Architettura ecosostenibile e bioclimatica

“La terre nous en apprend plus long sur nous que tous les livres”.

-La terra ci insegna di più su noi stessi che tutti i libri-

Saint-Exupéry

Riappropriarsi del legame con madre natura e tornare a difenderla sono due dei temi più centrali del nostro tempo; come afferma lo scrittore francese Antoine de Saint-Exupéry, il patrimonio che ci è stato dato in dono ha un’importanza incondizionata per la vita dell’uomo.

Con il termine ecosostenibile viene inteso tutto ciò che è sostenibile dal punto di vista ecologico, ovvero ciò che non danneggia l’ambiente durante tutto il suo ciclo di vita. Sempre più diffuso al giorno d’oggi è l’atteggiamento di preoccupazione “ecologica” espresso nel sentimento di appartenenza territoriale, e al mondo intero, e in particolare al proprio territorio.
Il paesaggio non è solo oggetto della percezione degli uomini e sfondo del loro agire, ma è anche una realtà viva che da tali azioni viene continuamente modificata, acquisendo perciò caratteristiche sempre diverse, con sempre nuove accezioni.
L’umanità ha sempre interagito con l’ambiente in cui vive, trasformandolo. In epoche storiche questo mutamento è stato sicuramente un episodio marginale per il globo, ma con l’incremento demografico, l’industrializzazione e i progressi tecnologici le nostre risorse naturali sono state gradualmente più sfruttate, portando l’ambiente a subire quasi un collasso; ciò ha risvegliato gli animi dei governi che per frenare la distruzione del nostro ecosistema hanno assunto politiche  di prevenzione e rispetto nei confronti del nostro globo: lo sviluppo sostenibile.
Con il termine ecosostenibilità ci si riferisce allo stesso tempo a ecologia e sostenibilità.
L’architettura ecosostenibile progetta edifici capaci di limitare l’impatto sull’ambiente, è l’attività di pensare, progettare, costruire, usare e dismettere opere architettoniche in armonia con il sistema “natura”; inoltre pone attenzione alle questioni relative alla salute e all’efficienza dei processi costruttivi in modo che questi provochino il minor impatto possibile sull’ambiente e sugli individui.
Il carattere artigianale del progetto nei secoli passati ha sempre cercato di migliorare le prestazioni delle proprie abitazioni come la scelta del sito per l’edificazione, il migliore orientamento per l’esposizione, la scelta dei materiali da costruzione, ma con il tempo e il subentrare delle diffuse conoscenze tecnologiche, l’uomo iniziò a sfruttare sempre con più frequenza le possibilità offerte dalla natura, modificando il sito, creando gli impianti e gli isolamenti, perdendo man mano quel rapporto indissolubile con l’ambiente e votandosi sempre più al progresso tecnologico e a tutto ciò che esso può comportare.

Costruire un edificio ecosostenibile vuol dire ricercare soluzioni costruttive che ottimizzano il benessere dei fruitori assicurando alle generazioni future la possibilità di ottenere lo stesso risultato, riconoscendo che le risorse del nostro pianeta sono limitate. Quest’atteggiamento nasce come reazione all’attuale crisi ambientale di cui anche l’attività del costruire è responsabile, ed in larga percentuale, con l’uso irrefrenabile di risorse non rinnovabili.
I caratteri principali della progettazione ecosostenibile possono riassumersi nell’uso di tecnologie adatte all’isolamento e all’impermeabilizzazione dell’edificio e nell’uso di tecnologie avanzate nel campo delle fonti rinnovabili, come il solare termico, il micro eolico e l’approccio bioclimatico .

Per architettura bioclimatica si intende quell’approccio architettonico che tende a massimizzare i rapporti energetici con l’ambiente; ponendo attenzione alle caratteristiche costruttive e strutturali, e ai materiali, si riesce a ridurre, e non poco, i consumi energetici. Essa si occupa della gestione dei parametri che concorrono al benessere fisico e ambientale attraverso scelte progettuali che mirano ad assicurare un sufficiente livello di qualità della vita, trasferendo parte delle funzioni di regolazione ambientale alla tecnologia dell’edificio stesso.

