Intervista ad Antonio Losito

Intervista all’attore e regista Antonio Losito

Lo Smallmovie Festival di Calcinaia (Pisa) ha da poco chiuso il suo sipario della sua quarta edizione. I vincitori dell’edizione del 2015 sono stati Il Sarto dei Tedeschi di Antonio Losito (per la categoria “Tema Libero”) e The Rat’s Dilemma di Naor Meningher (per la categoria “Horror”).

Tuttomondo ha interpellato il regista, attore, autore e sceneggiatore pugliese Antonio Losito, che in quel di Calcinaia è riuscito ad aggiudicarsi l’ambito premio. A lui chiederemo un bel po’di cose inerenti alla sua attività: partiremo dallo Smallmovie Festival per poi farci raccontare le varie esperienze della sua carriera, che, pur essendo breve, contiene già dei capitoli di rilevanza nazionale. Buona lettura.

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Buonasera Antonio, benvenuto su Tuttomondo. Ti accogliamo nel nostro sito dopo la recente vittoria allo Smallmovie Festival di Calcinaia (Pisa) con Il Sarto dei Tedeschi. Ci puoi raccontare la genesi di questa tua opera che unisce la Storia (con la S maiuscola) con le storie di uomini comuni?

Ciao a voi di Tuttomondo. Grazie mille intanto per questa opportunità e per la vostra disponibilità. Si, è stato un onore partecipare e vincere lo Smallmovie Festival di Calcinaia. Il corto è stato ultimato da pochissimo tempo e abbiamo al nostro attivo già alcuni premi importanti. Il sarto dei tedeschi è stato scritto da Cristiano Mori, che mi ha presentato il suo progetto e questa storia bellissima a cui mi sono subito appassionato. Cristiano Mori, che ha anche prodotto e interpretato Paolino, ha confezionato questa storia basandosi su fatti veri vissuti da suo nonno.

Inoltre, visto che ho letto che è stata girata in Toscana, ci potresti dire anche le location delle riprese?

Abbiamo girato a San Miniato. E’ stato un bell’impegno perchè girare un film in costume, è sempre complicato… Anche bloccare le strade per evitare il transito delle auto. In questo mi sento di ringraziare il comune di San Miniato per la disposizione e per averci permesso le riprese in giro per il paese. Girare a San Miniato non è stato un caso, infatti è il paese dello sceneggiatore e attore Cristiano Mori, ed è il posto dove ha vissuto il vero Paolino, il protagonista del film.

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Tu, nonostante la giovane età, hai un curriculum di tutto rispetto. Parlando della tua carriera, mi piacerebbe sapere quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo della settima arte.

Io in primis sono un attore. Ma ho sempre avuto la necessità e la voglia di scrivere storie mie e metterle in piedi. Per questo ho iniziato a scrivere, oltre che per il teatro, anche dei cortometraggi. Il mio primo corto Dove arriva la sabbia è stato più che altro un esercizio. Mi cimentavo per la prima volta dietro la macchina da presa.  Poi ho deciso di conoscere meglio questa professione e quindi ho fatto alcuni lavori come assistente alla regia, per “rubare” un po’ e capire come approcciarmi meglio alla regia.

Ti cito alcuni tuoi lavori che hai girato negli scorsi anni. Mi piacerebbe che tu introducessi ai lettori della nostra rivista culturale le caratteristiche salienti di ognuno di essi: Dove arriva la sabbia, Cinque, A questo punto, Colpa di un sogno.

