The people vs Hank Moody. Dieci motivi per (ri)vedere Californication

 Californication, oltre che un album dei Red Hot Chili Peppers del 1999, è una serie televisiva americana andata in onda dal 2007 al 2014. Hank Moody, interpretato da David Duchovny (storico volto di X Files), è il protagonista. Siamo a Los Angeles, dove lo scrittore newyorkese si è trasferito per seguire gli sviluppi dell’adattamento cinematografico del suo romanzo bukowskiano God hates us all, stravolto in una commedia pseudoromantica intitolata A crazy little thing called love. Ci sono anche Karen, compagna di Hank per tanto tempo, che sta per sposare un altro uomo, e la figlia che i due hanno avuto circa dieci anni prima, Becca.

Bukowskiano è forse l’aggettivo più adatto da accostare a Californication. Un aggettivo portato all’estremo, modernizzato. Il mondo non è più quello raccontato da Charles Bukowski, gli odori sì. E ciò che muove le persone, anche. Dai più bassi istinti sessuali a potenti slanci d’amore.

 

Ecco dieci (opinabilissimi) motivi per cui vale la pena guardarla e riguardarla.

Uno. La scena inziale della prima stagione. Hank entra in chiesa in cerca di conforto spirituale e lo riceve sotto forma di sesso orale da parte di una suora bellissima. Come per mettere subito le cose in chiaro su quel che attende lo spettatore da quel momento in poi. Magistrale.

Due. La surfista “senza nome”, che compare nel sesto episodio della prima stagione e nel primo della seconda. Memorabile il loro primo incontro: dopo una notte da album rock, se ne va rubandogli alcuni vinili, che gli restituirà alla fine della puntata. Solo nella seconda stagione si scoprirà il suo vero nome: Michelle, come l’attrice che la interpreta.

Tre. I’m a rocket man, canzone che compare un paio di volte durante tutte e sette le stagioni, compreso il finale. “I’ts gonna be a long long time”, canta Elton John. Se ne vale la pena, s’intende. E Hank Moody probabilmente solo alla fine lo comprende.

Quattro. Il potere della scrittura. Come Karen, che in passato ha “scelto” Hank dopo aver letto un suo manoscritto. Come Hank, che sta bene solo dopo che fa pace con le parole e la scrittura (quindi assai di rado). Come Mia, figlia di Bill, l’uomo che Karen aveva sposato alla fine della prima stagione salvo poi tornare in extremis con Hank. Mia ruba il manoscritto di Hank e lo trasforma in un successo personale. Ma dopo diverso tempo – alcune stagioni e un processo – si rivela essere un’arma a doppio taglio.

Cinque. Lew Ashby. Personaggio dal grande potenziale, è scomparso troppo presto dalla serie, morendo all’improvviso poco prima di reincontrare la donna della sua vita. Hank entra nel suo mondo perché viene incaricato da lui stesso di scrivergli la biografia.

(…che è collegato al punto numero) Sei. Vale a dire il valore del tempo, il tempismo, la vita che va presa al volo con leggerezza. Ashby, mentre racconta la sua vita a Moody, fa riferimento alla donna di cui è ancora innamorato e che è ormai sposata con un altro, rivelando un’insospettabile predisposizione per i sentimenti genuini. Non lo si direbbe visto il suo carattere e la sua vita dissoluta nel cuore di Los Angeles, tra artisti da promuovere e prostitute. “Remember. At the end of the day, it’s all about her”, dice. Salvo poi, purtroppo, morire all’improvviso.

Sette. “Madafaka” scandito più volte da Moody un po’ ovunque. Lo si apprezza ovviamente solo se la serie è vista in lingua originale. A tal proposito, si può apprezzare l’estrema versatilità di David Duchovny. Dal freddo agente Fox Mulder di X Files allo scrittore “maledetto” di Californication. A metà tra Charles Bukowski e Bertrand Morane de L’homme qui aimait les femmes di François Truffaut, interpretato da Charles Denner.

Otto. Nella vita non si può non sbagliare. Si deve sbagliare.

Nove. Un ritratto dell’America postmoderna e depressa, quella che David Foster Wallace aveva predetto ma mai potuto raccontare fino in fondo.

Dieci. Le lettere di Hank: quelle a Karen (soprattutto la prima) e quella a Becca.


Francesco Bondielli

Ha collaborato: Viviana Gentile

Photo credits: Showtime e Le migliori frasi di Californication

Francesco Bondielli
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