Osservando l’architettura vernacolare ci si rende conto di come le tecniche costruttive del passato riuscivano a creare edifici ben isolati, freschi d’estate e facilmente riscaldabili d’inverno, con le relative conoscenze tecniche a disposizione, al contrario, oggi, i nostri edifici sono realizzati con materiali scorretti, producendo quindi un rilevante spreco energetico. Le tecniche del passato applicano i principi base della sostenibilità, soprattutto in relazione al reperimento delle materie prime, alla loro lavorazione e al loro utilizzo ed eventuale riuso.
Un esempio di architettura del passato che rispetta l’ambiente in tutte le sue sfumature è il complesso rupestre di Guyaju, 92 km a nord di Pechino. Esso è composto da oltre cento grotte che si aprono su una parete a strapiombo, in una gola del distretto di Yanqing. L’insieme di queste grotte costituisce il più ampio complesso di case rupestri che si conosca in tutta la Cina. Le grotte hanno vani di diverse dimensioni e forme, dotati di porte, finestre, come nelle case costruite; la caverna fu il primo rifugio dell’uomo della preistoria, ma ancora oggi presso alcuni popoli, l’abitazione è scavata nelle viscere della terra. La grotta costituiva un primitivo riparo dalle avversità atmosferiche, dalle bestie feroci e dai pericoli derivanti dalle vicinanze delle foreste.

eco1
Un altro esempio di architettura che si adatta al sito senza sconvolgerlo è il Dammuso di Pantelleria, nato come luogo di conservazione degli attrezzi agricoli delle vigne, in seguito divenuto abitazione degli isolani. La tecnica costruttiva è stata così pensata per proteggersi dagli agenti atmosferici, soprattutto dal vento. E’ costituito da spesse mura fatte con pietra locale, tutte collocate in modo da formare una spirale che si chiude a cappella sul tetto con aperture minime verso l’esterno, che permettono di avere all’interno un microclima molto confortevole.

I tetti dei dammusi a Pantelleria sono ricoperti di tufo rosso e calce che, oltre ad aumentare l’isolamento termico, ne consentivano la raccolta dell’acqua che veniva incanalata verso le cisterne.

eco2
Nel trullo tipico del paesaggio pugliese, la risposta alla domanda di climatizzazione estiva è affidata alla funzione di regolamentazione termica della massa muraria che assorbe di giorno il calore e lo restituisce di notte, livellando le oscillazioni di temperatura, e quindi diminuendo la temperatura interna rispetto a quella esterna diurna.

eco3

Fin dal X secolo sono comparsi in Iran e Pakistan, paesi caratterizzati da clima desertico e da una notevole escursione termica tra il giorno e la notte, le Torri del Vento, Band Geers, che in pakistano significa acchiappa vento. Esse funzionano come condizionatori d’aria per rinfrescare e ventilare gli ambienti interni.

Esempi contemporanei

Gli esempi contemporanei di costruzioni che rispettano l’ambiente sono molteplici, osserviamone alcuni tra quelli più innovativi.

California Academy of Science, San francisco.

L’immenso tetto verde di Renzo Piano è riempito di graminacee che cambiano aspetto ogni stagione, catturano l’umidità e non rubano l’acqua di falda.
La copertura con il suo andamento sinuoso si adatta alle esigenze degli ambienti sottostanti: in corrispondenza della foresta vergine il tetto si solleva per rispettare l’altezza degli alberi, si abbassa invece dove c’è la piazza per rialzarsi sul planetarium. Il sollevarsi del tetto determina un accumulo di calore nelle zone più alte, che può essere espulso dalle apposite bocchette nei mesi estivi. Il tetto verde, che ha la funzione di isolare termicamente l’interno, è circondato da 55 mila celle fotovoltaiche.
Per la costruzione del museo, sono state impiegate 120 tonnellate di materiale risultante dalla demolizione della vecchia Academy, il 100% dell’acciaio usato è riciclato e il tetto verde consente il recupero dell’acqua piovana. Tutte le scelte sostenibili sono state fatte per donare alle generazioni future uno strumento attraverso il quale si potrà dare alla Terra tutto l’aiuto di cui ha bisogno.

