Fra Kubrick, Lyne e Bertolucci. Quando il sesso è cult

Ludico, appena accennato, travolgente, esplicito, brutale. Il sesso oramai è stato rappresentato un po’ in tutte le salse nella storia del cinema. Numerosi i casi in cui il pubblico delle sale è rimasto scandalizzato, tra i più recenti Ejsenstein in Guanajuato di Peter Greenaway per le esplicite scene di sesso tra il regista sovietico e Palomino.

Una breve classifica ci svela quale sono le scene di sesso più cult  della storia del cinema.

5 Eyes wide shut di Stanley Kubrick, 1999

  1. Film tratto dal romanzo Doppio sogno di Arthur Schnitzler. La scena dell’orgia mascherata a cui assiste il protagonista è oramai tra le più famose nel suo mistero. Onirica come la colonna sonora di Jocelyn Pook, rimane una sciarada di difficile interpretazione.

4 – Nove settimane e mezzo di Adrian Lyne, 1985

Sensualissima Kim Basinger tra stuzzicanti giochi erotici con lo yuppie Mickey Rourke. Indimenticabile la scena dello spogliarello con colonna sonora il celebre pezzo di Joe Cocker, “You can leave your hat on”. Vero e proprio tormentone di fine anni ottanta.

3 La vita di adele di Abdellatif Kechiche, 2013

Il regista di La sposa turca ha voluto rappresentare i rapporti sessuali seguendo un linguaggio fortemente realistico. Gli amplessi tra Adele e Emma si consumano in lunghe sequenze. Molto pubblico non ha apprezzato questa scelta registica, definendo il film molto voyeristico.

2 Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, 1972

Film scandalo, anche in questo caso due sconosciuti si esplorano carnalmente. Indimenticabile il primo amplesso mentre resta molto discussa la celebre scena del burro, da molti ritenuta brutale, che però è diventata assolutamente un cult. La Schneider ha infatti sempre dichiarato che questa scena non era prevista nel copione, fu un’idea di Brandon appoggiata da Bertolucci che lei ha vissuto per molto tempo come un’umiliazione.

1Hiroshima mon amour di Alain Resnais, 1959

I corpi di una donna e un uomo misterioso si intrecciano, si sfiorano alternandosi a immagini di un Hiroshima post atomica. Non si conosco, eppure entrambi hanno in comune un dolore: uno è esistenziale, l’altro è collettivo. Resnais si conferma un maestro capace di creare una delle immagini più sensuali della storia del cinema.

 

Francesca Lampredi

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