Expo: tra storia, arte e tecnologia

Expo: dalle origini a Milano 2015

Ha aperto i battenti lo scorso primo maggio l’Esposizione Universale di Milano, “Nutrire il Pianeta, Energie per la Vita”, dove per 6 mesi, fino al 31 ottobre, «i Paesi mostreranno il meglio delle proprie tecnologie per dare una risposta concreta a un’esigenza vitale: riuscire a garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri».

Il sito espositivo copre un’area di 110 ettari a nord-ovest di Milano, i Paesi e le Organizzazioni internazionali che partecipano sono oltre 140, 20 milioni i visitatori attesi.

L’organizzazione intergovernativa che gestisce le esposizioni universali (International Registered Exhibition) e internazionali (International Recognised Exhibition) è l’Ufficio internazionale delle esposizioni (BIE, Bureau International des Expositions) creato con la Convenzione di Parigi nel 1928. Le esposizioni universali si tengono ogni 5 anni, sono della durata di 6 mesi, i paesi partecipanti realizzano direttamente i propri padiglioni espositivi; le esposizioni internazionali si tengono nell’intervallo tra due esposizioni universali registrate, durano 3 mesi, la costruzione dei padiglioni è a cura degli organizzatori. Gli obiettivi dell’Ufficio sono rinforzare le relazioni internazionali, condividere cultura ed educazione, incoraggiare lo sviluppo, lavorare per l’ambiente, rinnovare la città, sperimentare col futuro.

La prima Esposizione Universale riconosciuta fu la Great Exhibition of the works of Industry of all Nations tenuta a Londra nel 1851. Sede fu il celebre Crystal Palace di Hyde Park, edificio temporaneo in acciaio e vetro progettato da Joseph Paxton e William Cubitt. Una costruzione realizzata per l’occasione prima nel suo genere per dimensione e complessità.

Crystal Palace, Hyde Park di Londra, 1851, fonte thecharnelhouse.org.jpg

Crystal Palace, Hyde Park di Londra, 1851, fonte thecharnelhouse.org.jpg

La Great Exhibition fu accolta come una sfida dalla Francia che replicò nel 1855 con l’Exposition Universelle des produits de l’Agriculture, de l’Industrie et des Beaux-Arts di Parigi. Da allora questi eventi sono denominati con l’abbreviazione inglese Expo, o francese Expò.

Sin dai suoi esordi questo tipo di manifestazione ha visto i Paesi partecipanti impegnati, come recita la Convenzione di Parigi «nel presentare i mezzi a disposizione dell’uomo per soddisfare le esigenze della civilizzazione, oppure dimostrare i progressi conseguiti in uno o più rami delle imprese umane, o mostrare le prospettive per il futuro, al fine di educare il pubblico».

Molte sono le novità presentate nelle diverse edizioni, che ancora oggi, nel bene e nel male, ci accompagnano: gli oggetti in gomma vulcanizzata di Charles Goodyear, le prime dentiere, la pistola a tamburo di Samuel Colt: il revolver, da cui la parola “rivoltella” (Londra, 1851); il sassofono, la macchina per cucire Singer e la bambola parlante (Parigi, 1855); il telefono di Alexander Bell e le prime macchine per scrivere (Philadelphia, 1876); il megafono e il fonografo di Thomas Edison, il motore a energia solare per produrre ghiaccio di Augustin Mouchot (Parigi, 1878); le automobili Daimler alimentate a gasolio, il grammofono di Emil Berliner e la Torre Eiffel (Parigi, 1889); la ruota panoramica di Ferris Wheel e il bodybuilding con le dimostrazioni del forzuto Eugene Sandow (Chicago, 1893); i primi sistemi per l’aria condizionata (Milano, 1906); Guernica di Picasso viene esposta per la prima volta (Parigi, 1937); la televisione (New York, 1939); 305 Ramac il primo computer con disco rigido (Bruxelles, 1958); il fax, le anticipazioni sull’era spaziale e la Space Needle (Seattle, 1962); il prototipo di telefono cellulare (Osaka, 1970).

Seattle Skyline

Space Needle, Seattle, 1962, fonte: focus.it

L’architettura dell’Expo di Milano muove da un concept netto e radicale affidato agli architetti che hanno sviluppato il Masterplan: Jacques Herzog, Richard Burdett, Stefano Boeri, Joan Busquets e william A. McDonough. Nella sua forma fisica rappresenta il tema dell’Esposizione “Nutrire il Pianeta, Energie per la Vita”: l’Uomo nutre se stesso, garantendo la continuità della propria esistenza, ma deve nutrire anche il Pianeta affinché non sia messa a rischio, dalle sue abitudini e dai suoi comportamenti, la disponibilità di risorse alimentari. Argomenti centrali di questa Expo sono dunque le problematiche ambientali, ivi compreso il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare, la tutela della biodiversità naturale e agricola, le alternative energetiche, così come l’innovazione delle tecnologie, la visione multidisciplinare, il raccordo di esperienze e competenze, l’informazione e l’educazione alimentare.

