Attacco ai diritti e cultura dell’intolleranza

Lunedì 8 aprile si è svolta a Pisa l’iniziativa “Diritti e Autonomia differenziata” organizzata dalla Lega di Pisa del Sindacato Pensionati Italiani – Cgil Pisa. Pubblichiamo l’intervento introduttivo di Silvano Patacca, coordinatore Diritti e Cultura della Lega spi di Pisa

Premetto che, non mi soffermerò sul tema dell’autonomia differenziata, compito che lascio agli altri relatori, in particolare al compagno Alessio Gramolati segretario generale dello SPI – Cgil della Toscana.

Una cosa però voglio dirla perché, se passa questa sciagurata riforma, un diritto inalienabile, già fortemente compromesso, subirà un ulteriore durissimo colpo accentuando ulteriormente le differenze tra i cittadini in base al reddito e alle zone di residenza.. Sto pensando al “diritto alla salute” visto che ieri 7 aprile, era la Giornata mondiale della Salute istituita per ricordare la fondazione dell’Organizzazione mondiale della Sanità nel 1948.

Quest’anno il tema è proprio il diritto alla salute, un diritto fondamentale previsto dalla nostra Costituzione a cui tutti devono poter accedere nessuno escluso, indipendentemente dalle risorse disponibili. Un diritto che, come ci hanno ricordato recentemente 14 scienziati, la Corte dei Conti e anche le Regioni.

Si perché, come scrive su la Repubblica Linda Laura Sabbadini “… il nostro Servizio sanitario nazionale non riesce più a trasformare il diritto alla salute da formale a sostanziale, esigibile per tutti. Il circuito prevenzione-cura- riabilitazione, su cui si basava la grande riforma sanitaria del 1978, si è spezzato sotto la scure dei tagli. Il pagamento a proprie spese delle cure sta diventando l’unica possibilità, per i cittadini che possono permetterselo, di ovviare alle liste d’attesa. E gli altri? E la prevenzione che dovrebbe essere al centro delle strategie? Dimenticata, sacrificata”.

Detto ciò vengo a parlare di quei diritti che, prima ancora che a livello politico e sindacale, mi hanno toccato e mi toccano, anche sul piano personale; perché c’è, a mio avviso, un momento preciso, visibile e tangibile, una cesura evidente che ha posto fine – speriamo solo temporaneamente – alla stagione dei diritti.

La bocciatura in Senato del DDL Zan accompagnata da quella oscena sceneggiata di un Parlamento urlante con le forze politiche che esultavano per la bocciatura di una legge di civiltà contro la violenza omolesbobitransfobica e, non è un caso, che da lì in poi gli episodi di intolleranza si siano moltiplicati, favoriti ulteriormente dall’avvento di un Governo di destra che, se non li ha incoraggiati, li ha certo tollerati.

Come dimenticare l’attacco alla sede nazionale della CGIL a Roma, o l’adunata fascista di Acca Larentia?

A questo attacco generalizzato ai diritti, e non solo, una prima risposta è venuta proprio dalla CGIL che, insieme a oltre cento associazioni, ha organizzato il 7 ottobre scorso, una grande manifestazione a Roma dal titolo estremamente significativo “La via Maestra, insieme per la Costituzione”.

Ma, nell’attacco ai diritti nel loro complesso, è innegabile che prevalga il legame diretto tra l’aumento degli episodi di omolesbobitransfobia e l’orientamento dell’attuale governo. Questo richiede una presa di coscienza collettiva, specialmente considerando che il contesto sociale ha subìto trasformazioni profonde negli ultimi due anni e, purtroppo, non in meglio.
L’elemento più preoccupante, a mio avviso, è la presenza di una nuova generazione che abbraccia un ideale di intolleranza. Si sta sviluppando, infatti, una consapevolezza distorta che permette di esercitare prevaricazione sugli altri senza temere conseguenze.

L’assenza di responsabilità nell’ideare e realizzare progetti di sensibilizzazione e rispetto delle differenze è un problema diffuso. Basti ricordare che, uno dei primi atti dell’attuale amministrazione di Pisa, appena insediata nel suo primo mandato, fu uscire dalla Rete RE.A.DY.

Occorre abbattere la politica del “menefreghismo” come l’ha definita Don Armando Zappolini intervenendo all’Assemblea generale della Camera del Lavoro venerdì scorso.

Nessuno sembra impegnarsi in queste iniziative vitali, lasciando alle associazioni il compito di fungere da ultimi baluardi nella promozione della consapevolezza tra i giovani.
Questo compito, tuttavia, dovrebbe innanzitutto ricadere sulle istituzioni, che sono chiamate a svolgere un ruolo cruciale sia nel contesto amministrativo che scolastico, ma anche all’interno del nucleo familiare. È errato pensare che gli esempi vengano sempre dall’esterno; la famiglia e la scuola giocano un ruolo fondamentale in questo senso.

Ricordiamo poi la circolare del Ministro Piantedosi, e le sentenze dei tribunali che cancellano letteralmente le famiglie omogenitoriali, da tre anni il Parlamento non risponde all’appello della Corte Costituzionale per una legge chiara e inclusiva per i figli e le figlie delle famiglie arcobaleno perché ogni bambino e bambina ha diritto ad aver riconosciuta la propria identità familiare, a prescindere dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere dei genitori. O il disegno di legge Varchi (già approvato alla Camera) con il quale la maggioranza a guida Meloni vuole rendere la GPA un reato universale.

Poi l’affossamento della legge sul fine vita in Veneto e molte altre limitazioni di cui parlerà sicuramente Camilla Siliotti dell’Associazione A Buon Diritto.

locandina diritti e autonomia differenziata

Ecco perché assumono una importanza fondamentale iniziative come questa, fortemente voluta dallo Spi Cgil di Pisa – e qui voglio dire un grazie particolare, e non formale, al Segretario provinciale dello SPI Fabio Carmignani e alla Segretaria della Lega di Pisa, Michela Ciangherotti

perché si dice spesso, con quello che ormai sta diventando un luogo comune che “la società è più avanti della politica”, la cui latitanza è stata sottolineata di recente addirittura dal Presidente della Corte Costituzionale, Augusto Barbera, richiamando nella sua relazione annuale proprio il caso del “fine vita” come esempio di un’incapacità del parlamento già da tempo denunciata dalla Corte, che ha anche stabilito alcune linee guida per indirizzare il riluttante legislatore. Non un’invasione di campo, ma un sentiero aperto perché un diritto – quello di morire in libertà e dignità – possa essere fruito.

Ecco perché è importante che la società si faccia sentire; se non ci fosse stata quella enorme, immediata e spontanea reazione di massa al pestaggio dei ragazzi di Pisa non ci sarebbero stati i provvedimenti nei confronti della Questora di Firenze e degli agenti che ne sono stati responsabili e la grande risonanza che ne è seguita fino alla presa di posizione del Presidente della Repubblica.

Vedete, non è un caso che abbiamo scelto, per accogliervi, la musica di Giovanni Allevi che molto spesso è stato accusato dai puristi di essere un autore commerciale; ma questa melodia può essere capita ed entrare in testa ad ogni persona, musicista o non, può arrivare a tutti. La musica non può e non deve essere valutata in base alla difficoltà di esecuzione o alla composizione, ma in base a quello che trasmette e a quanta gente riesce a raggiungere.

Così dovrebbe essere per la conquista dei diritti, non importa quante persone ne potrebbero beneficiare ma quante più persone saranno convinte che è fondamentale, garantirli, difenderli e ampliarli.

Silvano Patacca Pisa 8 aprile 2024

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