Le muse non mangiano – Un divertimento con nove Muse

Le muse non mangiano
Un divertimento con nove Muse

– Presto, presto, Melpomene, prendi Pegaso e vai di corsa da Sofocle, sono giorni che si lambicca il cervello su un passo della nuova tragedia che sta scrivendo e non va avanti di un rigo, vai di corsa e ispiralo. Dovevi essertene già accorta, ma stai sempre lì con quella maschera a fare le boccacce in giro per il Parnaso, lo sai che senza di noi Muse la creatività umana si arena alle prime difficoltà, e poi son guai! Se non ci fossero gli artisti resterebbe ben poco di questi uomini, sempre intenti a litigare e a farsi guerre.

– Arrivo, arrivo, Euterpe, possibile che sei sempre agitata, non puoi veder nessuno triste o annoiato, sempre lì a cercar di far star bene tutti, te e il tuo flautino!

– Guarda, cara Melpomene, che ha ragione Euterpe, bisogna aiutare gli uomini, sono così fragili e vivono così poco. E poi noi siamo nate per questo, siamo le Muse, belle ed eteree, ispiriamo e indichiamo la via giusta per la creatività, per l’amore, per il sogno, per la musica e l’arte, cosa farebbero senza di noi!

– E no! non ti ci mettere anche tu, Talia, oltretutto non le sopporto le commediette leggere che ispiri, sempre a parlar d’amore e d’altre scempiaggini.
Pegaso, Pegaso! Svelto, arriva, che non sopporto più le mie sorelle!

– Smettete di discutere così forte! Ho da fare dei calcoli astronomici difficilissimi per far capire agli uomini che la terra non è piatta, se non li ispiro io crederanno a questa scempiaggine per secoli!

– Ah sì, scusa Urania, non c’eravamo accorte che eri lì che studiavi.
Ma, ecco che vedo da lontano Tersicore che avanza leggiadra sulle punte, voglio ricordarle di inventare qualche nuovo ballo e di ispirare qualche Menade, ultimamente vedo gli uomini un po’ intristiti, hanno bisogno di non pensare al loro breve destino, danzare farà loro bene.
Però devo stare attenta che Tersicore non scenda sulla terra insieme a Erato, che insieme provocano pasticci, fanno danzare e danzare tutti, poi Erato ci mette lo zampino dell’amore e del desiderio, e magari per gelosia ci scappa anche  una guerra. Gli uomini sono sempre pronti a prender fuoco, ci mettono un attimo a diventar tristi e dolenti e altrettanto poco a lasciarsi travolgere dalle passioni. Sono spesso preda dei sensi, e incapaci di dominarsi. In effetti hanno gli stessi vizi degli Dei, ma amplificati, e in più hanno quella noia della Morte, sempre lì, pronta a ghermirli. Come siamo più fortunate noi che viviamo eterne fra l’Olimpo e il Parnaso!

 – Cara Euterpe, mia amata sorella, come sei sempre attenta ai bisogni degli uomini, andrò a ispirar qualcuno che parli di noi in un inno, trovo giusto che ci onorino, con tutta la fatica che facciamo per elevarli dalla loro bassa natura umana, tutta bisogni e sofferenze! Vado…

– Oh, Polimnia, sei così aulica, posso unirmi a te? Vorrei andar da Omero a ispirargli un poema epico, mi piacerebbe suggerirgli il titolo: l’Odissea, cosa ne pensi?

– Calliope, Polimnia, aspettatemi! Vengo anch’io, senza di me, lo sapete, non ne verrà fuori un granché, e Omero non diventerà famoso…

– Oh, che bello, Clio! Appena ritorna Pegaso saltiamo su  e ci facciamo portare da Omero, è tanto che non si fa un viaggio insieme. Magari per strada potremmo fermarci da qualche pastore e farci arrostire dei souvlaki!

– Ma cosa dici, cara sorella, le Muse non mangiano!

Ma noi poveri mortali mangiamo, quindi ecco qua la ricetta del piatto che le nostre Muse volevano assaggiare, tratta da un vecchio libro di ricette greche, comprato a Rodi tanti anni fa. Perché il vostro souvlaki evochi i profumi greci va cotto sulla brace, quindi è un piatto perfetto da fare in giardino nei prossimi mesi estivi: in un sontuoso barbecue o in un più semplice fornelletto a carbone, il risultato sarà ugualmente buono.

Souvlaki con pita

Ingredienti: 300 g di carne di maiale, 8 spiedini di legno, 2 cipolle, 2 pomodori sodi, prezzemolo, origano, sale, pepe nero e rosso, limone, 8 pite (si trovano nei supermercati più forniti, sono una specie di piadine gonfie), burro

Tagliate la carne a piccoli cubi e infilatela sugli spiedini, adagiateli in una pirofila in cui avrete messo olio, sale, pepe nero e origano e lasciate marinare per circa 20-30 minuti. Nel frattempo tagliate le cipolle, i pomodori e il prezzemolo. Dopo averli scolati dalla marinata, cuocete gli spiedini sulla brace, rigirandoli fino a che non avranno una bell’aria croccantina. Scaldate sulla brace per pochi minuti le pite, che avrete aperto e spennellato di burro più volte per renderle più saporite. Quando la carne è pronta, toglietela dagli spiedini e mettetela dentro le pite insieme alla cipolla, i pomodori, il prezzemolo e una bella macinata di pepe rosso. Arrotolate la base della pita in una carta d’argento e mangiatela subito bella calda. Così pratico e semplice, non sarebbe stato difficile mangiare il souvlaki con pita neppure in groppa a Pègaso!
 

Claudia Menichini
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