Per Fare Teatro, Molière in scena
Molière e Goldoni, due commediografi intramontabili, ancora di grande modernità per la loro capacità di irridere le meschinità del potere, colpire vezzi e vizi della borghesia nascente, cogliere la forza delle donne che, tra il Sei e il Settecento, stava emergendo. Due autori impescindibili anche per chi voglia avvicinare i giovani al teatro. Così, se per due anni consecutivi uno dei Laboratori di Fare Teatro rivolti alla fascia d’età delle scuole superiori ha lavorato proprio su Goldoni, con la Bottega del Caffè prima e la Trilogia della Villeggiatura poi, quest’anno ha affrontato proprio Molière, approcciandone uno dei grandi capolavori, Tartuffe. Così per quattro mesi, venticinque adolescenti si sono impegnati a comprendere, dialogare, rendere scenici i mille risvolti di quest’opera così complessa , spesso banalizzata in una mera lettura comica fatta solo di mille gag, e i risultati vengono ora proposti al pubblico: questo fine settimana (venerdì 15, sabato 16 e domenica 17 maggio) alle ore 21, nella Sala Titta Ruffo del Teatro Verdi (venerdì, sabato e martedì 19 anche alle ore 11 per le scuole).
Protagonista il Laboratorio di recitazione di Fare Teatro/2° livello, condotto da Cristina Lazzari, Franco Farina e Luca Biagiotti. La regia dello spettacolo è di Cristina Lazzari e Franco Farina; gli interpreti che si alterneranno nei diversi ruoli sono Giulia Arena, Benedetta Artigiani, Giulia Bechi, Juan Diego Bianchi, Ludovica Brocchi, Jaya Casini, Lavinia Casalini, Federico Cristiani, Giulia D’Argenio, Chiara Del Carlo, Noemi Delfino, Luca Di Natale, Giulia Di Sacco, Noemi Forti, Elena Fustini, Sara Genovesi, Rachele Gracci, Carlo Guglielminetti, Michele Moraca, Eloisa Parton, Cecilia Placidi, Tommaso Ricci, Ilaria Soriani, Alessio Venturini, Silvia Zinno.
Fra le opere più emozionanti di Molière, Il Tartuffo (Tartuffe ou l’Imposteur) è una commedia nera, una satira pungente sull’ipocrisia, sull’amicizia, sulla famiglia, sulla solitudine, sul potere, sull’amore, che all’epoca (siamo tra il 1664 e il 1667) venne ritenuta scandalosa e fu fortemente avversata dallo stesso Luigi XIV e dagli ambienti conservatori e religiosi di corte.
La trama è nota. Un uomo di grande potere spirituale (Tartuffo), per alcuni un santo, per altri un impostore, si insinua nella casa del ricco borghese (Orgone) invitando tutti ad una morigeratezza nei costumi che sa quasi di rinuncia alla vita. Di fronte alla sempre più forte adesione alla nuova condotta di vita da parte del capofamiglia, moglie e figli producono una “controffensiva” atta a dimostrare la vera natura di Tartuffo, usando la passione che questi ha per Elmira, la moglie di Orgone, per farlo cadere in contraddizione e rendere così evidente come la sua santa figura non sia altro che una facciata ipocrita che cela malamente altri intenti. Un primo tentativo fallisce, attivando tutta una serie di sorprese che si succederanno fino alla fine… Ma, come annota Franco Farina, «siamo sicuri che il cattivo sia Tartuffo? Chi è ipocrita e chi può dichiararsi totalmente immune dall’ipocrisia? In famiglia tutti parlano con facilità e chiarezza gli uni agli altri? E poi: chi è totalmente immune dal non farsi ipocrita di fronte al potere? »
Pochi i biglietti rimasti disponibili (12 euro, ridotto studenti 7,00 euro), in vendita al Botteghino del Teatro Verdi.
Foto di Juan Diego Bianchi
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