Nella “Guida al tema Expo2015” ai Partecipanti si raccomandava: «L’architettura è il primo livello, quello fisico, di rappresentazione del Tema. Expo Milano 2015 vuole essere ricordata come un’Esposizione in cui l’intervento materiale sul Sito sia minimo, affinché esso si assimili completamente con il paesaggio circostante, quasi ne fosse estensione naturale. Per lasciare quest’eredità immateriale, segno di un atteggiamento costruttivo di natura sostenibile, il progetto architettonico del Partecipante deve necessariamente confrontarsi con il paesaggio circostante, con il Sito. Il paesaggio non deve essere ostruito alla vista da edifici con uno sviluppo verticale, ma va invece valorizzato favorendo un costruito leggero, orizzontale, che sfrutti l’alternanza tra spazi pieni e vuoti. Il progettista deve privilegiare la scelta di materiali coerenti con il Tema e l’identità del Partecipante, caratterizzati da una ricerca verso l’innovazione tecnologica».

Il sistema espositivo, costituito dai due assi ortogonali, orienta il visitatore in modo semplice e intuitivo, organizzando la partecipazione dei Paesi: la World Avenue (corrispondente al Decumano) vede infatti l’affaccio di tutti i Padiglioni Self Built. Alle sue estremità sono collocati ad ovest l’Expo Centre, composto di spazi per eventi al coperto, ad est la Collina Mediterranea: belvedere sull’area espositiva. Lungo il Cardo – delimitato a nord dall’anfiteatro sull’acqua del Lake Arena, con al centro l’Albero della Vita, e a sud dall’Open Air Theatre, grande spazio per eventi all’aperto – è distribuita la partecipazione italiana con il  Palazzo Italia nei pressi del Lake Arena, gli spazi di rappresentanza dell’Unione Europea e gli spazi espositivi dedicati alle Regioni, al vino, alle filiere agroalimentari, al cibo. L’insieme di questi edifici costituisce il Padiglione Italia. Il Decumano il Cardo si intersecano ortogonalmente in Piazza Italia.

Il Sito è circondato da un canale, elemento che ne caratterizza il paesaggio.

Expo Milano 2015, Mappa del Sito, fonte: wikipedia.org

Expo Milano 2015, Mappa del Sito, fonte: wikipedia.org

L’applicazione Virtual visit expo2015 permette la navigazione 3D dell’area espositiva.

Punteggiano l’area espositiva i padiglioni destinati alle 5 Aree Tematiche e ai 9 Cluster: luoghi dove viene sviluppato il fil rouge dell’Evento e che costituiscono il collante dell’esperienza del visitatore e degli stessi Partecipanti. Disposte lungo il perimetro del Sito, le Aree Tematiche sono presentate nel Padiglione Zero – Curato da Davide Rampello e progettato da Michele De Lucchi – che introduce la visita all’Expo, nel Children Park, nel future Food District (il Supermercato del futuro), nel Parco della Biodiversità e nel Padiglione Slow Food di Jacques Herzog curato da Carlo Petrini.

I 9 Cluster, raggruppati secondo i criteri “Identità Tematica” e “Filiere Alimentari”, sono ospitati nei rispettivi padiglioni. Al primo criterio si riferiscono i Cluster Agricoltura e Nutrizione nelle Zone Aride – La Sfida della Scarsità d’Acqua e dei Cambiamenti Climatici; Isole, Mare e Cibo; Bio-Mediterraneo – Salute, Bellezza e Armonia. Al secondo criterio appartengono i Cluster Riso – Abbondanza e Sicurezza; Caffè – Il Motore delle Idee; Cacao – Il Cibo degli Dei; Cereali e Tuberi – Antiche e Nuove Colture; Frutta e Legumi; Il Mondo delle Spezie.

Nella Cascina Triulza struttura agricola tipica della Pianura Padana, restaurata e riqualificata, si trova il Padiglione della Società Civile dove sono presentate le Best Practices delle Organizzazioni internazionali nell’affrontare i problemi dell’Umanità. Rappresenta l’eredità culturale di Expo Milano 2015, la Carta di Milano che può essere sottoscritta da singoli cittadini, associazioni, imprese.

Palazzo Italia sarà una delle strutture che permarranno sul Sito una volta conclusa la manifestazione.
Il progetto di Padiglione Italia, della società di architettura Nemesi&Partners, è risultato vincitore del Concorso di progettazione indetto da Expo 2015 S.p.A. nell’Aprile 2013. Il Padiglione Italia è composto da Palazzo Italia (circa 13.200 mq su 6 livelli fuori terra) e dagli edifici temporanei del Cardo (circa 13.700 mq su 3 livelli fuori terra).