Come dicevo prima Dove arriva la sabbia è stato un lavoro di esercizio. Ho iniziato a capire qualcosa grazie a quel corto a cui sono molto affezzionato. Raccontava la storia di un ragazzo, un carabiniere in licenza prima di partire per la missione a Nassirija. Lui sarà uno dei 12 carabinieri che persero la vita nella tragica vicenda del 2003.
Cinque invece è stato un corto diverso da quelli che ho fatto. E’la storia di un ragazzino che si innamora della nuova compagna di suo padre. La vera maturità l’ho avuta col mio terzo cortometraggio Colpa di un sogno, girato nel 2009, che parlava degli anni di piombo e del rapimento Moro. Quel corto con il grande attore Julio Solinas, che purtroppo non è più tra noi, mi ha dato molto. Ha girato in moltissimi festival nazionali ed internazionali, creando consensi e bei riconoscimenti.
A questo punto del 2014, è stato il corto che mi ha dato tantissime soddisfazioni. Oltre 20 premi e la partecipazione come finalista in oltre 60 festival. In più è stato nella selezione ufficiale dei David di Donatello 2015, ed è stato selezionato ai Nastri d’Argento 2015.
Una commedia all’italiana, con Pietro De Silva, Patrizia Loreti, Gianni Cannavacciuolo, Alberto Patelli, Roberto D’Alessandro e infine in un piccolo ruolo c’è anche il sottoscritto dove il cinismo e la miseria umana rendono il tutto divertente e grottesco. Una riflessione divertente e amara sui nostri tempi, dove l’arte italiana di arrangiarsi con l’ingegno trova la sua massima espressione.
E poi è arrivato Il sarto dei tedeschi che mi ha fatto cambiare ancora genere di narrazione.

Quali sono state e quali sono tutt’ora le tue maggiori influenze nel campo della regia, della scrittura e dell’arte attoriale?

Le influenze in questo lavoro vengono dal passato.
Io sono cresciuto con i film di Totò, di Sordi, di Vittorio De Sica. Sono sempre stato e lo sarò per sempre, un grande appassionato della commedia all’italiana. Ma la VERA commedia all’italiana, quella che ci ha reso famosi nel mondo.
In questo Ettore Scola, Dino Risi e Mario Monicelli hanno lasciato a noi italiani, un grandissimo bagaglio e bellissimi ritratti delle varie epoche in cui venivano rappresentati i fim. Questi sono i miei esempi e i miei punti di riferimento.

Sarei curioso tu ci raccontassi la tua esperienza come collaboratore di un nome importante come Mimmo Calopresti.

Mimmo Calopresti oltre che ad essere un grande regista, è veramente una bellissima persona. Ho avuto l’onore di lavorare con lui in un paio di progetti. E’ stato veramente un grande maestro in tutto. Mi ha insegnato molto su come approcciarmi in questo ambiente. In quel periodo sono maturato molto e ho capito molte cose sul cinema. Lo ringrazierò sempre.

Cosa c’è nell’immediato futuro di Antonio Losito? Farai girare Il Sarto dei Tedeschi in altri festival dello stivale oppure ti dedicherai ad un nuovo progetto?

Assolutamente si. In meno di 2 mesi Il Sarto dei tedeschi ha vinto già sei premi. Oltre a vincere il Premio MIGLIOR CORTOMETRAGGIO presso “Smallmovie Festival” (Calcinaia-Pisa), ha vinto anche il Premio del pubblico come MIGLIOR CORTOMETRAGGIO presso “Terra di Siena Film Festival” (Siena), il Premio MIGLIOR CORTOMETRAGGIO presso “Montemario Film Festival” (Roma), il premio “Angelo Infanti” come MIGLIOR INTERPRETE a Cristiano Mori presso “I 400 Corti Film Fest” (Palestrina-Roma), il Premio TRAIETTORIE INSTABILI per la ricostruzione storica, scenografia e costumi presso “Corto Villese” (Villa al Serio-BG) e la MENZIONE SPECIALE presso “Brianzafilmcorto Festival” (Seregno-MB).
Nel frattempo sto scrivendo una sceneggiatura per un lungometraggio e poi vorrei, quanto prima, cercare di realizzare il mio nuovo cortometraggio sul Don Chisciotte…un progetto ambizioso ma molto bello.

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Tomas Ticciati
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