Tommaso Avati e il suo “Ogni città ha le sue nuvole” alla Libreria Ghibellina

PISA – Libreria Ghibellina, 23 giugno 2017

Per tutto il mese di giugno 2017, la Libreria Ghibellina è diventata anche la vetrina della nuova casa editrice SEM. Un nuovo marchio editoriale nato dall’esperienza di Riccardo Cavallero, ex numero uno di Mondadori, Mario Rossetti, Antonio Riccardi e molte altre personalità di spicco dell’imprenditoria e della cultura.
I venerdì di SEM sono un appuntamento letterario inserito nel giugno pisano e finora hanno visto la presentazione di romanzi di Sara Kim Fattorini, Piernicola Silvis, finiranno venerdì 30 con Nicola Venturini, mentre noi eravamo ad ascoltare le parole di Tommaso Avati e del suo primo romanzo Ogni città ha le sue nuvole.
Ad accompagnare Tommaso Avati, figlio di Pupi Avati e da molti anni collaboratore alla realizzazione delle sceneggiature dei film del padre, erano presenti Matteo Pelliti (scrittore e drammaturgo) e Riccardo Cavallero della casa editrice SEM.

da sx: Riccardo Cavallero, Tommaso Avati, Matteo Pelliti

«Siamo negli anni ’80, c’è una famiglia che deve trasferirsi da Bologna a Roma improvvisamente. Una madre e due figli adolescenti. Alessandro Campolungo è il protagonista della nostra storia, storia che è scritta in prima persona; noi vedremo questa vicenda tramite gli occhi di un ragazzino del 1983. Lo sguardo di Alessandro ci porterà a vivere quel trauma da lui provato nel trasferirsi da Bologna a Roma. Una famiglia che si sposta e va ad abitare a casa della nonna paterna, per un trauma: il padre ha lasciato la famiglia». Queste le parole introduttive di Matteo Pelliti che già ci trasportano all’interno della vicenda raccontata da Avati in Ogni città ha le sue nuvole, un romanzo che ha la prerogativa e il pregio di essere scritto dall’autore come se i personaggi parlassero in presa diretta. Recensendo un film, spesso di parla della presenza o meno della mano del regista: ci sono registi che affermano la propria poetica tramite l’uso di virtuosismi e altri che preferiscono essere “trasparenti”. Traslando il linguaggio della critica, dal cinema alla letteratura, una cosa che è stata sottolineata in questa presentazione è che in Ogni città ha le sue nuvole non sentiamo l’artificio di una voce autoriale, non sentiamo la presenza di pagine e dialoghi forzati ed è come se i personaggi, per tornare ancora una volta al cinema, parlassero per l’appunto in presa diretta.
È un romanzo che sposta questo adolescente in un differente contesto sociale – la capitale durante i primi anni ’80 – fatto di nuovi riti, nuovi dialetti, nuovi cibi, nuove mode e passioni che ad Alessandro vanno strette (come quella per il calcio, ad esempio) e sfide sentimentali, amorose e familiari che lo porteranno verso la presa di coscienza della maturità.

Tommaso Avati si è soffermato sull’importanza della scrittura dei dialoghi. Lui, proveniente dal mondo della sceneggiatura, ha tentato in tutti i modi di evitare quell’effetto “volta-pagina” che spesso riconosciamo nei dialoghi cinematografici quando sentiamo troppo artificio e finzione di fondo. Il romanzo, sempre secondo l’autore, «è un romanzo molto autobiografico, lo è però fino ad un certo punto. Secondo me i bei racconti devono essere autobiografici in questa misura: partire da un evento fortemente vero per poi distaccarsene, per svolgersi e raccontare le vicende dei personaggi in maniera autonoma, per poi nel finale tornare ad essere autobiografico nella misura in cui il personaggio che tu hai creato fa esattamente le stesse cose che faresti tu in quella situazione. Se tu sei stato autentico, se hai creato dei personaggi veri, quei personaggi agiranno nella maniera nella quale avresti agito tu».

Si è parlato anche degli spunti comici e melodrammatici della vicenda, di come l’adolescenza porti essenzialmente il personaggio ad essere compreso tra il dramma e la farsa, delle figure centrali della madre (a cui è stata dedicata una commovente lettura) e della nonna, e di come alla base del romanzo c’è una fortissima base di nostalgia e allo stesso tempo di sollievo: sollievo per essere sopravvissuti a quell’età difficile che è quella della formazione.
Ogni città ha le sue nuvole ci presenta anche un co-protagonista/antagonista che porta il nome di Tommaso Catena, ribattezzato Tommy Scott, per via della griffe anni ’80. Quindi solamente da un (sopra)nome di un personaggio si evince come gli anni ’80 siano stati forse i primi anni nei quali la marca e il logo contassero più dell’oggetto stesso.

Un romanzo che riesce anche a mappare in modo originale alcuni luoghi della capitale, nonostante non sia un libro su Roma bensì un libro di autore esordiente nella narrativa italiana che ha alle sue spalle decenni di sceneggiature e che finalmente è riuscito a trovare una sua, intima, storia.  

Tomas Ticciati
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