Palazzo Italia, Nemesi&Partners, 2013, plastico, fonte: artemagazine.it

Palazzo Italia, Nemesi&Partners, 2013, plastico, fonte: artemagazine.it

Per l’architettura di Palazzo Italia lo studio Nemesi è partito dall’idea di coesione, intesa come forza di attrazione che genera un ritrovato senso di comunità e di appartenenza. L’energia della comunità è rappresentata dalla piazza interna: cuore simbolico e partenza del percorso espositivo, riunisce attorno a sé  i quattro volumi che danno forma al Palazzo, collegati tra loro da elementi-ponte. Al loro interno sono organizzate le funzioni principali: area espositiva, auditorium, uffici e sale riunioni. Ribaltando il concetto tradizionale di scatola espositiva, Palazzo Italia accoglie il visitatore al piano terra con uno spazio aperto, permeabile e avvolgente, posto in continuità con il percorso del Cardo.

I volumi architettonici, come se si trattasse di alberi, si appoggiano a terra mediante elementi massicci che simulano grandi “radici”; visti dall’interno della piazza, aprendosi e ampliandosi verso l’alto, si liberano come “chiome”. L’intera composizione trova il suo punto di maggior espressione architettonica in corrispondenza della piazza interna dove il grande lucernario vetrato di forma conica si inserisce in “sospensione” irradiandola di luce naturale. La pelle “ramificata” dell’edificio vuole essere allo stesso tempo evocazione della rete intesa come rete sociale e quindi comunità (to meet people, il social network) e al contempo come rete neurale, con riferimento specifico al tema del “Vivaio Italia” (la rete dove si accendono le idee), connotazione concettuale e funzionale sia del padiglione durante Expo, sia della sua riconversione futura ad edificio destinato a ricerca ed innovazione.

Palazzo Italia è concepito come edificio a energia quasi zero grazie alle soluzioni impiantistiche adottate. Le proprietà foto-catalitiche del nuovo cemento biodinamico i.active, brevettato da Italcementi, contribuiscono a liberare l’atmosfera dallo smog: a contatto con la luce del sole, il principio presente nel materiale consente di “catturare” alcuni inquinanti presenti nell’aria trasformandoli in sali inerti. La malta che lo compone prevede l’utilizzo per l’80% di aggregati riciclati, in parte provenienti da scarti di lavorazione del marmo di Carrara, conferendo una maggior brillanza (candore) ai cementi bianchi tradizionali. La copertura del Palazzo è realizzata con vetro fotovoltaico con campiture geometriche per lo più quadrangolari, sia piane che curve. Il vuoto del volume centrale favorisce la movimentazione passiva dell’aria sfruttando l’effetto camino, migliorando le prestazioni di climatizzazione dell’edificio sia in estate sia in inverno.

Il concept per gli edifici del Cardo si basa sull’idea del Borgo Italiano, formato da volumi giustapposti a piccole piazze, terrazze e percorsi porticati. Composizioni geometriche differenti, talune a sbalzo, si susseguono incastrandosi tra loro come a dar vita a un grande mosaico in cui ogni pezzo ha una propria autonomia e identità progettuale. Al piano terra e al primo piano sono previste le “piazzette” generate dalle alternanze dei volumi architettonici. (Fonti: padiglioneitaliaexpo2015.com | nemesi.it | arketipomagazine.it)

Sulle soluzioni architettoniche e tecnologiche adottate nella realizzazione di alcuni padiglioni presenti all’Expo, un’interessante guida è il Catalogo della mostra “Building the Expo” (Rho Fiera, Milano, 18 – 22 marzo 2015) organizzata da MADE expo e curata da Luisa Collina, docente del Politecnico di Milano, dove sono stati presentati in anteprima, attraverso disegni, dettagli costruttivi, materiali, prototipi, foto e video di cantiere, oltre 30 padiglioni in costruzione.

Molti sono i padiglioni di un certo interesse che varrà la pena visitare nei prossimi mesi. Per l’approccio al Tema si segnalano il Padiglione Olanda con una soluzione giocosa e open air e il Padiglione Austria che introduce al proprio spazio espositivo attraverso un percorso verde ispirato all’elemento aria.
Il più vivace sembra essere il Padiglione Brasile, particolarmente apprezzato dai ragazzi delle scuole che stanno letteralmente facendo impazzire gli addetti alla sicurezza.

Padiglione Brasile, Milano, Expo 2015, fonte: dezeen.com

Padiglione Brasile, Milano, Expo 2015, fonte: dezeen.com

Enzo Lamassa

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