Un affresco sugli anni dell’anarchia e delle lotte
PISA – Aggiorniamo questo articolo di qualche anno fa, perché sabato 6 aprile lo spettacolo “In ogni caso nessun rimorso” sarà di nuovo in scena al Teatro Nuovo Pisa – Binario Vivo. Lo spettacolo debuttò in prima nazionale assoluta alla Città del Teatro di Cascina il 25/10/2015 all’interno della rassegna Off . L’articolo che segue fu scritto prima del debutto, ma per chi non ebbe occasione di vederlo vale la pena saperne di più. La redazione che ha continuato a seguire la vita di questo spettacolo ne consiglia la visione e informa che in questi anni lo spettacolo ha ottenuto diversi riconoscimenti:
- Giovani Realtà del Teatro 2013
- Semifinalista al Premio Scenario 2013
- Giovani Direzioni 2014,
- Salviamo i Talenti 2019
- Young Station 5.
La compagnia è composta da cinque giovani attori tutti quanti sui trent’anni e tutti diplomati in accademie molto prestigiose: l’Accademia Naz. di Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma, la Scuola Paolo Grassi di Milano, l’Ecole International de Théatre Jacques Lecoq di Parigi e l’Accademia di Musica e Arte Drammatica Lamda di Londra e alcuni di loro hanno precedentemente frequentato la Scuola Europea di Arte per l’Attore-Prima del Teatro di S. Miniato. Tante scuole tutte diverse, quindi tante diverse competenze e personalità. Diversi modi di interpretare il teatro che insieme hanno trovato una sintesi nello spettacolo “In ogni caso nessun rimorso”
Come ogni volta che veniamo a conoscenza di giovani talenti che cercano di realizzare un progetto in cui credono fermamente, abbiamo provato a scoprirne di più, sia sullo spettacolo che sulla compagnia. Elisa Proietti, Andrea Sorrentino, Adele Pardi, Annalisa Cima e Mauro Pasqualini, quattro attori professionisti ed una violoncellista, cantante e compositrice: questi sono i componenti della compagnia BorgoBonò.
In ogni caso nessun rimorso è ispirato all’omonimo romanzo di Pino Cacucci e narra la vita e le vicende dell’anarchico francese Jules Bonnot e della banda che porterà il suo nome: la Banda Bonnot. La vicenda si svolge tra il 1876 ed il 1912. Sono anni di lotte, di grandi ideali, e nei gruppi anarchici si dibatte se perseguire una via illegalista o una strada più legalitaria come quella che propone Victor Kibalcic. Il romanzo di Cacucci a cui lo spettacolo si ispira mette sempre in luce diversi punti di vista, molte volte anche contrapposti. E’ questa la prima caratteristica che ci ha affascinato, e da cui tutto ha avuto inizio – ci dice Elisa Proietti – Qual’è la verità, quale la cosa giusta da fare? Domande a cui probabilmente non verrà data una risposta o forse domande alle quali ognuno potrà dare una propria interpretazione a fine dello spettacolo. Quello che ci piace che passi da questo spettacolo è l’idea di raccontare la passione per un ideale, persone che perseguono un obbiettivo mettendo a rischio tutto anche la propria vita per realizzare un’idea, anche utopica, se vuoi – continua Elisa.
Lo spettacolo di poco più di due ore è un calidoscopio di personaggi, di situazioni: poliziotti, anarchici, filosofi, prostitute, politici, operai e molti altri ancora. Tutti colpevoli. Tutti innocenti. Tutti vittime. Tutti carnefici. Ed ancora donne, tante donne, amori, lotte nelle fabbriche, le prime rapine in automobile della storia, fino alla rocambolesca morte di Jules Bonnot con oltre 500 agenti mobilitati per catturarlo, e come narra la storia (non solo sua) “lo presero che ancora respirava”. Ma, cerchiamo di sapere anche qualcosa di più della messa in scena dello spettacolo. Spettacolo, non dimentichiamolo, che arriva alla prima nazionale con già al suo attivo molti riconoscimenti: Vincitore Premio Giovani Realtà del Teatro 2013, Premio Festival Young Station 5 e Vincitore bando Giovani Direzioni 2014, Semifinalista Premio Scenario 2013,
Lo spettacolo si può definire Teatro d’Attore e manipolazione d’oggetti – ci spiega Elisa. In realtà per i non addetti ai lavori che cosa significa?
Gli oggetti scenici usati durante tutto lo spettacolo sono soltanto pancali e ruote di bicicletta. Nient’altro. Tutto ciò che andiamo a rappresentare: automobili, motociclette, fucili, specchi, porte, finestre e qualunque altra cosa, viene realizzato con pancali e/o ruote di biciclette. Questo comporta un lavoro incredibile per gli attori in scena perchè, affinchè tutto risulti credibile per il pubblico, gli attori devono fare un grande lavoro. Ecco come si può spiegare la definizione “Teatro d’Attore e manipolazione di oggetti”. Sulla scena lo stesso oggetto che rappresenta un letto diventa un’altra cosa, una culla, una panca ed anche un’auto. E, quello che gli attori fanno è il lavoro sugli oggetti immaginari. Annalisa Cima, ci ha aiutato molto in questo poichè la Lacoq di Parigi (la scuola che Annalisa ha frequentato – ndr) è specializzata proprio in questo tipo di lavoro, che poi è l’essenza vera del teatro quella di rendere reale anche quello che non si vede.
Uno spettacolo giovane nuovo, ma che sembra andare in controtedenza rispetto agli spettacoli sperimentali e di ricerca che si vedono. Una drammaturgia importante, densa, non è lontana dalle peculiarità del teatro di ricerca?
Forse lo è, ma fondamentalmente non ci dispiace e ne siamo consapevoli. Una drammaturgia complessa e ampia, con una struttura scenica semplice, ma non così semplice come appare, qualcuno ha usato anche il termine accademici, riferendosi agli attori della compagnia, può darsi che sia così , in un certo senso ci sentiamo anche classici, lo spettacolo punta molto sulla bravura dell’attore e sulla pulizia del movimento.
Come è nato il progetto ed è stata dura la strada per arrivare fin qui?
Il progetto nasce quando Mauro Pasqualini legge il romanzo di Cacucci, da li la strada è stata lunga e non sempre facile, sono passati due anni, abbiamo, per fortuna avuto diverse residenze che ci hanno permesso di usare grandi spazi per provare e per realizzare gli oggetti scenici, dopo il primo anno in cui avevamo rimesso economicamente ognuno di tasca propria abbiamo fatto un crowfunding che almeno ci ha permesso di non spendere ulteriormente e di portare a termine il progetto. Per finire l’Associazione MaMiMò di Reggio Emilia ci ha seguito in tutti i passaggi burocratici necessari, c’è stato un vero e proprio passaggio di conoscenze e Le siamo proprio riconoscenti per questo.
Salutiamo Elisa Proietti, facendole gli in bocca al lupo di rito, e andremo a vedere lo spettacolo domenica 25 alla Città del Teatro di Cascina, vuoi per la curiosità di vedere e capire l’originale struttura scenica, vuoi per la drammaturgia interessante, densa ed anche per ascoltare le musiche create appositamente per lo spettacolo ed eseguite dal vivo da Adele Pardi, siamo quasi certi che In ogni caso nessun rimorso meriterà la nostra attenzione.
Un intrigante e coinvolgente affondo
nella storia e nella vita dell’anarchia,
tra amore e passione politica”
Andrea Porcheddu
Maf
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