Sostieni San Paolo e Arno 2016: le sfide di Unicoop Firenze

Intervista a Barbara Cappelletti 

A poche ore dalla chiusura del Festival Arno 2016 incontriamo Barbara Cappelletti, Presidente della sezione soci Coop di Pisa, per fare con lei un bilancio dell’iniziativa.

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Presidente, è un anno importante e impegnativo per la sezione soci Coop di Pisa: il Festival Arno 2016 (composto da due parti, una a primavera 2016, una in corso questo mese) e la campagna “Sostieni San Paolo” (da giugno a dicembre). È stato difficile combinare e portare avanti due iniziative così significative?

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Barbara Cappelletti

«In effetti è stato un anno denso di iniziative importanti per la Sezione Soci Coop, ma soprattutto un anno che ha visto un rinnovato impegno verso il territorio e verso la nostra città. L’impegno non è stato solo della sezione soci, (anche se  i soci sono il pilastro portante della cooperativa): Unicoop Firenze, in questo anno, ha deciso di investire con il progetto Arno sui territori che il fiume percorre da Arezzo a Pisa. Per quanto riguarda Pisa, la disponibilità di Unicoop Firenze a raccogliere alcune sollecitazioni dal territorio per contribuire al recupero della Chiesa di San Paolo a Ripa D’Arno e rendere possibile la campagna “Sostieni San Paolo”, per la sezione soci e non solo è motivo di orgoglio. Diciamo che le fatiche stanno trovando gratificazione nella partecipazione di tutti, alle iniziative che proponiamo. Non solo dei soci».

Soffermiamoci sul Festival Arno: undici giorni di iniziative partecipate di vario genere, dagli incontri letterari con gli autori, alle passeggiate naturaliste sull’Arno, agli spettacoli per grandi e piccoli di teatro e di cabaret e per finire due Festival Arnocene (al Big Fish il 12 settembre e agli Arsenali Repubblicani martedì 20) a distanza di una sola settimana che hanno visto la presenza di centinaia di persone. Un grande successo, possiamo dire. Si ritiene soddisfatta?

«Posso dirmi soddisfatta da un punto di vista personale, ma il percorso di cui parliamo è un percorso partecipativo che va oltre l’impegno del singolo. Oserei dire unico nel suo genere sperimentale: nove mesi di laboratori, incontri, iniziative, mostre, conferenze. Il coinvolgimento di tutte le sezioni soci dell’area Pisa (Cascina, Valdera, San Miniato e Val di Serchio) e di molti volontari. La partecipazione è stata non solo dei soci della cooperativa. Un percorso faticoso, a tratti non sempre compreso all’esterno nella sua complessità ma decisamente ricco di spunti per esprimere quel che il fiume Arno rappresenta oggi. Intenso di ricordi per tenere sempre viva la memoria storica del fiume e di quella terribile alluvione di 50 anni fa. Cosa dire delle cene? Noi possiamo solo ringraziare per la grande partecipazione. Siamo riusciti a raccogliere con due momenti conviviali e popolari ben 3.975 euro. Un risultato che esprime quanto la chiesa di San Paolo sia un luogo importante per molti pisani.  Mi soffermo su questo risultato perché non rappresenta solo una risposta a due progetti importanti, ma anche uno dei punti fondamentali su cui la cooperativa intende investire: la partecipazione. Se riusciamo a raggiungere le persone e i soci creando partecipazione, allora siamo cooperativa, ed è anche  questo aspetto che le sezioni soci stanno sostenendo. Mi preme esprimere una nota di merito alla location per la cena del 20 settembre alla quale sono accorse veramente molte persone, gli Arsenali Repubblicani in tutto il loro fascino notturno, e un ringraziamento all’amministrazione comunale che ci ha concesso lo spazio».


Logge di Banchi è stata una delle location più usate per il Festival Arno. C’è un motivo particolare dietro a questa scelta? E in che modo i cittadini pisani (e non) hanno recepito questa idea di proporre spettacoli e momenti di aggregazione nel cuore della città?

«Due sono i motivi. Primo, è un luogo adiacente all’Arno. Il secondo è più legato alla possibilità di rendere fruibili a tutti gli eventi, la mostra e ciò che voleva rappresentare il progetto. Il desiderio di colorare uno scorcio di città con un festival che potesse parlare a tutti, anche ai turisti, ai passanti. Devo dire che sono rimasta sorpresa e affascinata a vedere, per esempio, per lo spettacolo dei burattini: turisti, adulti, adolescenti e bambini in cerchio sotto le logge a farsi una risata. Lo stesso è successo per i filmati dell’Arsenale e per gli spettacoli teatrali. Per non parlare della Brigata dei Dottori, che ha chiamato a se oltre cento persone. Insomma, un teatro a cielo aperto per vivere e colorare un angolo di Pisa sull’Arno».

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Parliamo adesso di “Sostieni San Paolo”. A che punto è la raccolta fondi?
«La raccolta fondi sta avendo buoni risultati, se pensiamo che da maggio a inizio settembre sono stati raccolti 100 mila euro, di cui 30 mila con la raccolta crowdfunding curata dalla società Eppela, e che all’interno dello stesso periodo i nostri soci hanno risposto anche alla campagna “Aiuto” per aiutare le popolazioni terremotate (a breve anch’essa si concretizzerà in un progetto di aiuto). Considerato il periodo ancora di crisi, siamo soddisfatti».

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Sappiamo che a ottobre, durante l’Internet Festival, dovrebbe essere previsto un evento di rilancio della campagna “Sostieni San Paolo”. In cosa consisterà?

«Vogliamo tenerci per mano e creare una catena umana che percorra parte dei luoghi dell’Internet Festival fino a San Paolo. Stiamo organizzando questa esperienza simbolica per abbracciare luoghi, persone e idee. A breve divulgheremo maggiori notizie. Ovviamente tutto questo sarà possibile insieme alle associazioni che fino a oggi hanno collaborato e con il coinvolgimento delle istituzioni».

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