Il borgo (specialmente se antico!) è uno dei connotati caratteristici della fisionomia di questa nostra amata Italia, tanto da impregnare anche l’immaginario collettivo internazionale. Questo elemento, sebbene spesso nappato nella salsa dello stereotipo, è intessuto tanto tenacemente nella realtà culturale e umana del nostro Paese da avere un ruolo di primo piano anche nel panorama letterario italiano: la realtà del borgo rientra in tanta parte della letteratura che è impossibile prodursi in una trattazione esaustiva, ci contentiamo quindi di offrirvi una guida informale ai più importanti “borghi letterari” della nostra penisola, in un itinerario ideale da sud a nord.
Modica (RG). Mohac in arabo, Μότουκα in greco, Mutica in latino, Muòrica in dialetto: in italiano, semplicemente Modica. Arroccata sulla costa meridionale di Trinacria, oggi è una cittadina di circa 54.000 abitanti e il suo nome è universalmente legato al suo prodotto più celebre, il cioccolato modicano che nel 2018 ha ottenuto il riconoscimento da parte dell’Unione Europea del marchio IGP. Modica, inoltre, figura nella lista UNESCO dei patrimoni dell’umanità assieme alle altre città tardo barocche della Val di noto, così come il Duomo di San Giorgio, monumento del Barocco siciliano. Letterariamente ha un’importanza incontestabile, avendo dato i natali al poeta Salvatore Quasimodo: la sua storia imbevuta di classicità, dai greci ai romani, i palazzi incrostati di ornamentazioni barocche, le chiese austere e opulente, sono tutti elementi che hanno influenzato e si possono rintracciare (più o meno celati) nelle pagine del Premio Nobel. A lui è anche dedicata la Settimana Quasimodiana che si tiene, puntualmente dal 1996, nella settimana attorno al 20 agosto in occasione dell’anniversario della nascita del poeta; nel corso della Settimana si prevedono visite guidate ai luoghi simbolo di Quasimodo a Modica e la conclusione si ha nella serata del 20 agosto colla Notte della poesia.
Aci Trezza (CT). Parlando dei borghi letterari siculi, è impossibile citare almeno di sfuggita Aci Trezza: questo paese di fondazione secentesca, affacciato sullo Ionio, ha conosciuto l’immortalità grazie alle pagine di Giovanni Verga che lì ha ambientato la novella Fantasticheria e soprattutto il romanzo I Malavoglia. A questo proposito, è interessante constatare l’esistenza del museo “Casa del Nespolo”: ospitato proprio nel centro storico di Aci Trezza, si trova all’interno in una tipica abitazione siciliana di metà Ottocento con cortile, un piccolo orto e l’ingresso con un arco in pietra lavica a tutto sesto. Il museo si articola in due stanze, una dedicata al film La terra trema di Luchino Visconti (sono presenti fotografie, locandine e memorabilia della pellicola) girato nel 1947 ad Aci Trezza, una chiamata invece “Stanza dei Malavoglia” ed è ricca di testimonianze del mondo dei pescatori trezzoti della metà del XIX secolo, tra cui le foto scattate personalmente da Giovanni Verga.
Recanati (MC). Solo a sentir pronunciare il nome Recanati, il cervello compie l’immediata equazione con Giacomo Leopardi ed è proprio il poeta a rendere la cittadina uno dei più emblematici borghi letterari italiani. A pochi chilometri da Macerata, questo borgo si trova immerso nel meraviglioso paesaggio collinare marchigiano e tutto parla di Leopardi: c’è il settecentesco Palazzo Leopardi, abitato da Giacomo fino al 1830 e tutt’oggi abitato dai discendenti nonché sede della Casa-Museo Leopardi e della celeberrima biblioteca del Conte Monaldo, la Piazzetta del Sabato del Villaggio (su cui si affaccia Palazzo Leopardi e dove, peraltro, sorge anche la casa di Silvia), Palazzo Antici-Mattei ossia la casa della madre di Giacomo, Adelaide Antici-Mattei, la Torre del Passero Solitario e soprattutto il Monte Tabor, meglio noto come Colle dell’Infinito su cui è riportato il primo verso nella poesia: «Sempre caro mi fu quest’ermo colle». Il Monte Tabor si trova ubicato proprio a fianco al Centro di Studi Leopardiani nonché al sopracitato Palazzo Leopardi; è anche possibile percorrere un sentiero che conduce al luogo dove si presume che il poeta ideò L’infinito.
Castagneto Carducci (LI). Questo spicchio della Maremma, compreso all’interno della riviera etrusca, dal 1907 porta il nome del primo Premio Nobel italiano che qui trascorse tanta parte della propria infanzia: Giosuè Carducci ha ricordato spesso gli anni vissuti a Castagneto e nella frazione di Bolgheri, i titoli più scontati sono senza dubbio Davanti San Guido e Il viale dei cipressi. È possibile visitare la meravigliosa chiesa di San Lorenzo, risalente al XVIII secolo, il famoso oratorio di San Guido coll’obelisco eretto in memoria di Giosuè Carducci e oltre esso l’altrettanto celebre Viale dei Cipressi, da segnalare anche il parco letterario che ospita il Museo-Archivio Carducci. La zona offre, oltre a panorami incantevoli ricchi di casolari e oliveti, molti agriturismi che consentono di visitare e vivere al meglio questo angolo di serenità e poesia; non sono da meno le specialità enogastronomiche che si possono degustare in particolare nella frazione di Bolgheri.