California Academy of Science, San Francisco.

California Academy of Science, San Francisco.

Green Towers, Torri Garibaldi, Milano.

Le due torri ecosostenibili dell’area del Centro Direzionale Area Garibaldi di Milano sono alte 23 piani e sono state ripensate in chiave ecologica da Massimo Roj Architects. Il progetto si compone di diverse tecnologie sostenibili come ad esempio le cellule a ventilazione interattiva, che sfruttano l’energia solare per riscaldare gli ambienti in inverno e, attraverso la ventilazione, evitano eccessivi accumuli di calore in estate. Le serre bioclimatiche, costituite da una chiusura vetrata orientata a sud-ovest hanno la funzione di accumulare il calore necessario a riscaldare gli ambienti in inverno e a rinfrescarli, attraverso un opportuno sistema di ventilazione, durante l’estate. Le acque piovane vengono raccolte e usate come alimentazione delle cassette dei servizi igienici, evitando così il ricorso all’acqua potabile, mentre i collettori solari, capaci di produrre il 50% dell’acqua calda necessaria nei servizi igienici, evitano il ricorso a fonti energetiche non rinnovabili. Infine per la produzione di energia elettrica si è ricorso all’uso del fotovoltaico e delle turbine eoliche in copertura.
Le Torri Garibaldi sono un perfetto esempio di integrazione tra architettura e sostenibilità ambientale.

Green Towers, Torri Garibaldi, Milano.

Green Towers, Torri Garibaldi, Milano.

Cor Building, Miami.

Chad Oppenheim ha ideato questa torre ecosostenibile in cui architettura, ingegneria ed ecologia trovano il loro punto di incontro.
Il grattacielo è in grado di produrre l’energia di cui necessita per il funzionamento attraverso turbine eoliche, pannelli solari per la produzione di acqua calda e pannelli fotovoltaici che saranno posti nella parte più alta dell’edificio. Inoltre il ricorso a materiali riciclati (vetro riciclato per le pavimentazioni) e naturali (bambù per i rivestimenti dei corridoi), rende il Cor Building un edificio ecosostenibile.

Cor Building, Miami.

Cor Building, Miami.


BedZED, Londra.

Bill Dunster, insieme allo studio Arup, nel 2002 progettò il BedZED (Buddington Zero Energy Development). Si tratta di un insediamento a zero emissioni e consumi energetici, sorto dalla riqualificazione di una vecchia area industriale dismessa.
I criteri alla base della progettazione del complesso di appartamenti sono svariati: ad esempio l’uso dei materiali di recupero, o prodotti ad una distanza inferiore ai 35 km dal sito, così da ridurre l’impatto ambientale dovuto alle emissioni nocive dei camion; l’orientamento, studiato in modo da garantire il risparmio energetico con uno strato di isolante; ed infine la progettazione di grandi finestre a sud, caratterizzate da doppi o tripli vetri, che consentono di accumulare il calore in inverno. A tutto ciò va aggiunto l’uso di pannelli fotovoltaici e la raccolta delle acque piovane riutilizzate per lo scarico dei bagni e per le piante.

eco7

BedZed, Londra.

Portare la natura nella nostra quotidianità, rispettarla in tutto ciò che la coinvolge, rendere ecosostenibili gli edifici in cui viviamo e trascorriamo la maggior parte delle nostre giornate operando bioedilizia, sono i primi passi verso un equilibrio col mondo, con il quale, trovandoci sempre in interazione, possiamo dar vita ad una relazione dinamica.

L’ecosostenibilità è – e può diventare – uno stile di vita per tutti.

Donatella Incardona

Condividi l'articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.