Dato il suo strabiliante successo all’europeo di Calcio, questo mese ho deciso di scoprire con voi, qualcosa in più, sull’Islanda, sulle sue tradizioni e sulla sua cucina.
L’islanda nel gennaio del 2013 contava, poco più di 300 000 abitanti (per farvi un’idea; circa tre volte i residenti di Pisa) ed è quindi la nazione Europea con minor densità di popolazione. Pensate che quest’anno, dopo la qualificazione della propria squadra alle fasi finali dell’Europeo, più del 15% della popolazione ha richiesto i biglietti per assistere alla competizione.
Questa isola, spersa tra il Mare del Nord e L’Oceano Atlantico, è ricoperta per il 10% da Ghiacciai, attraversata dalla dorsale atlantica, che quindi la connota con una fortissima attività vulcanica, che gli plasma il territorio. Il clima, nonostante la posizione, però, è mitigato e reso più abitabile dalla corrente del Golfo.
Questa isola apparentemente sperduta ha non poca storia alle sue spalle. Sembra certo che i primi abitanti furono monaci anacoreti irlandesi; (religiosi che per dimostrare la propria fede si imbarcavano in viaggi perigliosi). Venne poi colonizzata, con molte probabilità, dai vichinghi. Popolo di grandissimi navigatori, che, secondo alcuni riuscirono a raggiungere per primi le coste del Nuovo Mondo. Con il passare degli anni, e l’evoluzione delle scoperte tecniche, divenne metà più raggiungibile, e su di essa misero gli occhi alcune potenze europee, la Norvegia e la Danimarca, che se la contesero, fino alla metà del Settecento, quando le catastrofe geo-climatiche (devastante l’eruzione del vulcano Laki, che durò circa un’anno e produsse quasi 500km2 di lava) posero le basi per la nascita di un movimento indipendentista guidato da Jón Sigurðsson. Divenne così indipendente, prima sempre legata da un patto al sovrano della Danimarca, poi dopo la Seconda Guerra Mondiale (dove l’isola svolse un ruolo fondamentale, come avamposto per gli Americani) raggiunse nel 1944 l’Indipendenza completa.
Il territorio, ottimo per gli studiosi ambientali, è patria di innumerevoli, vulcani, ghiacciai, che danno vita in estate a fiumi (nei quali sguazzano salmoni), che attraversano il territorio, generando molte cascate. Ma anche laghi, di diverse dimensioni e soprattutto, caratteristica peculiare dell’isola i geyser, getti d’acqua calda, alti più di dieci metri, i quali vengono sfruttati come energia per il riscaldamento delle case degli abitanti.
Per scovare i piatti principali di questa isola, così particolare, abbiamo dovuto faticare non poco, ma alla fine ci siamo soffermati su quella che sembra essere la loro tradizione, legata al cibo, più insolita e famosa: il Þorramatur, il piatto nazionale, consumato nei mesi invernali di gennaio e febbraio. Viene fatto come un tributo all’antica cultura presente sull’isola ed è fatto con diversi tipi di cibo; Testicoli di montone marinato, testa di pecora alla brace, squalo putrefatto, salsiccia di fegato, marmellata di testa di pecora, pesce secco e burro.
Non credo questa volta di essere riuscito a stuzzicarvi l’appetito, ma spero come sempre di avervi almeno soddisfatto e tolto un pochino di curiosità, su posti sempre diversi, che però magari (non si sa mai?!) potrebbero diventare mete delle vostre vacanze.
Dario Soriani
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