Salone del Gusto e l’Arca dei sapori

 

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La kermesse torinese dedicata al buon cibo invita a salvare le rarità culinarie

Dal 23 al 27 ottobre, a Torino, si terrà un evento di rilevanza internazionale: il Salone del gusto.

Per prima cosa è importante capire cos’è l’Arca del gusto, dato che è al centro dello slogan. Nata nel 1996 in occasione del primo salone, con l’unione di molte nazioni, nel 2002 si crea la Commissione internazionale dell’Arca, che mette in relazione i paesi aderenti: lo scopo è quello di costituire un catalogo di prodotti che sono a rischio di scomparsa. Il progetto invita i partecipanti ad attivarsi per la loro salvaguardia. Diventa quindi fondamentale comprarli e consumarli, ma sopratutto, sostenere i produttori. Inizialmente i prodotti erano italiani, come la salsiccia di Bra del Piemonte o il limone di Procida della Campania, poi sono diventanti circa 2000, provenienti da più di 60 paesi e Slow Food ha lanciato un appello a tutti: portare al Salone quelli che potrebbero diventare altri passeggeri dell’Arca.

Altro tema caro al salone del gusto, collegato all’iniziativa dell’Arca, è quello dell’agricoltura familiare. Quest’ultima permette ai prodotti dell’Arca di non diventare una lista di ricordi, ma di progetti. L’agricoltura familiare si oppone all’agricoltura industriale, il cui primo fine è quello di vendere un prodotto. L’agricoltura familiare  mira piuttosto alla cura del cibo, i contadini saranno i primi consumatori del loro prodotto e l’agricoltura non sarà volta al guadagno economico, ma alla bontà e salubrità, con il rispetto per la terra.

Nel salone si terranno, come sempre, i classici laboratori del gusto e incontri con autori, oltre ad attività rivolte a famiglie e scuole. Non mancheranno gli appuntamenti a tavola, un mercato ricco di prodotti e un intenso calendario d’incontri. Saranno presenti anche una serie di novità, sulle quali ci pare giusto soffermarsi.

Forse quella più innovativa e che ha raccolto un enorme successo (la prenotazione degli incontri è andata a ruba e i biglietti sono finiti velocemente) è la Scuola di cucina, ideata dall’Università degli studi di Scienze gastronomiche in collaborazione con Slow Food. In questo appuntamento denso di grandi nomi, come Davide Scabin, Mauro Ulinassi, Niko Romito e Massimo Bottura, venticinque partecipanti avranno a loro disposizione due ore per instaurare un dialogo diretto con lo chef, adottando una formula che coinvolga direttamente gli spettatori.

Le novità però non si esauriscono, e tra di esse rientra anche Mixology, cioè un vero e proprio approfondimento sull’Arte dei cocktail, quindi la scelta del bicchiere giusto, la fabbricazione del ghiaccio e la scelta di frutta e verdura di stagione e i liquori di alta qualità. Anche qui, saranno presenti grandi ospiti.

La terza novità è la Fucina Pizza&Pane, un luogo didattico che accoglierà le maestranze di pizzaioli e panettieri di tutta Italia.

Consigliamo quanti ne hanno la possibilità di partecipare a un evento che promuove la diffusione del buon cibo, della filiera corta e delle rarità che hanno una tradizione alle spalle, affinché non smettano di essere coltivate e prodotte. L’impianto e l’organizzazione, degne di un grande evento, riportano alla mente lo show business; ma sappiamo che la filosofia portante della kermesse resta quella a noi cara di Slow Food, e lo sarà almeno fino a quando Carlo Petrini ne resterà a capo. E se tutto ciò servisse ad avvicinare nuove persone e a diffondere idee sane, responsabili e consapevoli, ben venga il Salone del Gusto.

 Dario Soriani

 

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