducativa come quella dei  Beatles, grandi sostenitori delle radio commerciali, The Who, Rolling Stones. Questo però O’Rally lo sapeva così bene da dichiarare, al momento del lancio di Radio rock, di voler far parte di una rivoluzione contro il sistema, come anche sapeva che tutto ciò non sarebbe passato inosservato agli occhi del Governo inglese. Il “capo dei servizi postali”, GPO, aveva il compito di gestire le onde radio; tutte tranne radio Caroline che riuscì ad andare in onda scavalcando il monopolio radiofonico statale. Nonostante i sabotaggi da parte del Governo e le concorrenze con altre radio emergenti come Atlanta (diventata poi radio Caroline South), Radio Sutch, Radio Shannon e Radio London, MV Caroline continuava a far ascoltare musica pop, jazz, pezzi orchestrali e canzoni tratte da musical.

Le radio pirata, in particolare Big L (London) e Caroline riuscirono ad avere riconoscimenti da parte delle Band; per questo vennero realizzati, sulle barche, interviste e concerti. I The Who incisero il loro album The Who Sell Out su Radio London ed i Beatles, in occasione della loro ultima tournée, rivolsero l’invito a Jerry Leighton, Dj di Caroline.
Nonostante tutti questi successi le radio pirata si stavano spingendo troppo oltre secondo il Governo inglese; così, nel 1967 venne approvata una legge che prevedeva dai tre mesi ai tre anni di detenzione per chiunque avesse relazioni con esse. Anche i Dj, essendo dei “fuorilegge”,  dovevano tenere ben nascosta la loro identità, altrimenti avrebbero scontato la pena. Ciò a Caroline non importava, anzi, proprio grazie a questo decreto decise di fare una dura battaglia contro il Governo, in particolare contro i laburisti. Purtroppo la legge portò l’FM a sparire, mantenendo un silenzio radio lungo anni fino al’70 in cui Ronan iniziò la sua vendetta accanendosi in campagna elettorale contro i Tories: «Se colpite Caroline, io colpisco voi». Da metà Gennaio del ’73 Caroline tornò in onda con lo slogan “love, peace and good music”. Nel periodo di Eric Clapton, dei Led Zeppelin e molti altri, Radio rock si vide costretta ad andare in onda solo di notte per non dover essere penalizzata dalla BBC radio 1. L’ultimo decisivo attacco del Governo guidato da Margaret Tatcher avvenne nel 1990, secondo cui vennero rese più rigide le norme contro la pirateria e «qualora le trasmissioni senza licenza fossero state ricevute sulla terraferma, la nave avrebbe potuto essere sequestrata, le apparecchiature confiscate e l’equipaggio tratto in arresto, anche se si fosse trovata in acque internazionali». Caroline chiuse i battenti in mare per poi riaprirli nel 1999 sul suo sito internet. Nel 2007 invece, il pirata radiofonico O’Rally, è stato nominato membro dell’Accademia della Radio.

Radio Caroline di Pietro Domenico Zavaglia è un libro che racconta la storia di MV Caroline in maniera molto dettagliata, facendo anche un’ampia parentesi sui costumi dell’epoca e le rivoluzioni sociali da parte dei giovani del Regno Unito negli anni ‘60-’70. Oltre a rilasciare dati di crescita o diminuzione in percentuale degli ascoltatori e piccole biografie di Dj che si sono occupati della radio pirata, offre anche documenti fotografici come immagini di pub in cui esordirono i grandi gruppi della storia pop/rock di quegli anni, delle navi-radio più importanti, dei protagonisti di questa storia e di documenti del GPO.

I love Radio Rock, regia di Richard Curtis. Un film che si focalizza sui personaggi che si trovavano a bordo di Radio Caroline, mostrando il loro modo di vivere libertino e fuori dagli schemi delle regole inglesi dettate dal Governo, dalla chiusura mentale e quindi dagli stereotipi sociali. Uomini e donne appassionati di musica, nonché sostenitori della libera diffusione di idee e di pensiero, che non si lasciano intimorire dalle leggi e dai sabotaggi creati apposta per uccidere Radio Rock.

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