Premio Eolo 2017 ai Sacchi di Sabbia

Un nuovo premio per la compagnia dei Sacchi di Sabbia.

“Il premio Eolo 2017 come miglior compagnia di teatro di figura va ai I Sacchi di Sabbia, che da diversi anni compone un teatro intergenerazionale di grande e ironica forza espressiva, in cui sempre il teatro di figura regna sovrano, sia che si narrino con gli ortaggi le epiche avventure di Sandokan, sia si racconti attraverso libri pop up il sacrificio di Isacco o le avventure di un piccolo bambino di carta, sia quando nei 4 Moschettieri in America, viene ricostruita per il teatro la famosa trasmissione radiofonica di Nizza e Morbelli, utilizzando tutte le fantasmagoriche possibilità che questo tipo di teatro offre con smisurata generosità.” (da Eolo Awards 2017)

Così ad un anno di distanza, dopo il Premio Scenario dello scorso anno, torniamo a intervistare Giovanni Guerrieri dei Sacchi di Sabbia.

Buongiorno Giovanni, a distanza di un anno ci troviamo di nuovo a condividere con voi la gioia di un nuovo premio. Quest’anno è il premio EOLO 2017, riprendiamo la motivazione ufficiale che dice “per il loro percorso sul teatro di figura, con particolare riferimento a “Pop-Up, un fossile di cartone animato” – spettacolo prodotto dal Teatro delle Briciole di Parma, in tournée nei palcoscenici di tutta Europa – e a “I Quattro Moschettieri in America” coprodotto con all’Associazione Teatrale Pistoiese, dove si ricostruisce la famosa trasmissione radiofonica di Nizza e Morbelli, utilizzando con smisurata generosità e grande forza espressiva tutte le fantasmagoriche possibilità che questo tipo di teatro offre.” Che cosa vuoi dirci in merito a questo nuovo riconoscimento?

«Il Premio Eolo negli anni è molto cresciuto di importanza ed è centrato sopratutto sul Teatro Ragazzi, con qualche sporadico riconoscimento anche ad altri ambiti, come in questo caso al Teatro di figura. Siamo molto contenti che sia stato riconosciuto anche questo aspetto del nostro lavoro, che è decisamente multiforme.»

I Sacchi di Sabbia – Castiglioncello 2016

 

I premi adesso cominciano a essere molti: Premio Ubu (2008) Premio della Critica (2011) Premio Scenario (2016) Premio Eolo (2017) dopo tanti anni di lavoro e talvolta di disconoscimento sopratutto in città, che cosa vorreste dire ai nostri lettori?

 
«Ti confesso che oggi non ci sentiamo “disconosciuti” in città: quest’anno per esempio abbiamo chiuso la stagione del Teatro Verdi  col Franco Stone, collaboriamo strettamente con Internet Festival, con l’amministrazione comunale realizziamo annualmente un progetto sui Teatri in Piazza e stiamo portando avanti, grazie al contributo della Fondazione Pisa, un bel progetto di teatro in Carcere. Siamo tra i primi che Stefano Vizioli, il nuovo direttore artistico del Teatro di Pisa, ha incontrato nelle sue esplorazioni cittadine. Insomma… qualcosa si è mosso in città e si sta muovendo… spero che vi sia una continuità e un miglioramento in tutto questo, ma non vogliamo l’impossibile!»
 

Giovanni Guerrieri

Parlaci brevemente dei due spettacoli citati nella motivazione del premio, li vedremo presto a Pisa?

 
«Il primo spettacolo, Pop Up- fossile di cartone animato, è stato prodotto dal Teatro delle briciole di Parma. Nasce da un cantiere in cui le briciole hanno chiesto ad alcuni gruppi del contemporaneo (noi, Sotterraneo, Babilonia Teatro, Collettivo Cinetico…) di confrontarsi con gli spettatori più piccoli. Ne è nato un piccolo gioiello (lo dico davvero!) che purtroppo è stato “sequestrato” dai circuiti esteri: da tre anni sta girando ininterrottamente in tutto il mondo e già cambiato tre cast. Il secondo spettacolo invece è prodotto con Pistoia e nasce  come radiodramma per Radio Rai 3 per celebrare i 90 anni della Radio. Tra gli attori amici che hanno prestato le voci in quell’occasione c’è persino il maestro Carlo Ipata, che non tutti sanno essere un attore straordinario. L’idea di trarre dal radiodramma uno spettacolo è nata insieme a Rodolfo Sacchettini, critico e presidente dell’Associazione Teatrale Pistoiese, rendendo proprio omaggio alla trasmissione radiofonica  degli anni trenta che ha ispirato il progetto. Anche questo non so se riusciremo a vederlo a Pisa…»
 
A chi volete dedicare questo premio?
 
«Più che dedicare, vorremo condividere questo premio con i nostri compagni di lavoro: in particolare Guido Bartoli, senza il cui contributo i Moschettieri non sarebbero quello che sono»
 
Un grazie a Giovanni Guerrieri e ai Sacchi di Sabbia e di un grosso in bocca al lupo con l’augurio di intervistarli presto al prossimo premio.
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