Barga (LU) e San Mauro di Romagna (FC). Questi due comuni possono ben fregiarsi del titolo di “borghi letterari”, essono la loro storia legata a doppio filo con quella di Giovanni Pascoli. Il poeta nacque nel 1855 proprio a San Mauro di Romagna (dal 1932 San Mauro Pascoli) e nell’antico borgo sorge ancora Casa Pascoli: seriamente danneggiata nella Seconda Guerra Mondiale, dell’abitazione originale rimane sostanzialmente solo la cucina; tuttavia l’edificio ospita l’interessante museo pascoliano dove è possibile ammirare una collezione di oggetti appartenuti al poeta e alla sua famiglia tra cui un’importante sezione del carteggio di Giovanni Pascoli e la maggior parte delle prime edizioni dei suoi lavori.
Barga, invece, è la residenza eletta da Pascoli dal 1895 al 1912. Il meraviglioso borgo, entrato a far parte de I borghi più belli d’Italia, offre ai visitatori il Duomo di San Cristoforo il cui nucleo primitivo risale a prima dell’anno 1000, il Teatro dei Differenti (voluto all’omonima Accademia nel XVII secolo), e naturalmente la Casa-Museo Pascoli. Quest’ultima non si trova propriamente a Barga a in una sua celebre frazione, vale a dire quella di Castelvecchio: a differenza della casa avita di San Mauro, quella di Castelvecchio è perfettamente conservata e reca ancora gli arredi e le suppellettili originali. Al pianterreno si trovano l’ingresso, la cucina, la sala da pranzo e lo studiolo di Maria Pascoli, che oggi ospita l’archivio in cui sono contenuti soprattutto documenti scritti e fotografici del fratello. Lo studio di Pascoli, invece, si trova al primo piano e ospita le famose tre scrivanie del poeta: una per la poesia italiana, una per la poesia latina e una per la saggistica dantesca.
Spotorno (SV). Spostandoci in Liguria, per l’esattezza sulla Riviera delle Palme, troviamo il comune di Spotorno. A molti questo nome forse dirà poco, ma anch’esso ha un’interessante componente letteraria che merita di essere ricordata in quanto rappresenta una tappa fondamentale per il poeta Camillo Sbarbaro. Il ventitreenne Sbarbaro si trasferì nel 1911 a Genova e rimase stabilmente nel capoluogo ligure fino al 1941, quando la città fu colpita da un importante bombardamento navale. A seguito del tragico evento, Sbarbaro decise di trasferirsi momentaneamente nel borgo di Spotorno assieme alla zia e alla sorella, ivi rimanendo fino al 1945. L’ultimo e definitivo trasferimento a Spotorno avverrà nel 1951. Incuneato tra Punta del Maiolo e Punta del Vescovado, Spotorno conserva un affascinante centro storico tipico dei borghi liguri in cui sono presenti alcune strutture di rilievo, dalla Torre Coreallo, alla chiesa della Santissima Annunziata, al locale Castello di Spotorno. Essendo un borgo costiero offre un interessante patrimonio naturalistico ricco di spiagge rocciose punteggiate di macchia mediterranea, colori e atmosfere che hanno ispirato Sbarbaro nella sua intensa produzione letteraria.
Arquà (PD). Parlando di borghi letterari è impossibile non parlare di Arquà: situato ai piedi dei Colli Euganei, facente parte de I borghi più belli d’Italia ed entrato nel 2011 nell’elenco dei patrimoni UNESCO, è noto per essere il luogo dove il grande poeta Francesco Petrarca trascorse gli ultimi anni. Le origini del borgo di Arquà risalgono nientemeno che all’Età del Bronzo, mentre il primo nucleo medievale è il castello edificato attorno al 985 d. C. È proprio da questa fortificazione che ebbe origine il lento aggregarsi di abitazioni e infrastrutture, le stesse che diedero origine al borgo di Arquà come lo conobbe Petrarca nel 1364. Il poeta si trovava all’epoca nella vicina Albano per sottoporsi a bagni termali e la visita al borgo deve averlo davvero conquistato se cinque anni dopo decise di comprare terra ad Arquà e di stabilirsi definitivamente lì. Un documento custodito nel Museo di Padova riporta la seguente descrizione: «Vasti boschi di castagni, noci, faggi, frassini, roveri coprivano i pendii di Arquà, ma erano soprattutto la vite, l’olivo e il mandorlo che contribuivano a creare il suggestivo e tipico paesaggio arquatense». Non è difficile credere che in quel paesaggio l’anziano Petrarca rivedesse la sua Toscana.
Gardone Riviera (BS). A chiudere questo breve itinerario non può che essere Gardone Riviera. Questo borgo lombardo, che condivide con Arquà e Barga la presenza ne I borghi più belli d’Italia, è il luogo dove Gabriele D’Annunzio eresse il Vittoriale degli Italiani tra il 1921 e il 1938. In una lettera del 1921 alla moglie Maria scrisse queste parole: «Ho trovato qui sul Garda una vecchia villa appartenuta al defunto dottor Thode. È piena di bei libri […]. Il giardino è dolce, con le sue pergole e le sue terrazze in declivio. E la luce calda mi fa sospirare verso quella di Roma. Rimarrò qui qualche mese, per licenziare finalmente il Notturno». Il soggiorno a Gardone doveva dunque durare soltanto alcune settimane; nella realtà dei fatti il borgo diverrà l’ultima dimora del Vate che tanto si innamorò del borgo da lasciare “in eredità” la cittadella monumentale.
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